VERSO LO SCIOPERO GENERALE
Sanità goriziana ‘al collasso’, Uil Fpl e Nursind: «Fumata nera dopo l’incontro in Prefettura»

Le sigle sindacali denunciano l’immobilismo di Asugi, «la procedura di conciliazione si è conclusa negativamente, nessuna risposta concreta sul piano straordinario di assunzioni».
Uil Fpl e Nursind Fvg hanno preso parte all’incontro tenutosi in Prefettura a Gorizia, convocato a seguito della proclamazione dello stato di agitazione annunciato per denunciare «il disastroso stato della sanità nell’area isontina». L’incontro, però, si è concluso senza alcun risultato concreto». «Non sono emerse soluzioni praticabili, né è stato presentato un piano operativo o offerta una garanzia reale da parte dell’Azienda» comunicano congiuntamente i segretari Stefano Bressan e Luca Petruz.
«Anche in questa occasione, la Direzione Sanitaria ha confermato la propria totale incapacità di affrontare i problemi reali del territorio, limitandosi a vaghe dichiarazioni prive di qualsiasi impegno vincolante – si legge nella nota sindacale - nessuna risposta concreta è arrivata sulla necessità di un piano straordinario di assunzioni per fronteggiare la cronica carenza di personale, né sulla sostituzione tempestiva delle lunghe assenze dovute a malattia o maternità. Non è stato assunto alcun impegno neppure per la salvaguardia delle Unità Operative di Medicina e Chirurgia di Gorizia e Monfalcone, da anni in condizioni critiche e oggi ancora più a rischio per l’inerzia della Direzione Asugi. Inoltre, l’attivazione dei trasporti pomeridiani, promessa da quasi due anni, continua a essere rinviata, lasciando gli Oss costretti a svolgere mansioni improprie e sottraendoli all’assistenza diretta».
A rendere la situazione «ancora più inaccettabile» - sempre secondo Uil Fpl e Nursind - è il fatto che «proprio mentre si chiedeva di salvare la sanità isontina, l’Azienda – con la complicità di Cgil, Cisl e Fials – ha sottoscritto il cosiddetto “accordo della vergogna” sull’unificazione dei fondi, che ha comportato una perdita secca di oltre 800 euro annui per ciascun lavoratore dell’area isontina. Invece di incentivare chi ancora lavora in queste strutture o attrarre nuovi professionisti, si è preferito infliggere un ulteriore danno economico ai lavoratori di Gorizia e Monfalcone, colpendo indirettamente anche i cittadini, che vedono ridursi giorno dopo giorno l’accesso a servizi sanitari essenziali».
«Si tratta di una scelta cinica e miope, che colpisce i territori più fragili, acuisce le disuguaglianze e dimostra che per questa Azienda esistono cittadini e lavoratori di Serie A e altri considerati sacrificabili» commentano le due segreterie. Al tavolo prefettizio Uil Fpl e Nursind «hanno ribadito con fermezza che salvare l’Isontino, prima che sia troppo tardi, è una priorità assoluta». «Il tempo delle parole è finito – concludono - la procedura di conciliazione si è conclusa con esito negativo. Alla luce dell’ennesimo nulla di fatto, le scriventi Organizzazioni Sindacali annunciano che saranno valutate tutte le azioni conseguenti, nessuna esclusa, compresa la proclamazione di uno sciopero generale del personale. Non ci fermeremo».
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