Oltre mille in maschera a sfilare per il Carnevale Estivo, Grado in festa per la sfilata

Oltre mille in maschera a sfilare per il Carnevale Estivo, Grado in festa per la sfilata

L'appuntamento

Oltre mille in maschera a sfilare per il Carnevale Estivo, Grado in festa per la sfilata

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 20 Lug 2025
Copertina per Oltre mille in maschera a sfilare per il Carnevale Estivo, Grado in festa per la sfilata

Un appuntamento che ormai «è atteso da gran parte della cittadinanza». Carri da numerose località anche venete, con «libertà, colori, danze».

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Musica, balli e ‘bicierade’ fino a tarda notte. La sfilata di luglio a Grado ha portato come ogni anno una ventata di spensieratezza attirando curiosi e appassionati da ogni dove. «Il Carnevale estivo – ha rimarcato il primo cittadino Giuseppe Corbatto prima che iniziasse la kermesse alle 21 - è diventato ormai un appuntamento dell’estate gradese. Ballare, ridere e festeggiare sono il cuore del Carnevale, ma – ha auspicato - evitiamo schiamazzi notturni, bottiglie rotte o comportamenti che disturbano chi non partecipa». Immaginate una città in cui le lingue si mescolino pacificamente d’estate come d’inverno. L’Isola del Sole è in grado di unire stranieri e ‘graisani’ doc in un variopinto mosaico di culture, perché molti decidono di stabilirvisi attratti dal clima e dal suo fascino. «Il Carnevale – ribadisce – è di tutti: turisti, famiglie, residenti. Un saluto, un sorriso o un “grazie” a chi organizza rendono la festa un tesoro condiviso».

Ed è all’insegna dell’allegria e dello spirito di comunità che la città di Grado da una ventina d’anni offre a cittadini e turisti lo spettacolo dei carri del celebre Carnevale estivo. Che quest’anno si è svolto nella serata di ieri – 19 luglio – sotto un cielo stellato appena offuscato, con la partecipazione di tredici carri e dodici gruppi. «Il Carnevale invernale di solito non lo celebriamo – racconta l’assessore al Turismo nonché vicesindaca Greta Reverdito – si faceva tanti anni fa, ma negli ultimi tempi non più, visto che vi sono feste ben più grandi nei dintorni o in Bisiacaria. Da circa vent’anni a questa parte l’associazione EventiAmo – prima Sogit, le cui persone sono pressoché le stesse – organizza il Carnevale estivo. È un evento ormai consolidato, inserito fra gli appuntamenti classici dei nostri regolamenti. Per cui fra giornate come il Ferragosto, l’ultimo dell’anno e il Sabo Grando che precede il Perdon de Barbana c’è anche questo, un appuntamento fisso che gradesi, persone dei dintorni o appassionati di fuori regione aspettano con impazienza». L’attesa crea un clima di festa sin dalla mattinata, quando carri provenienti anche da città distanti raggiungono l’isola attraverso i due ponti che la collegano alla terraferma. Non solo Monfalcone e Gorizia o i paesi del Carso, ma anche le più lontane Montereale Valcellina o Fiume Veneto.

«La cittadinanza – evidenzia - per buona parte attende questo momento con ansia in quanto rappresenta una vera giornata di festa. Certo, una piccola parte, per lo più abitanti del centro storico, al passaggio dei carri prova un po’ di disagio per il rumore, ma in fondo si tratta di una serata all’anno, penso possano comprendere». Centro nevralgico di raccolta di carri e gruppi è stata l’Isola della Schiusa, collegata alla rotonda di via Manzoni da un unico ponte carrabile. Qui i carri si sono raccolti nel parcheggio a loro riservato, per assemblare i pezzi di cartapesta che raccontano le magie di Venezia, ma anche di indiani, maori e personaggi della Disney. «Sono arrivati già durante la mattina – prosegue – allestendo le parti in una sorta di “pre-festa” per quanti montano i carri». Chiuso al traffico il centro storico dedicato al serpentone, che ha riversato in città un migliaio di figuranti fra gruppi e carri per il solo piacere di divertirsi e portare gioia.

