La Piattaforma Europea di Cooperazione Transfrontaliera si incontra a Gorizia, focus sulle regioni di confine

La Piattaforma Europea di Cooperazione Transfrontaliera si incontra a Gorizia, focus sulle regioni di confine

LE ESPERIENZE E LE DIFFICOLTÀ

La Piattaforma Europea di Cooperazione Transfrontaliera si incontra a Gorizia, focus sulle regioni di confine

Di Federico De Giovannini • Pubblicato il 13 Nov 2025
Copertina per La Piattaforma Europea di Cooperazione Transfrontaliera si incontra a Gorizia, focus sulle regioni di confine

La sessione all’Auditorium della cultura friulana sui Balcani occidentali ha visto la partecipazione dell’assessore regionale a lavoro e istruzione Rosolen. Il saluto del ministro degli Affari Esteri Tajani.

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Le regioni di confine, il loro potenziale nell’ottica dell’integrazione europea, ma anche le difficoltà e gli ostacoli che permangono nella piena realizzazione di uno spazio transfrontaliero: questi i temi del meeting annuale dell’European Cross-border Platform (ECBP), la due giorni di incontri organizzata dal Comitato europeo delle Regioni in collaborazione con la Regione Friuli Venezia Giulia che per l’edizione 2025 ha scelto proprio Gorizia come sede.

La Piattaforma, istituita nel 2024 come successore del Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale (EGTC), mira a riunire tutti gli attori della cooperazione transfrontaliera: centinaia i delegati in rappresentanza di città, enti, regioni ed Euroregioni che hanno partecipato oggi 13 novembre alla prima delle due giornate di discussione, all’Auditorium della Cultura Friulana.

Sono state le parole di Sergio Emidio Bini, assessore regionale alle attività produttive, ad aprire stamattina i lavori. Bini, intervenuto in delega del presidente Fvg Massimiliano Fedriga, ha sottolineato che «le regioni di confine sono protagoniste nel rafforzare la coesione e la collaborazione tra enti, istituzioni e cittadini in seno all’Europa». Un «onore», dunque, per Gorizia e il Friuli Venezia Giulia, ospitare due giorni di confronto «dedicati alle esigenze e alle potenzialità delle aree di confine, perfettamente nel clima di cooperazione e apertura che contraddistingue GO! 2025, la Capitale europea della cultura condivisa da Gorizia e Nova Gorica».

Nel pomeriggio, alle ore 16, si è poi svolta la sessione tematica “Regioni transfrontaliere e allargamento dell’Ue”. A discuterne, l’assessore regionale al lavoro e all’istruzione Alessia Rosolen, il vicepresidente della regione serba della Vojvodina Tomislav Žigmanov e Kerim Medjedovic, esponente dell’Agenzia per la Democrazia Locale di Nikšić, in Montenegro. Focus del dialogo è stata l’integrazione europea della regione dei Balcani occidentali e gli strumenti di tale percorso.

Il panel si è aperto con un messaggio, letto da Rosolen, del vicepresidente del Consiglio dei ministri e ministro agli Affari Esteri Antonio Tajani. «Un appuntamento importante per affrontare due dimensioni fondamentali per l’Europa, ovvero l’allargamento e la cooperazione transfrontaliera - queste le parole di Tajani - Gorizia è una città simbolo della riconciliazione, soprattutto alla luce della magnifica esperienza della Capitale Europea della Cultura, e rappresenta dunque un luogo di confronto ideale su questi temi».

Da qui, l’aggancio dell’intervento d’apertura di Rosolen: «Gli scenari europei ed internazionali stanno cambiando in maniera molto repentina. L’obiettivo è tornare ad uno spazio unitario di pace, democrazia, sviluppo ed inclusione: concetti fondamentali che riguardano l’Unione Europea e i processi di revisione o modifica degli strumenti a nostra disposizione legati alle politiche regionali di coesione». Secondo l’assessore regionale al lavoro, le risposte concrete rivolte al territorio si traducono «non nell’individuazione di singoli poli, istituzioni o enti di ricerca», ma nella «costruzione di “valli” al posto di confini, così da far crescere «spazi di competitività, resilienza e innovazione che guardano al futuro».

Forte e per certi versi simile il messaggio lanciato da Medjedovic. Il rappresentante dell’organizzazione non governativa montenegrina ha ricordato l’«artificialità» di confini, nazioni e lingue, spiegando come l’Agenzia Democrazia Locale, nata durante i sanguinosi anni Novanta della guerra nell’ex-Jugoslavia, lavori su più livelli come «parte di un network europeo puntando su metodologie di cooperazione decentralizzata».

Le sfide che una regione autonoma di confine come la Vojvodina in Serbia si trova ad affrontare e per le quali ritiene prioritaria una cooperazione in chiave di integrazione europea riguardano soprattutto «questioni universali come i cambiamenti climatici», ma anche la situazione locale della sanità, la logistica con il passaggio di mezzi e merci ai confini e «l’equilibrio tra turismo, tradizioni e temi ecologici»: questi i punti elencati e trattati dal vicepresidente della regione Žigmanov. Per Medjedovic, invece, è essenziale che «si riesca a utilizzare le risorse già esistenti nelle zone di confine tra Paesi, unendole in chiave cooperativa» per fornire, ad esempio, «risposte puntuali alle emergenze».

Sulle piccole difficoltà che permangono anche in regioni con una storia più lunga di dialogo, come appunto il territorio transfrontaliero goriziano, si è concentrata infine Rosolen. Queste criticità riguardano «il lavoro transfrontaliero o il riconoscimento di titoli di studi, con meccanismi diversi di conteggio e restituzione ai cittadini»: secondo l’assessore bisogna «superare i tanti piccoli particolarismi puntando su strategie macro-regionali di sviluppo e percorsi di confronto e cooperazione», essenziali soprattutto quando vi convergono Paesi membri dell’Unione Europea e altri ancora in fase di adesione. 

In tal senso, proprio i Gect sono a suo avviso «uno dei grandi esempi che raccontano come il lavoro collaborativo, nel nostro caso tra Regione Friuli Venezia Giulia e Stati confinanti, possa portare a progetti condivisi da sviluppare sul territorio con due aspetti essenziali: rispondere a esigenze concrete del territorio e individuare i soggetti al loro interno che devono attivarsi in tale senso».  

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