Al via il festival Visavì, dopo il frizzante debutto con MN Company venerdì due prime nazionali

Al via il festival Visavì, dopo il frizzante debutto con MN Company venerdì due prime nazionali

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Al via il festival Visavì, dopo il frizzante debutto con MN Company venerdì due prime nazionali

Di Eliana Mogorovich • Pubblicato il 12 Ott 2023
Copertina per Al via il festival Visavì, dopo il frizzante debutto con MN Company venerdì due prime nazionali

Taglio del nastro transfrontaliero per la rassegna culturale. Domani la maltese ŻfinMalt proporrà uno spettacolo ribaltando i ruoli di genere.

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La serata inaugurale di Visavi Dance Festival è stata connotata da diverse parole ed emozioni. Le più toccanti hanno riguardato l’auspicio di pace e il pensiero accorato rivolto alla guerra che sta provocando orrore e dolore in Medio Oriente, scenari che solo apparentemente non toccano il palco del SNG di Nova Gorica da cui è partito il festival dal momento che gli eventi in corso impediscono alla Kibbutz Contemporary Dance Company di lasciare il Paese costringendola ad annullare la tournée che avrebbe dovuto portarla a Gorizia sabato sera. Le parole maggiormente ripetute e, soprattutto, più meritate sono state quelle di plauso a Walter Mramor e al suo staff di a. Artisti Associati per essere riusciti a imbastire un cartellone di diciotto eventi raccolti in cinque giorni.

Ma, oltre a elogiare l’impianto organizzativo del festival, l’apprezzamento più sentito per il direttore artistico ha riguardato quella che si potrebbe considerare la sua preveggenza nei confronti della cooperazione fra Gorizia e Nova Gorica in tempi ben precedenti la nomina delle due città a capitale europea della Cultura. Come lo stesso Mramor ha ricordato, fin dal momento della scelta del nome per il festival si è pensato all’unione e al confronto di idee, suggestioni e contaminazioni fra le due città che stanno appunto vis-a-vis, una di fronte all’altra ma anche, in qualche modo, una dentro l’altra soprattutto nelle giornate del festival, pensato come nodo di scambio di pubblici che possono agevolmente passare da un teatro all’altro, favorendo un processo di avvicinamento fra Gorizia e Nova Gorica che è già in atto da tempo. E sarà questa ormai rodata fluidità di spettacoli, teatri, compagnie a informare anche il festival teatrale che la direttrice del SNG di Nova Gorica Mirjam Drnovšček, come già aveva espresso in conferenza stampa, spera di poter avviare entro il 2025. Sarebbe un’occasione ulteriore per confermare il motto “Borderless” che, secondo il sindaco di Nova Gorica Samo Turel, è venuto a sostituire la debolezza del nostro territorio rappresentata proprio dalla presenza del confine: una debolezza che però, a suo avviso, è stata il motivo per cui le due città sono state scelte come Capitale Europea della Cultura.

E se come ha detto il sindaco di Gorizia Ziberna molti sono gli eventi che si stanno allestendo a cavallo del confine, Visavi è certo uno dei più rappresentativi perché da ormai quattro anni riusce a unire le eccellenze del territorio e a creare una manifestazione di carattere internazionale ancor prima che si respirasse il profumo del 2025. Lo storico slogan “Armonia della diversità” ricordato dal presidente della quinta commissione Cultura del consiglio regionale Diego Bernardis è rappresentato nella sua espressione più evidente proprio da Visavi con il suo bagaglio di molteplicità, sensazioni ed emozioni costruite negli anni grazie all’opera del direttore artistico appellato “precursore” dal responsabile del programma Capitale Europea della Cultura 2025 per GO!2025 Stojan Pelko che ha espresso l’auspicio di trovare ulteriori fondi per «continuare a far camminare Mramor fra le stelle». Si tratta di una mission che dev’essere perseguita dagli enti che sostengono il festival, analoga a quella di cui è investita la fondazione Carigo il cui presidente Alberto Bergamin ha sottolineato l’importanza della sfida cui siamo chiamati nel 2025, una sfida finalizzata a dimostrare la maturazione della consapevolezza che siamo tutti figli di una stessa storia.

L’ufficialità dell’inaugurazione si è svolta a seguito della prima nazionale di “Distance” presentato dalla MN Dance Company di Nova Gorica diretta da Michal Rynia e Nastja Bremec Rynia. Uno spettacolo essenziale e toccante, con movimenti ritmici che riportano allo scorrere del tempo nelle sue diverse percezioni, spesso conseguenti alle condizioni di vita di chi vi si rapporta. Raffinato il gioco di luci, volutamente omessa ogni scenografia così come qualsiasi arredo tecnico del palcoscenico (quinte comprese), lo spettacolo ha suggerito riflessioni intense e intimiste sui rapporti umani, spesso travolti dalla voracità dei ritmi.

