A Ronchi parte il progetto ‘La gente di piazza Grande’,  che racconta il cuore storico di Gorizia

A Ronchi parte il progetto ‘La gente di piazza Grande’, che racconta il cuore storico di Gorizia

L’INIZIATIVA

A Ronchi parte il progetto ‘La gente di piazza Grande’, che racconta il cuore storico di Gorizia

Di REDAZIONE • Pubblicato il 06 Dic 2025
Copertina per A Ronchi parte il progetto ‘La gente di piazza Grande’,  che racconta il cuore storico di Gorizia

Martedì 9 dicembre alle 18, a Villa Vicentini Miniussi, saranno presentati i laboratori del progetto inserito in GO!2025. Un percorso multidisciplinare per riscoprire la storia di piazza Grande, oggi piazza della Vittoria. Il suo ruolo nella formazione dell’identità multiculturale goriziana.

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Prenderà il via martedì 9 dicembre alle 18, a Villa Vicentini Miniussi di Ronchi dei Legionari, il progetto “La gente di piazza Grande”, promosso dal Consorzio Culturale del Monfalconese ed Ecomuseo Territori. L’incontro inaugurale, intitolato “Valorizzare il patrimonio culturale con approccio multidisciplinare e creativo”, presenterà i laboratori realizzati nei mesi scorsi da Fondazione Radio Magica, Centrum Studium Aps e Dobia Film: tre realtà che hanno sviluppato modalità innovative per avvicinare la comunità, soprattutto i più giovani, alla storia del territorio.

Il progetto, inserito nel programma di GO!2025, nasce per raccontare il flusso di persone che nel corso dei secoli hanno attraversato e vissuto piazza Grande a Gorizia – oggi piazza della Vittoria. Un luogo simbolo della città, teatro di eventi storici, religiosi, sociali e ricreativi che hanno segnato la vita del capoluogo isontino. Qui, scambi, incontri e talvolta scontri tra popolazioni diverse hanno contribuito a costruire quella multiculturalità che ancora oggi caratterizza Gorizia e il suo territorio di confine.

Trasmettere alle nuove generazioni la consapevolezza del valore storico e culturale della piazza è uno degli obiettivi centrali del progetto. «Il progetto non inizia adesso, ma è adesso che vengono presentati i lavori – sottolinea il presidente del CCM, Davide Iannis –. “La gente di piazza Grande” nasce da un’intuizione di Nicolò D’Avola, studioso e collezionista di volumi storici e antiche fotografie della Gorizia asburgica, che ha immaginato un racconto della città attraverso le persone che hanno animato la piazza. I laboratori si sono rivelati strumenti preziosi per narrare, con linguaggi innovativi, le relazioni di un territorio di confine. A gennaio, inoltre, nella sede di Carigo a Gorizia verrà presentato il volume di D’Avola, opera conclusiva del progetto».

“La gente di piazza Grande” si configura quindi come un percorso dinamico e in continua evoluzione, che utilizza linguaggi diversi — storico, visivo, artistico, inclusivo e didattico — per raggiungere pubblici differenti. Una pluralità di approcci che riflette la ricchezza e la complessità della storia goriziana.

Importanti i contributi dei tre laboratori coinvolti. Fondazione Radio Magica ha condotto un percorso di 30 ore con una dozzina di giovani adulti con disabilità, realizzando un bassorilievo tattile raffigurante la facciata della chiesa di Sant’Ignazio, uno dei simboli architettonici della piazza. Il laboratorio, seguito da educatori e un maestro ceramista, ha dato vita a un’opera che unisce creatività, accessibilità e memoria storica.

Centrum Studium Aps ha invece portato la storia di piazza Grande nelle scuole primarie del territorio, collaborando con gli istituti Tommaseo di San Lorenzo Isontino, Pecorini e Sant’Angela Merici di Gorizia, e Galilei di Mossa. Oltre 300 alunni hanno partecipato ai laboratori, supportati da contenuti multimediali realizzati da studenti delle scuole superiori e dell’università, creando così un ponte intergenerazionale di conoscenza.

Infine, Dobia Film ha dato vita a un video d’arte prodotto al DobiaLab di Staranzano. Utilizzando materiali d’archivio e tecniche di intelligenza artificiale generativa, il lavoro ricostruisce momenti significativi della storia di piazza Vittoria, con un’attenzione particolare alle persone che ne hanno fatto il fulcro della vita cittadina. Le immagini, realizzate da Sara Fabiani, Mattia Romanut, Marco Fregonese e Irene Capasso, sono accompagnate dai versi del poeta Giovanni Fierro e dalle musiche elettroniche di Fregonese e Romanut.

Foto d'archivio

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