Un aiuto in più ai pazienti onco-ematologici: sono quasi 700 tra Gorizia e Monfalcone

Un aiuto in più ai pazienti onco-ematologici: sono quasi 700 tra Gorizia e Monfalcone

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Un aiuto in più ai pazienti onco-ematologici: sono quasi 700 tra Gorizia e Monfalcone

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 17 Giu 2025
Copertina per Un aiuto in più ai pazienti onco-ematologici: sono quasi 700 tra Gorizia e Monfalcone

Il progetto, frutto della collaborazione tra ASUGI e AIL, totalmente finanziato dal sodalizio, prevede per tre anni l’attivazione di un team medico-infermieristico dedicato all’assistenza specialistica a domicilio.

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Essere vicini ai pazienti onco-ematologici del Goriziano fornendo servizi e supporto che vadano oltre la mera parte medica ma che consentano a uomini e donne affetti da queste patologie la possibilità di curarsi con l’ausilio di chi ci è già passato e di professionisti del settore. Si tratta del progetto ‘Cure simultanee e precoci domiciliari per pazienti onco-ematologici’, frutto della collaborazione tra ASUGI (Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina) e AIL (Associazione Italiana contro le Leucemie, Linfomi e Mieloma – sedi di Udine e Gorizia). L’iniziativa, totalmente finanziata da AIL, prevede per tre anni l’attivazione di un team medico-infermieristico dedicato all’assistenza specialistica a domicilio per i pazienti onco-ematologici dell’area isontina.

«Questo progetto non è solo il frutto di un contributo economico, ma nasce da una visione condivisa e da una progettualità concreta al servizio dei nostri pazienti e della comunità», così ieri il Direttore Generale di ASUGI, Antonio Poggiana. Il progetto, prima esperienza del genere in Regione Friuli Venezia Giulia, risponde ai bisogni complessi dei pazienti ematologici. Prevede l’erogazione a domicilio di trattamenti come trasfusioni, terapie nutrizionali e supporto sintomatico.

«Fondamentale, in questi casi, è la centralità del paziente, capirne le esigenze e riuscire a fare rette attorno, creando sinergia tra associazioni, medici e struttura sanitaria», ha ribadito il presidente di Ail Udine-Gorizia, Giuseppe Gioffré. «Un paziente che si sente seguito è un paziente che si cura meglio e ha maggiori predisposizioni alla guarigione»

«È un onore poter avviare questa esperienza, pensata non solo per accompagnare nella fase terminale, ma per sostenere fin dall’inizio il percorso di cura», ha ribadito la dottoressa Marta Calligaris, direttrice della SC Rete Cure Palliative e Hospice (Area Isontina). «Fare rete significa creare collaborazioni reali, mettendo il paziente al centro. È una sfida importante e siamo pronti ad affrontarla. Il progetto ha un alto profilo con un programma di monitoraggio per poter capire con i dati come procedono le malattie e come migliorare il servizio».

Ail Udine-Gorizia ha, in tutto, 161 soci e quasi 400 volontari, secondo le stime fornite dal presidente Gioffré. «Con Asugi vi è un primo passo a livello regionale, una sorta di apripista». Nel Goriziano sono 600 i pazienti in cura di cui una sessantina nuovi l’anno: la necessità, dunque, è quella di poter fornire un supporto costante a tutti loro. «Quando ero in terapia – conclude Serena Rossi, vicepresidente Ail ed ex paziente – il mio obiettivo era quello di migliorare l’assistenza e la risposta a domicilio, ed è quello che stiamo facendo. Il vento c’è ma bisogna aiutarlo». 

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