La proposta
San Canzian, la richiesta in consiglio comunale di una posizione sul conflitto in Medio Oriente

Sottoscritto da più consiglieri un appello bipartisan per il cessate il fuoco a Gaza e il rispetto del diritto internazionale. Iniziativa in linea con quanto già approvato dal Consiglio regionale Fvg.
Sarà portato in Consiglio Comunale stasera a San Canzian d’Isonzo la proposta sottoscritta da vari consiglieri che chiedono un intervento deciso a favore della pace in Medio Oriente e del riconoscimento dello Stato di Palestina. Una mozione, depositata senza insegne partitiche e sottoscritta da diversi consiglieri comunali, propone un’iniziativa concreta per sollecitare il Governo italiano a un impegno forte per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, la liberazione degli ostaggi e dei prigionieri politici e il pieno rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani.
L’iniziativa, formalmente presentata il 3 luglio e già ispirata da un analogo documento approvato in Consiglio regionale, intende lanciare un segnale chiaro: «Tacere significa accettare, e accettare significa diventare complici». Da qui la volontà di esprimere una presa di posizione netta, «con senso civico bipartisan» e senza connotazioni ideologiche, per affermare il principio che la pace è un diritto umano universale e imprescindibile. Tra i primi firmatari compaiono i nomi di Silvia Caruso, Luigi Canciani, Graziella Borgnolo ed Emiliano Biasutto. La mozione resta aperta alla sottoscrizione di tutti i consiglieri che ne condividano lo spirito.
La mozione ripercorre le tappe fondamentali del conflitto israelo-palestinese, ricordando il massacro del 7 ottobre 2023 compiuto da Hamas, condannato con forza anche dal Consiglio regionale Fvg. Ma è la reazione successiva del governo israeliano, ritenuta sproporzionata e disumana, ad aver aggravato la situazione: secondo i dati riportati, sono circa 60mila le vittime e oltre 120mila i feriti nella Striscia di Gaza, con una crisi umanitaria che continua a peggiorare anche a causa della carestia.
Nel testo si richiamano le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha parlato della necessità immediata di un cessate il fuoco e dell’urgenza di far entrare gli aiuti umanitari nella Striscia, così come le dichiarazioni del ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha definito «drammatica e inaccettabile» l’azione militare israeliana. Si sottolinea inoltre la necessità di distinguere nettamente tra il terrorismo e la popolazione civile incolpevole, per evitare una spirale di violenza senza fine.
Un passaggio centrale riguarda la legittimità del diritto palestinese all’autodeterminazione. La mozione richiama la risoluzione ONU n. 181 del 1947, l’accordo di Oslo del 1993 basato sul principio “due popoli, due Stati”, la risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 2012 che ha riconosciuto la Palestina come Stato osservatore, e le recenti prese di posizione della Corte Internazionale di Giustizia e della Corte Penale Internazionale. Quest’ultima, nel maggio 2024, ha chiesto un mandato d’arresto per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e per alcuni leader di Hamas, accusati di crimini di guerra e contro l’umanità.A oggi, oltre 140 Paesi hanno riconosciuto ufficialmente lo Stato di Palestina, tra cui anche il Vaticano. Nel 2024, anche Spagna, Irlanda, Norvegia e Slovenia hanno formalizzato il loro riconoscimento, rafforzando il percorso di legittimazione della causa palestinese.
In questo contesto, San Canzian chiede al sindaco di convocare i capigruppo consiliari per redigere e inviare al Governo italiano una lettera con richieste chiare: adoperarsi per il cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi e dei prigionieri politici, il riconoscimento ufficiale dello Stato di Palestina, e la promozione di una posizione comune a livello regionale. La mozione chiede anche di sostenere progetti di cooperazione internazionale a favore dello sviluppo socio-economico e culturale nei territori palestinesi, in collaborazione con università, Ong e realtà civiche impegnate per la pace. Il documento si conclude con un monito chiaro: «Non sono giustificabili né tollerabili in alcun modo fenomeni di antisemitismo». Un richiamo che vuole tenere ferma la condanna contro ogni forma di odio, pur ribadendo il diritto del popolo palestinese all’esistenza e alla sovranità.
Foto Pixabay/hosnysalah
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