«Organizziamo la sfilata al solo scopo ludico - precisa il referente degli organizzatori Alessandro Marchesan – e non imponiamo un tema, ciascuno è libero di prendere parte alla sfilata». Ad aprire la festa sono stati proprio i più piccoli con il gruppo “L’isola dei golosi” dei bambini di Grado con carrelli guarniti di dolciumi, seguiti dal carro di Grions “Noi non facciamo gli indiani” e dal gruppo di Borgo Pracchiuso che ha portato il suo “Carnevale medievale”. A sfilare è stato anche Fiume Veneto con il carro “Matrimonio a prima vista” accompagnato dalla magia di Colloredo di Prato, cui si è aggiunta la simpatia dei “mamuli de Gravo” che ballavano fra meduse e sirenette. Presente all’appello anche “Evervin Doberdob Corporation: come ogni anno semo in alto mar” di Doberdò del Lago e gli antichi romani di Visco. «Quest’anno ci hanno invitato per una nuova gioiosa serata - confessa con tanto entusiasmo Marisa Cassani, che con il marito Marco ha preso parte al gruppo di Visco vestita di raso bianco - ed eccoci in una nuova avventura!».

L’atmosfera serale e festosa non poteva che essere accompagnata anche dal carro di “Coco” di Monfalcone e dall’armata dei Maori di Savogna d’Isonzo che sta per congedarsi. «Tra adulti e bambini, siamo un’ottantina di persone – spiega il presidente del Circolo culturale Sovodnji Denis Galliussi – per una sfilata alla quale ormai partecipiamo da anni. Oltre alle parate a Gorizia, Šempeter, Monfalcone e Savogna, abbiamo preso parte a questa che per noi è l’ultima, perché poi il carro andrà “in pensione”. Dopo – aggiunge - inizieremo a progettare e raccogliere idee per la prossima edizione». Un anno intenso che ha portato la squadra a raggiungere quota 160 iscritti, con una componente giovanile molto compatta. «Rispetto agli altri anni c’è stato un ritorno dei giovani ad aiutare – ancora Galliussi – in quanto una parte di loro si occupava del carro e un’altra dei vestiti. Il gruppo si sta consolidando negli anni e la novità è che stiamo portando amici anche dal goriziano. Il nostro punto forte è il numero di persone e il clima di amicizia che ci contraddistingue».

A sprigionare brio è stato poi il gruppo di San Mauro con pappagalli variopinti, seguito dai “Peones” di San Canzian, dall’”Armata di terracotta” di Staranzano e dal “Matto circo di Gorizia”. Oltre ai “Mutanti” di Romans, allo spassoso “Paese dei balocchi” di Marcottini e al mare di Ronchi dei Legionari, ad avanzare in processione è stato il carro dei “Leoni in festa” di Medeazza, quello di Maniago che celebrava “Gli dei dell’Olimpo”, di Annone Veneto con i suoi balocchi e di Treppo Grande con la magica Venezia. Dal Vajont proveniva “La dea bendata”, mentre “Olé” ha portato il carro giù da Montereale Valcellina. Una felicità corale a illuminare canali e strade che si è conclusa in piazza Biagio Marin, regalando quella gioia che il sindaco ha auspicato tradursi in «libertà, colori, danze» unita a rispetto del prossimo. «Rispetto – ha concluso Corbatto – è ciò che trasforma il caos in un’esperienza indimenticabile per tutti, senza rovinare spazi pubblici o rapporti sociali». Fra coriandoli e luci, il divertimento più grande è stato quello dei bambini, che instancabili e felici hanno retto le danze insieme ai genitori.

Fotoservizio Enrico Cester.

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