DIMORE STORICHE
25 maggio, Villa Marchese de’ Fabris e Villa del Torre aprono le loro porte ai visitatori

Per la giornata nazionale delle dimore storiche italiane saranno otto le ville visitabili in diverse aree della regione. Oltre a Gorizia, anche cinque in provincia di Udine e una a Trieste.
Torna la Giornata Nazionale dell’Associazione Dimore Storiche Italiane, alla sua 15esima edizione: il più grande museo diffuso d’Italia riapre le porte domenica 25 maggio. Oltre 500 le dimore che saranno visitabili gratuitamente, tra castelli, ville, rocche, parchi e giardini dislocati in tutto lo Stivale e sulle isole. Sarà un’opportunità per immergersi nella bellezza senza tempo del patrimonio artistico e culturale nazionale.
In regione saranno otto gli edifici che apriranno battenti al pubblico. Cinque si trovano in provincia di Udine: Casa Asquini, Palazzo Orgnani, Palazzo Pavona Asquini, La Brunelde e Villa Pace; due in provincia di Gorizia: Villa Marchese de’ Fabris e Villa del Torre; infine una a Trieste, la Fondazione Giovanni Scaramangà.
L’ingresso è libero, ma è necessario prenotare la propria visita per recarsi alla dimora prescelta sul sito associazionedimorestoricheitaliane.it. L’iniziativa è organizzata in collaborazione con l’Associazione Nazionale Case della Memoria, la Federazione Italiana Amici dei Musei - Fidam e Federmatrimoni ed Eventi Privati - Federmep. Ottenuto anche il patrocinio di Enit - Agenzia Nazionale del Turismo, di Anci - Associazione Nazionale Comuni Italiani, della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco e del Ministero della Cultura. Media partner dell’evento saranno la TGR e Rai Pubblica Utilità.
Circa 20 mila dimore storiche private accolgono visitatori nell’arco dell’anno a dimostrazione del loro ruolo di attrattori culturali e turistici e della loro capillarità sul territorio. L’11% si trova nei piccolissimi comuni con meno di duemila abitanti, il 17% in quelli con meno di cinquemila abitanti; complessivamente il 54% è situato in centri abitati con meno di 20mila residenti. Inoltre, una dimora su quattro si trova in contesto rurale. Questi dati sottolineano l'importanza delle dimore storiche nel contrastare lo spopolamento delle aree interne e favorire lo sviluppo delle imprese artigiane legate alla manutenzione di questi beni oltre alla diversificazione dei flussi turistici, portando benefici economici anche alle aree meno frequentate dai grandi circuiti internazionali. Negli ultimi anni, infatti, il turismo di prossimità ha registrato una crescita significativa raggiungendo 34 milioni di visitatori annui e offrendo nuove prospettive per la valorizzazione delle dimore storiche.
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