Lo studio
Un 22enne di Castions riscopre l'arte di Gaspare Negro e dei suoi affreschi nascosti nel Goriziano
		Viaggio nella storia del pittore veneziano Gaspare Negro e dei suoi affreschi nella piccola chiesa di San Rocco a Lucinico.
È certamente un artista poco conosciuto rispetto ai grandi nomi dell’arte italiana, ma nel suo piccolo conserva un fascino particolare. Per questo motivo il 22enne Davide Sartori, originario di Castions di Strada, ha voluto riscoprire la figura di Gaspare Negro, autore veneziano attivo tra Udine e il Goriziano nella prima metà del Cinquecento. Ancora oggi, i suoi dipinti si possono ammirare nelle chiese di San Rocco a Lucinico e della Santissima Trinità a Mariano, anche se la sua opera più celebre, la Pietà, è custodita al Museum of Fine Arts di Boston.
Sartori ha così dedicato la propria tesi di laurea triennale in Beni culturali all’autore, con la quale si è laureato quest’anno all’Università di Udine con 110 e lode. “Negro realizzò gli affreschi anche nella chiesa di Santa Maria delle Grazie a Castions - spiega il giovane -, per cui sono da sempre stato ‘legato’ a lui, avendo però l’opportunità di conoscerlo meglio solo negli ultimi tempi”. Lo studente ha voluto così raccontarne il percorso artistico, sviluppatosi in diversi centri dell’alto Isontino, anche perché “l’autore è poco considerato e sono ormai diversi anni di cui non se ne scrive più”. Uno degli ultimi volumi a proposito è infatti la monografia di Giuseppe Bergamini del 1969.
“Ho recuperato i diversi studi sul tema - prosegue Sartori -, cercando di ripercorrere la riabilitazione storiografica che Negro ha subito nel corso degli anni, in modo da presentare al lettore la sua vita in tutte le sfaccettature”. A causa della pandemia, la ricerca in archivio è stata limitata, ma è stato comunque possibile risalire ad alcuni atti ufficiali, tra cui quelli che testimoniano la presenza dell’artista a Udine, dove presumibilmente morì nel 1549. Insieme a lui, operò anche il figlio Arsenio, in particolare a Mariano. Lo studioso ha inoltre avuto possibilità di visitare personalmente le chiese interessate prima del lockdown, dovendo però rinunciare all’opera custodita negli USA.
Tra i siti dove operò c'è anche Medea, ma ormai i suoi dipinti sono praticamente scomparsi. Oltre a voler raccontare questo pittore semisconosciuto, il 22enne aveva anche l’obiettivo di gettare nuova luce su alcuni angoli poco valorizzati della provincia. Ad esempio la chiesetta di San Rocco a Lucinico, “che è minuscola - sottolinea - ma ha degli affreschi molto interessanti e valorizzare, magari con un restauro. Questi permettono di delineare dei collegamenti stilistici con altre sue opere, come la stessa Pietà che peraltro è una delle poche su tavola che ci è pervenuta”. Secondo l’universitario, la nostra regione “è poco considerata se non per pochi autori noti e volevo quindi far conoscere nuovi posti che meritano attenzione”. 
Nella fotogallery: le chiese di Mariano e Lucinico e i loro affreschi all'interno.







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