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Gorizia, la Caritas Diocesana dona 35 ventilatori alla Casa Circondariale. Raccolta solidale nelle comunità parrocchiali

Presente alla consegna il cappellano del carcere, don Paolo Zuttion. Dall'arcivescovo Redaelli i richiami sulla necessità di interventi migliorativi alla struttura.
Nella mattinata di venerdì 25 luglio il cappellano della Casa circondariale di Gorizia, don Paolo Zuttion, ha consegnato a Caterina Leva, direttrice della struttura, 35 ventilatori acquistati grazie alla raccolta effettuata dalle comunità parrocchiali della diocesi nelle scorse settimane, i quali saranno messi a disposizione di detenuti e personale.
All’incontro erano presenti anche il Comandante della Polizia Penitenziaria operante presso la struttura, Guido Tipaldi, e la funzionaria giuridico pedagogica Margherita Venturoli.
L'iniziativa parrocchiale ha permesso di raccogliere oltre 6mila euro: quanto non utilizzato per l’acquisto dei ventilatori verrà destinato alle iniziative della Cappellania.
Impossibilitato ad essere presente di persona alla consegna, l’arcivescovo di Gorizia Carlo Roberto Maria Redaelli ha comunque condiviso la seguente riflessione: «Ringrazio di cuore le comunità parrocchiali, le associazioni, gli enti e molte persone singole che hanno accolto con grande generosità l’appello lanciato nei giorni scorsi per l’emergenza caldo nel carcere di Gorizia. La raccolta di fondi e, in qualche caso direttamente di ventilatori, è andata al di là delle previsioni, dimostrando una fattiva attenzione al mondo del carcere da parte della comunità cristiana e della società di Gorizia e del territorio».
«Naturalmente il problema delle carceri - continua Redaelli - compresa quella di Gorizia, va ben al di là della questione caldo e in ogni caso il gesto che è stato promosso e accolto con così grande generosità non vuole sostituirsi alla responsabilità dell’Amministrazione». Recentemente, sottolinea l'arcivescovo, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato le «preoccupanti condizioni del sistema carcerario, contrassegnato da una grave - e ormai insostenibile - condizione di sovraffollamento nonché dalle condizioni strutturali inadeguate di molti Istituti», e ha aggiunto che in essi «sono necessari interventi di manutenzione e di ristrutturazione. Interventi da intraprendere con urgenza, nella consapevolezza che lo spazio non può essere concepito unicamente come luogo di custodia, ma deve includere ambienti destinati alla socialità, all’affettività, alla progettualità del trattamento».
Questo richiamo alla necessità di urgenti interventi strutturali ha una ricaduta molto concreta per il carcere di Gorizia, che ormai da molti anni attende l’adeguamento della contigua ex-scuola Pitteri, ma anche a tutte quelle attività utili e necessarie (compresa quella lavorativa) per favorire il raggiungimento degli scopi previsti dall'art. 27 della costituzione italiana e garantire la tutela dei diritti dei detenuti.
L’auspicio, aggiunge l'arcivescovo di Gorizia, è che «si acceleri la realizzazione dell’intervento e che, in ogni caso, si operi affinché la condizione dei detenuti e del personale sia sempre più adeguata ai Presente alla consegna il cappellano del carcere, don Paolo Zuttion. Dall'arcivescovo Redaelli i richiami sulla necessità di interventi migliorativi alla struttura.diritti e ai doveri di ciascuno. Anche la nomina di un Garante dei Detenuti da parte del Comune di Gorizia, ufficio da tempo vacante, potrebbe essere utile per favorire un ulteriore miglioramento della condizione del nostro carcere».
«La nostra Chiesa diocesana - così su conclude la riflessione di Redaelli - continuerà a sostenere l’impegno di tutti coloro che hanno la convinzione espressa dal Presidente Mattarella: "Ogni detenuto recuperato equivale a un vantaggio di sicurezza per la collettività, oltre a essere l’obiettivo di un impegno notoriamente, dichiaratamente costituzionale"».

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