Il personaggio
Addio ad Antonio Marchesan, colonna della Corale Santa Cecilia di Grado

Era nato nel 1929 e, dal 1952, ha cantato ininterrottamente nella millenaria Basilica.
Antonio Marchesan, una delle storiche voci della Corale Santa Cecilia di Grado, si è spento stamattina all’ospedale di Monfalcone. 93 anni compiuti il 13 giugno, giorno del suo onomastico, è stato una figura importante all’interno del panorama corale e associativo gradese, facendo parte di numerosi sodalizi musicali e non solo.
Nino Rosso, così era conosciuto da tutti, era nato nel 1929 e si era sposato nel 1956 con Antonia, profuga istriana. Sposato nel 1956, fino all’ultimo non aveva voluto lasciare la moglie che andava a trovare quotidianamente in Casa Serena: il suo amore per il canto l’aveva spinto, nonostante l’età, a cantare anche al funerale della consorte. Non si è mai stancato, soprattutto negli ultimi anni in cui le forze erano andate diminuendo, di partecipare alle uscite del coro. Fisso tra le fila dei tenori primi in Basilica, raggiungeva il centro, dall’Isola della Schiusa, a bordo della sua bicicletta.
Dal lavoro in cantiere fino alle avventure “sulle navi”, come raccontava ai più, ricordava spesso le proprie avventure giovanili sul mare. D’animo aperto, raramente si sottraeva a un buon canto spontaneo, intonato tra le calli o per le strade, con un buon bicchiere di vino e altrettanto buoni amici, magari commentando anche le partite della Juventus, squadra del cuore.
Dal 1952 militava ininterrottamente nella corale che presta servizio nella Basilica di Sant’Eufemia e, anche se per anni ha dato una mano in diverse compagini corali, la fedeltà nell’impegno del canto, come detto, non è mai venuta meno, tanto che è stato fino a pochissimo tempo fa ancora apprezzato per numerosi brani anche da solista. Noto era il Benedictus della Messa Cerviana del Perosi, eseguita nelle domeniche dalla sezione maschile, o altri momenti come il Gloria Patri dal Miserere di Luigi Ricci, tipico dei Sermoni.
A chi, ultimamente, gli chiedeva come stesse, rispondeva “Comò un zovene de 93 anni!”, mai mancando di spirito goliardico e di giovialità. Lascia tre figlie, Giusy, Fabia e Michela, quattro nipoti, quattro bisnipoti e una lunga serie di amici. La data delle esequie non è ancora stata definita.
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