Ronchi omaggia la Brigata Proletaria nel segno della libertà e della democrazia

Ronchi omaggia la Brigata Proletaria nel segno della libertà e della democrazia

IL CORTEO

Ronchi omaggia la Brigata Proletaria nel segno della libertà e della democrazia

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 08 Set 2025
Copertina per Ronchi omaggia la Brigata Proletaria nel segno della libertà e della democrazia

Almeno 200 le persone partecipanti. Cerimonia dinnanzi al cippo che ricorda la formazione partigiana. Ricordato Mario Candotto.

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Partecipazione importante - almeno 200 le persone aderenti – alla commemorazione in ricordo della formazione della Brigata Proletaria e della Battaglia di Gorizia. La cerimonia si è svolta davanti al cippo sito in Salita Doberdò a Ronchi dei Legionari Era il 17 settembre del 1970 quando, alla presenza dell'allora sindaco, Umberto Blasutti, del parroco di San Lorenzo, monsignor Mario Virgulin, del Gonfalone della città scortato da tre vigili urbani e di tanta, tantissima gente, veniva inaugurato il cippo dedicato alla costituzione, dopo l'8 settembre del 1943, della prima formazione partigiana in Italia, appunto la brigata “Proletaria”.
La manifestazione si è aperta nel ricordo di Mario Candotto, ex deportato scomparso nel luglio scorso. «Sembra ancora di averlo dinnanzi a noi, mentre accende il tripode – sono le parole della presidente dell’Anpi, Marina Cuzzi – ma gli siamo grati per quello che è stato e per quello che ci ha insegnato».

Numerosi i rappresentanti del Comuni, partecipanti con i loro gonfaloni, dei partiti politici, dei sindacati, ma anche molti cittadini.  «Oggi – sono state le parole del vicesindaco, Enrico Papais - ho l’onore di rappresentare una comunità che ha dato un contributo significativo alla Resistenza e alla costruzione della vita democratica del nostro Paese. Un impegno che ha avuto un costo alto, ma che ha radicato nel nostro territorio quei valori di libertà, giustizia e democrazia che ancora oggi ci guidano. In città i valori costituzionali e la tutela dei principi democratici sono profondamente radicati, grazie all’impegno e al sacrificio di operai, contadini, studenti e cittadini comuni che hanno combattuto per noi, per il nostro futuro».

Anche Papais ha ricordato Candotto e, assieme a lui, la staffetta partigiana, Ondina Peteani. Il vicesindaco ha pure fatto riferimento all’avvio dell’iter per il conferimento alla città della Medaglia d’Oro al Valor Civile. «Non dobbiamo permettere – ha aggiunto il sindaco di Doberdò del Lago, Peter Ferfoglia – che le guerre e le ideologie mettano a repentaglio la libertà di parola, di pensiero e di espressione. E siamo grati a chi, come gli uomini della “Proletaria”, ci hanno aperto la strada della libertà». A concludere i discorsi ufficiali è stato il presidente provinciale dell’Anpi, Ennio Pironi, che ha ripercorso la storia di 82 anni fa. «Dopo l’8 settembre – ha affermato Pironi – la decisione fu immediata. Nessuno voleva lavorare o vivere sotto l’oppressione nazifascista. Così, in poche ore, si organizzarono e si diedero appuntamento qui a Selz. Lasciarono le case, il lavoro e gli attrezzi con un unico obiettivo, quello della libertà e della democrazia».

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