A concreta dimostrazione della solidarietà fra artisti, in conseguenza dell’annullamento della tournée della Kibbutz Contemporary Dance Company, il Rijeka Ballet Company ha prontamente accettato l’invito della direzione artistica di Visavi Gorizia dance Festival a partecipare all’evento proponendo una prova aperta di un’assoluta novità, “Now and never again”. Si tratta dell’ultimo lavoro di Jeroen Verbruggen e Maša Kolar il cui debutto è fissato a Rijeka per il prossimo 21 ottobre ma che verrà offerto appunto in anteprima e a ingresso gratuito sabato sera alle 20.45 al Teatro Verdi di Gorizia. Protagonisti nei due quadri della performance saranno i danzatori della compagnia Michele Pastorini, Noa Gabriel Siluvangi. Anna Zardi, Tea Rušin, Valentin Chou, Janne Boere, Thomas Krähenbühl, Ali Tabbouch, Álvaro Olmedo, Giorgio Otranto, Maria Matarranz de las Heras, Soyoka Iwata, Alejandro Pol, Mio Sumiyama, Federico Rubisse, Alessia Tacchini.

VISAVI’ Gorizia Dance Festival proseguirà, domani, 13 ottobre, con un momento formativo dedicato agli operatori culturali: Visavì Talking time ospiterà al Kinemax di Gorizia, dalle 11, le fundraisers Marianna Martinoni e Silvia Aufiero che illustreranno le possibilità offerte dal fundraising per il mondo della cultura e per le arti performative in particolare.

Nel pomeriggio il festival si sposterà per la prima volta a Cormons, alle 17, per la rappresentazione site specific di Coreofonie #Le Sacre della Compagnia EgriBianco Danza (che replicherà sabato alle 11.30 e domenica alle 11.30 a Gorizia negli spazi di ERPAC) e per Gli anni, solo autobiografico creato da Marco d’Agostin per Marta Ciappina proposto alle 18, al Teatro Comunale di Cormons. Come spiega lo stesso autore d’Agostin Gli anni evoca attraverso due dei suoi omonimi sia il racconto personale e assieme generazionale del romanzo di Annie Ernaux, sia la canzone strappalacrime degli 883: del primo proveremo a riscattare l’andamento narrativo, che accoglie in un “noi” storico una coltre di dettagli; del secondo replicheremo la trama nostalgica ma leggera. Lo spettacolo sarà dunque costruito a partire da una playlist di brani pop e rock degli Anni ’80, ’90 e 2000, una di quelle irresistibili e disordinate liste che Marta, come molti di noi, ha di sicuro registrato su una musicassetta.

In serata il festival si sposterà all’SNG di Nova Gorica, alle 20, per la prima nazionale di Girls&Boys della compagnia nazionale maltese ŻfinMalta, lavoro giocoso e provocatorio del coreografo Roy Assaf. Girls&Boys ribalta le dinamiche e i ruoli di genere in una performance allo stesso tempo giocosa e provocatoria. Cinque ragazze e cinque ragazzi sono protagonisti di un dialogo complicato, con le aspettative della società che gravano invisibilmente, potentemente, inevitabilmente sulle loro spalle. Più che di stereotipi o di fluidità di genere, Girls&Boys parla del "lavaggio del cervello" su come maschi e femmine dovrebbero pensare, parlare, vestirsi e agire. A seguire, al Verdi di Gorizia, alle 22, sarà proposta la prima nazionale di Gran Bolero, creazione dello spagnolo Jesús Rubio Gamo per una coproduzione sloveno-croata. Sei danzatori del Gruppo EN-KNAP di Lubiana e sei danzatori dello Zagreb Dance Ensemble di Zagabria tornano sulla partitura di Ravel del 1928. Boléro è una composizione classica che è tutto fuorché classica. Tutta l'orchestra, tutti gli strumenti in sincrono per un grande crescendo in Do maggiore. Gran Bolero è un'orchestrazione di gruppi, di relazioni tra gruppi e in un gruppo, di ripetizioni che creano un crescendo, perché la comunità emerga proprio nella tensione di quel "ancora!", di quella persistenza, di quell'esaurimento che non si esaurisce mai. 

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