Adriana Roasio lascia il timone de Ai Tre Soldi, il locale di Gorizia passa a Nicolas

Adriana Roasio lascia il timone de Ai Tre Soldi, il locale di Gorizia passa a Nicolas

l'addio

Adriana Roasio lascia il timone de Ai Tre Soldi, il locale di Gorizia passa a Nicolas

Di Vincenzo Compagnone • Pubblicato il 09 Mag 2024
Copertina per Adriana Roasio lascia il timone de Ai Tre Soldi, il locale di Gorizia passa a Nicolas

Dopo ben 27 anni di conduzione del frequentatissimo locale in pieno centro cittadino, la storica titolare passa la gestione al giovane Nicolas.

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Passaggio di consegne al ristorante Ai Tre Soldi di corso Italia a Gorizia. Dopo ben 27 anni di conduzione del frequentatissimo locale in pieno centro cittadino, la storica titolare, Adriana Roasio, girata la boa degli 80 anni, ha deciso di andare in pensione e di cedere il testimone a un giovanissimo ristoratore, Nicolas Simo, 25 anni - di Corno di Rosazzo ma trasferitosi da poco a Gorizia - , già proprietario della trattoria La Campagnola di San Giovanni al Natisone.

Era un addio che la signora Adriana “covava” da tempo: da quando l’età e qualche inevitabile acciacco ne avevano appannato l’abituale verve e dinamismo che per tanto tempo l’hanno contraddistinta, favorendo un costante afflusso nel ristorante di una clientela affezionata oltre che di comitive di turisti e dei principali club cittadini (Lions, Rotary, Panathlon etc.) calamitati anche dagli spazi senza eguali che consente ai “Tre soldi” di ospitare fino a 120 persone, oltre ai 70 posti del confortevole giardino.

Tempo addietro si erano fatti avanti, con il proposito di rilevare il locale, degli ucraini che intendevano trasformarlo in una pizzeria gourmet. Ma le trattative si erano interrotte quando sembravano essere in dirittura d’arrivo. Alcuni mesi dopo, grazie al passaparola, è arrivato invece Nicolas, un ragazzone alto e biondo che dall’8 marzo (sì, proprio il giorno della festa della donna) ha concluso felicemente il passaggio di consegne (va ricordato che il titolare del locale è in affitto nell’edificio di proprietà del signor Musini). Chi si reca in questo periodo nel ristorante trova ancora Adriana che gironzola fra i tavoli e la cucina.

I due gestori si sono infatti accordati affinchè l’ormai ex  titolare restasse ancora per qualche mese nel locale, un po’ per far conoscere il suo successore ai clienti e un po’ – diciamolo – perché il distacco da quello che è stato per anni il suo regno avvenisse, per la signora Adriana – che vedremo probabilmente fino a giugno – non troppo bruscamente. “Fantasiosa artista e munifica regina”: così l’avevano definita, in una targa, i soci del Lions club. Cordiale, schietta e animata da una grande passione per il lavoro. Adriana Roasio  aveva ereditato il mestiere dalla mamma Livia, arrivata da Modena a Gorizia, dove gestiva un deposito di vino, negli anni ’60 con lei e l’altra figlia, Clara.


«Sono montanara – aveva raccontato Adriana alla giornalista Margherita Reguitti in una bella intervista comparsa sul quotidiano Il Piccolo due anni fa  – nata a Pavulo nel Frignano, sui monti dell’Abetone. Dalla mamma ho imparato tutto, era una grande cuoca e mi ha insegnato l’arte della cucina. Ho creato questo locale 25 anni fa assieme a mio marito Giulio Michelini (scomparso 13 anni fa) quando era la sede di una tipografia. Prima avevo gestito ben tre ristoranti: in via delle Monache, accanto all’allora Cinema Centrale tra corso Verdi e piazza Battisti e nell’attuale Palace Hotel».


La giornata lavorativa di Adriana cominciava presto: la signora arrivava alle 7 in cucina e iniziava a fare il pane e la pasta. Poi passava ai dolci, come la torta Barozzi o la zuppa inglese. «Tutte ricette modenesi – aveva confidato a Margherita Reguitti - con piccoli segreti di famiglia alle quali certo aggiungo altro, come lo strudel». Verso le 12 iniziava a ricevere la clientela seguendo le altre attività, come rispondere a mail e telefonate di prenotazioni, controllare gli approvvigionamenti, tener in ordine la contabilità. Un impegno certo non di poco conto, ma la signora Adriana ha sempre gestito personalmente anche la pagina Facebook come strumento di promozione.

Superato senza troppi danni il lockdown, l’attività era ripresa a pieno ritmo. «La mia clientela – osservava nell’intervista - ama il cibo di qualità, l’accoglienza cordiale, curata in un contesto elegante ma famigliare e riservato. La domenica poi sono le famiglie a ritrovarsi per il pranzo festivo». Adriana Roasio ha vissuto i cambiamenti della città, dall’economia fiorente imperniata sull’import-export con la ex Jugoslavia al presente che punta sul 2025 quando la città sarà capitale europea della cultura con Nova Gorica. Anche questa data deve aver attratto il nuovo gestore, in previsione dell’afflusso di turisti. Nicolas ha peraltro un obiettivo ambizioso.

«Insieme con uno staff di collaboratori – tra cui la mia fidanzata – dice – abbiamo in animo di rilevare in tutto cinque ristoranti dislocati in regione. Qui “Ai tre soldi” non ho in mente di apportare grandi modifiche, anche se è chiaro che qualche ritocco agli arredi e al menù potrà esserci. Ma un passo alla volta, senza stravolgere le caratteristiche del locale. Unica novità di rilievo, “apriremo” anche a matrimoni e cresime». 

Intanto davanti agli occhi della signora Adriana, non più alla cassa ma per lo più tranquillamente seduta a pochi metri di distanza, ripassano i volti dei vip transitati nel suo locale, da Silvio Berlusconi, ad altri politici, da Carla Fracci a Vanessa Incontrada e a molti altri attori che venivano a cena prima di esibirsi nel vicino teatro Verdi. Habitué del ristorante era, poi, Demetrio Volcic con la moglie. Più volte Adriana ha ripetuto che a mancarle sono gli amici e i monti modenesi, e ora la sua speranza è quella di effettuare qualche rimpatriata. «Scriva soltanto – ci dice – che sono grata a Gorizia e ai suoi cittadini per l’affetto e la stima che mi hanno sempre dimostrato. Li conserverò sempre nel cuore».

Questo articolo è uscito sul numero 2/2024 di Gorizia News&Views, in distribuzione in questi giorni

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