Carbone addio nella centrale A2A di Monfalcone, piano da 60 milioni

Carbone addio nella centrale A2A di Monfalcone, ecco il piano da 60 milioni

IL PROGETTO

Carbone addio nella centrale A2A di Monfalcone, ecco il piano da 60 milioni

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 03 Mar 2023
Copertina per Carbone addio nella centrale A2A di Monfalcone, ecco il piano da 60 milioni

I costi saranno a carico di A2a, prevista una nuova stazione marittima. Primo intervento da 20 milioni di euro.

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La giunta regionale ha approvato un accordo con “A2A Energiefuture” per la sostenibilità ambientale del progetto di modifica della centrale termoelettrica di Monfalcone che avrà ricadute di grande rilievo per il risanamento ambientale del sito della centrale a carbone e il rilancio urbanistico della città. Così facendo, sono state ascoltate e accolte le richieste formulate dall’amministrazione comunale volte all’immediata chiusura della centrale a carbone e la conseguente bonifica del sito, per l’utilizzo dell’area risanata dove si potrà apprezzare un’importante opera di crescita cittadina.

Focus anche per quanto riguarda la novità dell’impianto di transizione energetica ai fini della sicurezza di rete. Il tutto dovrebbe portare gradualmente alla decarbonizzazione e favorire la sostenibilità ambientale. La giunta comunale di Monfalcone ha accolto con favore la notizia e ha approvato con un atto ricognitivo la trasformazione del sito energetico inquinato e degradato. “Oggi raccontiamo come la visione della città cambia – sono le parole del sindaco Annamaria Cisint – muta rispetto a quella di un’area degradata che si affaccia sul mare. La renderemo fruibile, pulita, sicura e bonificata”.

“Il piano energetico regionale approvato dalla precedente giunta regionale – si legge nel testo della delibera della giunta monfalconese - aveva prorogato il funzionamento dell’impianto sino al 2025 e ciò ha comportato, di fronte all’intervenuta emergenza energetica europea e nazionale in corso, la sua riattivazione a regime, rendendo incerta ogni prospettiva di dismissione. Con l’accordo si procederà immediatamente ad attivare le procedure per la chiusura dell’impianto composto da due vecchissimi gruppi a carbone degli anni ’60 e relative strutture, compreso il carbonile”.

All’incontro di stamane, la prima cittadina ha spiegato che tale intervento richiederà un investimento di 60 milioni di euro che saranno a carico della stessa A2a. “Si tratta in assoluto della più grande operazione di risanamento ambientale di un’area inquinata dal carbone mai realizzata in ambito locale e regionale”. Qual è dunque il piano di rigenerazione per lo sviluppo urbano ed economico dell’area? Ad illustrarlo, alla presenza di quasi tutti i componenti della giunta e dei capigruppo, è stato l’architetto Francesco Morena.

Nelle aree risanate della centrale prenderà corpo un piano di opere, di edifici pubblici e di infrastrutture che rafforzeranno l’azione che il Comune sta portando avanti per riqualificare la città, migliorarne l’attrattività turistica e creare nuove prospettive di sviluppo e occupazione sostenibili. Traducendo tutto ciò, nasceranno una nuova stazione marittima; saranno costruite delle nuove strutture dedicate alla nautica da diporto, con la realizzazione degli ormeggi comprensivi di una passeggiata ciclopedonale turistica lungo la banchina del canale Valentinis.

Sii assisterà poi alla realizzazione di una struttura destinata a polo tecnologico per lo svolgimento di attività didattiche e formative e la realizzazione di servizi per la crocieristica, con la costruzione di un hotel, bar e ristoranti. “Per la rigenerazione dell’area – spiega l’architetto Morena - saranno necessari 20 milioni di euro e questo è il primo intervento volto ad innalzare il livello dei servizi possibili. Queste, per ora, sono solo le linee guida del progetto preliminare”.

“Guadagneremo un pezzo della città che non ci sarebbe mai stato nella situazione che si presentava a settembre 2022” ha precisato il sindaco. Nell’area in questione nascerà l’impianto di transizione energetica. Esso sarà il risultato di una strategia europea di decarbonizzazione che porterà all’impiego di fonti alternative sostenibili. Sarà un impianto di nuova generazione profondamente innovativo con l’impiego, non marginale, dell’idrogeno verde. Manca solo il crono programma. Per l’amministrazione comunale l’atto approvato è anche la risposta più adeguata a “chi non legge le carte e critica il nostro operato” così in chiusura Cisint.

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