LE IMPOSTE
Addizionale comunale Irpef e Ilia a Ronchi: Pd critico con opposizioni e Regione

Cumin: «Comuni immobili perché limitata la capacità impositiva sull'Ilia. Proposta «irricevibile» quella sull’addizionale comunale.
Il Partito Democratico di Ronchi dei Legionari esprime la sua netta contrarietà sull'emendamento relativo all’addizionale comunale Irpef presentato prima di Natale da alcuni consiglieri di opposizione. Il consigliere dem Savio Cumin e il vicesindaco Enrico Papais definiscono la proposta «Irricevibile e bocciata da parte dell’intera maggioranza». «Si tratta di tagli pesanti per complessivi 150mila euro, che oltre a riguardare la segnaletica e le manutenzioni stradali, di cui il territorio comunale ha estremo bisogno, colpivano servizi fondamentali, quali gli interventi assistenziali, la mensa dell'asilo nido, il trasporto scolastico, i centri estivi, i servizi cimiteriali» commentano Cumin e Papais.
Il Pd ronchese ribadisce quindi «la volontà di affrontare le esigenze dell'intera comunità partendo dal mantenimento dell'alta qualità dei servizi forniti». Rispetto a quanto emerso nel dibattito consiliare, il vicesindaco Papais e il segretario del circolo Pd, Cumin tengono poi a precisare che «spetta all'opposizione individuare nel dettaglio le poste di spesa da ridurre rispetto alla proposta sulla determinazione dei tributi comunali, presentata dalla giunta e condivisa "in toto" dalla maggioranza».
«La proposta dei tre consiglieri di minoranza avrebbe favorito in particolar modo dal punto di vista economico i redditi superiori ai 50mila euro, sottraendo risorse necessarie alla gestione del territorio e ai servizi a favore dei cittadini» concludono i dem. Non sono mancate le analisi critiche di Cumin sulla determinazione regionale dell’Ilia (ex Imu). Istituita nel gennaio del 2023, l’aliquota dell'imposta Locale Immobiliare Autonoma è stata stabilita in maniera standard. Il Comune può modificarla, in aumento o in diminuzione, entro i margini di manovrabilità stabiliti dalla legge. Come ben sappiamo, per determinare l’ammontare dell’imposta dovuta, è necessario applicare alla base imponibile dell’immobile l’aliquota deliberata dal Comune dove è sito l’immobile soggetto a imposta. Questa legge, pur sottraendo, elemento non da poco, potestà impositiva ai comuni del Fvg, aveva quale l'obbiettivo di fondo la valorizzazione del patrimonio immobiliare delle famiglie e delle imprese.
Inizialmente l'introduzione della nuova imposta ha portato degli effettivi benefici economici a imprese e negozi del nostro comune riducendo al 0,86% l'aliquota sui fabbricati strumentali all’attività economica rispetto allo 0,94% precedente e in quanto la Regione si è accollata la perdita di gettito per circa 70mila euro. Nell’ottobre scorso, su proposta della giunta, il Consiglio regionale Fvg ha approvato con i soli voti della maggioranza delle modifiche sostanziali in materia di Ilia. In misura generica è stato applicato l'aliquota dello 0,7% sulle cosiddette 2^ case senza la necessaria distinzione tra le varie tipologie abitative. Inoltre dalla Regione è stato finanziato ai comuni anche il mancato gettito derivante dalla riduzione allo 0,86% dell'aliquota relativa a ulteriori fabbricati ad uso abitativo.
«In quella circostanza, non si è voluto prendere in considerazione l'eventuale attivazione di politiche abitative, un elemento che sta incidendo sulla mancanza di fiducia, soprattutto dei giovani, ma anche da parte delle aziende sempre in cerca di nuova manodopera ma che faticano ad attrarre da fuori regione per la mancanza di soluzioni abitative» commenta Cumin. Per il dem, nessun riscontro è stato dato agli emendamenti presentati dall'opposizione in Regione che puntavano da un lato al recupero del patrimonio edilizio, soprattutto nei centri storici dei paesi, e dall’altro a intervenire sulla nuova imposta locale sugli immobili, l’Ilia, prevedendo l’azzeramento per le seconde case sia in caso di affitti calmierati, sia nel caso di abitazioni che si trovino in montagna, nelle zone più disagiate e soprattutto anche per affitti rivolti ai giovani.
Nessuna apertura neanche in tema di transizione energetica, in considerazione del fatto che l’86 per cento dei nuclei familiari in Fvg è proprietario di prima casa, buona parte di questi non ha le risorse per poter mettere un impianto fotovoltaico sopra il proprio tetto. Cassata quindi la proposta di poter dare un sostegno alle famiglie che non sono in grado di anticipare cifre così importanti. «L’abbattimento dell’Ilia sulle seconde case risulta una misura populista che la maggioranza regionale può “vendere” facilmente – continua Cumin - ma se per quanto riguarda le imprese porterà benefici cioè l’abbassamento dell’aliquota per le attività economiche sui beni strumentali allo 0,86 %, e quindi va giudicata in maniera positiva, dall’altra non creerà giovamento al mercato immobiliare che la Giunta regionale rivendica, né tantomeno risolverà la vera emergenza abitativa».
«Sul piatto sono stati messi ben 60 milioni, risorse che potevano essere stanziate a favore di politiche sulla casa e politiche sociali, per sciogliere i nodi sull’emergenza abitativa – rileva ancora Cumin - si tratta quindi di un provvedimento regionale che va a premiare le rendite immobiliari e cioè chi già ha, con il solo scopo di poter dichiarare che vengono abbassate le tasse sul patrimonio. Ma non si fanno distinzioni sul bisogno». «Insomma la Regione premia, e comunque poco, chi ha già e non interviene sulla questione abitativa o a favore della riduzione della tassazione per i redditi più bassi – conclude il consigliere dem – e ai Comuni, nonostante i trasferimenti regionali per il minor gettito, viene limitata la capacità impositiva sull'imposta, comportando un sostanziale immobilismo nell'attuazione di manovre tributarie comunali».
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