PROGETTO CREW
Si svela alla Sdag di Gorizia ‘Between black and white’, le opere di Vanja Mervič in mostra fino al 20 febbraio
L’artista sloveno interroga la contemporaneità e le sue trasformazioni sociali attraverso una pluralità di mezzi espressivi, con attenzione all’unione ideale nel territorio di confine.
È stata inaugurata ieri pomeriggio alla Sdag di Gorizia, alla presenza di un nutrito pubblico italiano e sloveno, la mostra "Between black and white" di Vanja Mervič, artista sloveno, organizzata nell’ambito del progetto Crew.
Si tratta già della seconda mostra, dopo quella dell’artista goriziano Ignazio Romeo, che viene ospitata nel rinnovato spazio polifunzionale della Sdag presso l’ex valico confinario di Sant’Andrea. Un luogo completamente trasformato, proprio grazie al progetto Crew – Križišče vizij/Visioni incrociate, di cui Sdag è capofila, cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Bando pubblico per progetti standard n. 02/2023 del Programma Interreg VI-A Italia–Slovenia 2021–2027.
Presenti all’inaugurazione l’amministratore unico di Sdag, Giuliano Grendene, che ha lodato l’iniziativa descrivendola come «un ulteriore tassello che si aggiunge al progetto Crew» e l’assessore alla cultura del Comune di Gorizia Fabrizio Oreti. Quest’ultimo ha rimarcato il radicamento delle attività di Sdag nel territorio e come queste ultime «siano dei cittadini».
Alessia Mucci, responsabile del progetto per la Sdag, ne ha ricordato brevemente le finalità: rafforzare l’attrattività turistica dell’area transfrontaliera di Gorizia, Šempeter-Vrtojba e aree limitrofe attraverso iniziative integrate in ambito culturale e di pianificazione urbanistica e territoriale. La project manager culturale del progetto, Cristina Feresin, ha poi presentato le opere e l’artista, inaugurando così la mostra, che sarà visitabile fino al 20 febbraio negli orari del bar della Sdag.
Vanja Mervič, nato nel 1973 a Capodistria, è un artista multidisciplinare che da sempre dialoga con diversi mezzi espressivi, interrogando la contemporaneità e le sue trasformazioni sociali. Le sue opere osservano il cambiamento o ne immaginano uno possibile, come accade nella serie di stampe a secco nata da un intenso processo di sperimentazione. Talleri, lire e dinari diventano la base per le matrici di una moneta ideale, simbolica, pensata per questo territorio di confine tra Italia e Slovenia: un capitale identitario che appartiene alla terra e alle comunità che la abitano.
In un’altra serie, l’artista esplora l’invisibile attraverso fotografie realizzate con il microscopio elettronico, immagini generate nell’oscurità assoluta. Senza luce né colore, ciò che appare è il risultato del rimbalzo degli elettroni: una trama di superfici e forme rivelate dalla materia stessa. Nella serie “Parallele”, invece, Mervič stende colore acrilico su una base d’alluminio, congela il tutto e lascia che i blocchi di pigmento – legati dall’acqua ghiacciata – si sciolgano sulle tele. Nascono così sequenze astratte, composizioni lineari o più spontanee, segnate da colature, screpolature e mutazioni provocate dalle variazioni termiche. L’artista diventa un “iniziatore” più che un controllore del processo, la pittura non rappresenta, ma registra trasformazioni.
Il progetto CREW – Visioni incrociate / Križišče vizij vede nel ruolo di capofila la Sdag Spa e come partner di progetto il Comune di Šempeter-Vrtojba, l’Università IUAV di Venezia, l’Università di Lubiana – Facoltà di Architettura e il Kulturni dom Nova Gorica. Il Gect Go partecipa invece in qualità di partner associato.
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