99 candeline per Nino Fragiacomo, una vita spesa tra cantiere, famiglia e associazionismo

99 candeline per Nino Fragiacomo, una vita spesa tra cantiere, famiglia e associazionismo

Classe 1922

99 candeline per Nino Fragiacomo, una vita spesa tra cantiere, famiglia e associazionismo

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 18 Ago 2021
Copertina per 99 candeline per Nino Fragiacomo, una vita spesa tra cantiere, famiglia e associazionismo

Un personaggio che continua a guidare il mondo cattolico del mandamento monfalconese e non solo. «Spesso nei cattolici manca la mentalità di impegnarsi anche all’esterno della Chiesa».

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Nino Fragiacomo, anima dell’associazionismo cattolico, ma non solo, e storico cantierino monfalconese, spegne oggi le 99 candeline. Un traguardo importante per una figura che, come detto, ha segnato un’epoca e continua a dare preziose indicazioni ai sodalizi di stampo culturale cattolico del mandamento monfalconese dalla sua parrocchia, quella “operaia” del rione di Panzano a Monfalcone, la Marcelliana.

Nato il 18 agosto 1922, da giovane, dopo la scuola di avviamento, nel 1936 era entrato in Cantiere. “Quella volta – ha raccontato a Eleonora Stabile nella tesi di laurea “Una storia silenziosa” – il cantiere aveva diecimila dipendenti. Dovevo andare a fare l’operaio ma invece, combinazione, abitavamo vicino a uno che era un capo nel cantiere e in un ufficio serviva un ragazzo che tenesse le carte, e sono andato io!”.

Nel 1967 si trasferisce in ufficio a Trieste per tornare nel 1972 a Monfalcone e nel 1982 la meritata pensione. Non facile il periodo sotto il fascismo e specialmente dopo l’8 settembre 1943. “Chi aveva lavorato forte durante il fascismo, in cantiere – sono ancora le parole di Fragiacomo nell’intervista – è stato il partico comunista dopo il quale è arrivato anche il sindacato. E i comunisti avevano una posizione all’interno del cantiere, debellata con l’arrivo dei tedeschi. Lì sono stati momenti anche duri perché è iniziato il movimento partigiano: moltissimi della brigata proletaria erano cantierini. Io con l’ufficio sono andato a Redipuglia, altri in altre parti del Friuli, ma sono stati anni tragici con i bombardamenti del cantiere”.

Un racconto, quello di Fragiacomo, di una vita non facile e non avulsa da pericoli, tra vita politica e rischi fisici durante le lavorazioni delle navi che hanno dato e continuano a dare lustro alla città. Ma anche il lavoro, duro, nell’associazionismo con anni di iscrizione nelle Acli e nell’Azione Cattolica. “Bisogna vivere la vita della parrocchia ma anche quella all’esterno – ha ricordato durante un’intervista per l’Ac diocesana – molto spesso i cattolici sono impegnati tanto all’interno della Chiesa e manca la mentalità di impegnarsi all’esterno. Bisogna stare attenti a quello che succede in questo mondo. Come cristiani bisogna essere dappertutto: io sono cittadino in due modi, cittadino della Chiesa e cittadino di questo mondo, non ci si può sottrarre a questa doppia dimensione”. 

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