Quando Gorizia volava dal Duca d'Aosta, addio alla hostess Graziella Petrini

Quando Gorizia volava dal Duca d'Aosta, addio alla hostess Graziella Petrini

il lutto

Quando Gorizia volava dal Duca d'Aosta, addio alla hostess Graziella Petrini

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 01 Feb 2022
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Entrò in Alitalia alla fine degli anni Cinquanta, viaggiò con il presidente Gronchi nel 1961.

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Era l’assistente di volo più longeva residente a Gorizia, potendo raccontare di quando l’aeroporto Duca d’Aosta era ancora usato come scalo passeggeri. Si è spenta ieri a 88 anni Graziella Petrini, nata a Udine ma trasferitasi da piccola in riva all’Isonzo insieme alla famiglia. La sua è una storia calata nel boom economico dell’Italia, quando Alitalia si fuse con l’allora Linee aeree italiane (Lai), compagnia pubblica che dalla fine della Seconda guerra mondiale operava in città. A quel tempo, gli aerei erano ancora a elica, residui dei mezzi americani.

Su quei vecchi modelli, Petrini iniziò la propria carriera dopo aver letto nel 1957 l’annuncio di lavoro per hostess. Orfana di padre fin da giovane, si era diplomata all’Istituto magistrale Scipio Slataper e da lì aveva iniziato a insegnare per qualche anno, finendo in un lontano paesino della Sardegna, a Nurri. Poi arrivò il trasferimento in Emilia-Romagna, andando quindi all’estero come ragazza alla pari. “Mia madre cercava di aiutare la famiglia ma anche di ampliare gli orizzonti - racconta il figlio, Diego Meozzi - trasferendosi a Londra e poi in Francia”.

Una volta tornata a casa, provò il concorso per entrare in Alitalia. Dopo aver superato la selezione, iniziò quindi a volare da un capo all’altro della Penisola. Tra gli scali in cui era solita passare, c’era appunto quello goriziano, rimasto attivo fino all’inaugurazione dell’aeroporto di Ronchi. Nella sua breve carriera nella compagnia di bandiera, terminata nel 1961 prima di sposarsi a causa delle regole aziendali dell’epoca, ebbe modo anche di partecipare a un lungo viaggio del presidente della Repubblica Giovanni Gronchi in Sudamerica, a inizio degli anni Sessanta.

Il Capo dello Stato fece tappa nei diversi Paesi del continente e, per l’occasione, venne emesso il celebre francobollo “Gronchi rosa”. Un modello oggi molto raro, perché ritirato presto dal mercato a causa degli errati confini del Perù. Petrini ne usò alcuni per affrancare cartoline destinate ad amici e parenti: “Mai nessuna finì a destinazione” ricorda Menozzi. Nel corso di un volo, la giovane conobbe l’amore, un pilota di linea sempre di Alitalia diventato poi Comandante Senior di Boeing 747. Il suo contratto, però, la costrinse a dimettersi una volta deciso di sposarsi.

Quella clausola verrà eliminata solo qualche anno dopo. Nel frattempo, lei stessa si dedicò alla famiglia, mantenendo salde le proprie radici con Gorizia seppur trasferitasi a Roma. Solo lo scorso febbraio aveva deciso di ritornarvi, ormai vedova, per vivere insieme alla sorella maggiore Liuba, 92enne. Erano le ultime due rimaste di quattro sorelle, nate da Vera Gaberščik, originaria di Tolmino, e Duilio Petrini, chimico e capitano dell’esercito di Chieti. “Era una donna molto alla mano e con buona memoria” la ricorda Fulvio Chianese, già presidente dell’associazione Duca d’Aosta.

I funerali si terranno lunedì, alle 11. Le esequie si celebreranno in forma laica, presso la saletta grande della camera mortuaria dell’ospedale cittadino.

Nella foto: Petrini a bordo di un Douglas DC-7 nel corso di un volo di trasferimento, 1959. Nel riquadro: di ritorno dai voli in Sudamerica del 1961, alla sinistra (con i guanti bianchi in mano) del presidente Gronchi.

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