L'ACCOGLIENZA
Tra poesia e musica, i giovani di Grado scoprono lingua e tradizioni al Centro Estivo

La giornata conclusiva delle attività si è svolta questa mattina in Sala consiliare, fra canti e recite dei versi di Biagio Marin. Dopo Ferragosto parte l’esperienza del Gresp.
Al suono dell’allegra marcia di Giuseppe Verdi - profusa dallo stereo portato dall’energica Francesca Gregori - piazza Biagio Marin a Grado ha iniziato a colorarsi di bambini in maglietta rossa, quelle della Gradese Calcio. Ad attenderli questa mattina nella Sala Consiliare del municipio l’assessore alla Cultura e all’Istruzione Lidianna Degrassi, poco dopo raggiunta dal primo cittadino Giuseppe Corbatto. Una matinée segnata dallo spettacolo offerto come ogni anno dai piccoli del centro estivo “L’Isola dei Bambini” attivo sull’Isola della Schiusa e dai “fantulini” del Centro parrocchiale “Estate insieme alla Pimpa”, a corollario conclusivo di buona parte delle attività. «Siamo felicissimi di avervi qui – è intervenuta Degrassi – siete il nostro futuro e senza di voi la città di Grado non andrebbe avanti».
Ad animare i centri estivi, oltre alle capacità delle maestre, è la forza strabiliante della poetessa Maria “dei Stiata” Marchesan, che ormai da anni svolge volontariato sull’Isola del Sole, tramandando alle piccole leve i versi del poeta Biagio Marin. Pulcini di età compresa fra i tre e i cinque anni hanno agitato la bandiera italiana con il sottofondo della trionfante “Aida”, incalzati da Maria e dalla chitarra dell’insegnante Albano Corbatto dell’associazione La Bavisela. Un’appassionata festa di comunità celebrata insieme all’amministrazione comunale con l’intento di rafforzare lo spirito di aggregazione degli isolani. «Maria – confessa un genitore all’ingresso venuto per accompagnare la figlia – veniva già nelle mie classi quand’ero piccolino. È sempre uguale, non cambia mai».
Maglietta rossa e un fiore di stoffa fra i capelli, Maria dispensa versi per tutti i presenti abbandonandosi all’onda dell’improvvisazione. Una materia infuocata che le consente di trasformare la poesia in gioco, impreziosendo le estati dei bambini con generosità infinita. «Facciamo lavoretti – raccontano questi ultimi - andiamo a vedere gli animali», aggiungono con entusiasmo. Nonostante la tenera età ascoltano raccolti nel centro della sala, innanzi alle luminose vetrate che si affacciano sul mare. Alle loro spalle due splendide marine mostrano le vele spiegate, quasi da prestarsi come scenografia imprescindibile ai versi di “Arie” declamati da Maria, tratti da “La girlanda de gno suore”. «Arie – recita con trasporto – arie de canson nostrane/ piene de nostalgia,/ e uduri de catrame/ de barche che va via». Vele che salpano lievi simili ai pensieri dei bimbi, la cui infanzia resterà felicemente segnata dalla voce di Maria come accade da generazioni.
Dopo essersi esibiti a cantare “Quarantaquattro gatti” accompagnati dalla chitarra di Albano e dal tamburello a sonagli di Maria, eccoli di nuovo attenti ad ascoltare l’infanzia del poeta, raccontata per voce della “dei Stiata”. Una favola ambientata fra calli e campielli il cui protagonista potrebbe essere ciascuno di noi. «C’era una volta – narra – tanto tempo fa, un bambino che come voi era gentile e un po’ dispettoso». E nel ringraziare tutti gli animatori, ha regalato i suoi versi come fossero fiori. «Questa è la casa del comune – rimarca il sindaco all’insolito consiglio comunale – e in quest’ambiente vengono prese decisioni importanti. Se c’è da fare un campo da calcio, ad esempio, si decide qui dentro. A stabilirlo sono persone come voi, che possono sbagliare, ma cercano di compiere le decisioni migliori». «Al sindaco Corbatto – scherza con i suoi versi Maria - gli piase il mandorlatto», mentre l’abbraccio dell’amministrazione ai centri estivi si conclude fra applausi e sorrisi.
Ad assicurare la sua presenza con un messaggio, pur essendo fuori città, è stato poi don Paolo Nutarelli: «Oggi – riflette – vedendo i bambini dei centri estivi riempire di voci e sorrisi il Comune, ho pensato a quanto sia preziosa la gioia semplice dell’infanzia. Mi piace pensare che anche la parrocchia è a servizio delle famiglie, vicina a tutti loro in ogni momento della vita: nelle fatiche quotidiane, nei passaggi importanti e anche nelle esperienze di festa. Un centro estivo non è solo un servizio, ma un luogo in cui i piccoli possano crescere in amicizia, dove imparano il rispetto e scoprono la bellezza del donarsi. Essere accanto a loro significa anche accompagnare i genitori, sostenendoli nel compito – meraviglioso e impegnativo – di educare alla vita e alla speranza». E nel ringraziare animatrici e tutto il personale ha voluto ricordare l’imminente esperienza del Gresp pronta a partire dopo Ferragosto, a compimento dei campi estivi. Altre vele pronte a dispiegarsi come quei «piculi pinsieri» cui accenna Marin, barche che si allontanano sull’orizzonte della vita.
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