il lutto
Addio a 108 anni a Boris Pahor, il suo best seller edito dal Ccm

Il cordoglio dell'ente bisiaco, che per primo editò il libro Necropoli.
Il Consorzio culturale del Monfalconese piange la morte di Boris Pahor, con cui dalla metà degli anni ’90 dello scorso secolo aveva un rapporto molto stretto, nato dalla pubblicazione in lingua italiana di “Necropoli”. Il libro si basa sul racconto delle esperienze vissute in prima persona da Boris Pahor, tornato assieme ad un gruppo di visitatori nel campo di concentramento di Natzweiler-Struthof, e di come l'uomo riesca a resistere a delle atrocità inimmaginabili senza mai farsi sopraffare.
“Il Consorzio culturale del Monfalconese, primo editore di 'Necropoli', è davvero addolorato per la scomparsa di un grande intellettuale, con cui ha avuto un forte legame”, afferma il presidente dell'ente Davide Iannis. Nel 1995 il testo vinse la prima edizione del Premio “Srečko Kosovel”, istituito dal Ccm per la traduzione di opere in prosa e in poesia dalla lingua slovena alla lingua italiana in un momento in cui gli autori di lingua slovena faticavano ancora a ottenere uno spazio nel panorama italiano.
Nel 1997 l'ente pubblicò quindi il testo in italiano con la traduzione di Ezio Martin e il disegno in copertina di Zoran Mušič. Nel 2005 è poi uscita la seconda edizione, sempre a opera del Ccm, con una revisione curata da Valerio Aiolli. Lo stesso testo è stato proposto al pubblico italiano nel 2008 da Fazi Editore, con una prefazione di Claudio Magris. “Necropoli” diventerà ora anche un audiolibro, grazie alla collaborazione della realtà bisiaca con Gianluigi Rellini, iscritto alla sezione pordenonese di Uici (Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti).
Il tutto per il progetto Memoria, realizzato dalla sezione di Pordenone dell’Aned (Associazione nazionale ex-deportati nei campi di concentramento nazisti) e finalizzato alla conservazione del ricordo della deportazione, utilizzando lo strumento del web. Lo scrittore si è spento oggi nella sua Trieste, dov'era nato ancora sotto l'Impero asburgico, all'età di 108 anni. Anche l'amministrazione regionale, per voce del presidente Fedriga, "esprime cordoglio per la scomparsa di Boris Pahor, intellettuale che ha trasformato la propria drammatica esperienza personale in testimonianza utile a comprendere le tragedie del Novecento".
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