LA PROPOSTA
«Ripristinare la scritta “W l’Italia” sul Sabotino». La senatrice Tubetti lancia la Proposta di Legge

Presentata stamattina l’iniziativa di Fratelli d’Italia per salvaguardare il patrimonio della Guerra Fredda e il tricolore illuminato sul monte.
Una scritta bianca, semplice, “W l’Italia”, che campeggia sulla montagna, rivolta verso la valle dell’Isonzo, e un tricolore illuminato visibile anche dalle pianure friulane: sono questi i simboli della Guerra Fredda sul Monte Sabotino che la senatrice Francesca Tubetti, eletta con Fratelli d’Italia, intende proteggere con una proposta di legge depositata al Senato nei giorni scorsi. Il testo, intitolato “Disposizioni per la salvaguardia del patrimonio storico-culturale legato alla Guerra Fredda sul Monte Sabotino”, mira a integrare le attuali tutele previste per i luoghi della Grande Guerra, riconoscendo anche il valore memoriale del secondo dopoguerra, quando il confine orientale divenne il fronte silenzioso della divisione ideologica tra Est e Ovest.
«Il Monte Sabotino – scrive la senatrice nella proposta di legge – fu teatro delle sanguinose Battaglie dell’Isonzo durante la Prima Guerra Mondiale, ma anche spartiacque geopolitico durante la Guerra Fredda. È tempo che anche questa seconda storia riceva il riconoscimento che merita».
Concretamente, il disegno di legge prevede una duplice modifica al Codice dell’ordinamento militare. All’articolo 252 del decreto legislativo n. 66 del 2010, dove si menziona la “guerra di redenzione 1915-1918”, si aggiungerebbe la specifica che i militari italiani «salvaguardarono la sicurezza della Nazione nel corso della Guerra Fredda tra blocco occidentale e blocco orientale sino alla disgregazione della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia». All’articolo 254, invece, verrebbe introdotto un nuovo comma che impegna il Ministero della Difesa a tutelare «i siti e le testimonianze monumentali legati al periodo della Guerra Fredda esistenti sul Monte Sabotino», compresi il grande tricolore e la scritta “W l’Italia”, «quali simboli di perpetua memoria».
Per la senatrice Tubetti, si tratta di «restituire dignità a un capitolo spesso ignorato della nostra memoria collettiva. Quei simboli non sono solo retaggi militari, ma testimonianze vive della fedeltà italiana al mondo libero». Una scelta, quella del Sabotino, tutt’altro che casuale: con la pace di Parigi del 1947, il monte si ritrovò a segnare la frontiera tra l’Italia e la Jugoslavia comunista, diventando punto di osservazione, presidio militare e baluardo psicologico. «Fu il nostro Checkpoint Charlie» osserva Tubetti.
Il disegno di legge, articolato in quattro articoli, prevede l’entrata in vigore 30 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, senza oneri per la finanza pubblica. L’attuazione, infatti, avverrebbe «con le risorse umane, strumentali e finanziarie già previste a legislazione vigente». Il disegno, che vede Tubetti prima firmataria, è stato depositato e ora arriverà in Commissione prima di procedere con l’iter.
Non è la prima volta che il Monte Sabotino torna al centro del dibattito politico e culturale. Già da alcuni anni, studiosi e appassionati di storia del Novecento auspicano un ampliamento delle tutele oltre il periodo bellico del 1915-1918. Tuttavia, questa è la prima proposta organica che riconosce ufficialmente il valore storico-culturale del Sabotino come «area protagonista della Guerra Fredda».
L’iniziativa, presentata stamattina a Gorizia alla presenza del vicesindaco, Chiara Gatta, e dell’assessore Francesco Del Sordi, presidente del circolo Fdi Gorizia, ha visto l’avvallo anche del sindaco Rodolfo Ziberna: «La proposta non è contro nessuno, vuole semplicemente raccontare la storia di un territorio perché senza le tragedie del Novecento Gorizia e Nova Gorica non sarebbero mai state oggi Capitale europea della Cultura», così il primo cittadino.
«Come Comune di Gorizia – ha concluso la vicesindaco, Chiara Gatta - ci siamo impegnati a riattivare i riflettori sul percorso della Guerra Fredda a Gorizia, con il recente ciclo di conferenze sulla Guerra Fredda promosso dal Comune di Gorizia in collaborazione l’Università degli Studi di Udine e Harvard University. Qui trovano valorizzazione anche i diversi bunker, che puntiamo a rendere fruibili anche per percorsi turistici».
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