«No» unanime della politica al modello produttivo di Fincantieri, mozione condivisa tra maggioranza e opposizione

«No» unanime della politica al modello produttivo di Fincantieri, mozione condivisa tra maggioranza e opposizione

IN CONSIGLIO COMUNALE

«No» unanime della politica al modello produttivo di Fincantieri, mozione condivisa tra maggioranza e opposizione

Di SALVATORE FERRARA & FEDERICO DE GIOVANNINI • Pubblicato il 03 Nov 2025
Copertina per «No» unanime della politica al modello produttivo di Fincantieri, mozione condivisa tra maggioranza e opposizione

I consiglieri comunali di Monfalcone trovano la quadra e votano all'unanimità. La seduta ha sottolineato l'importanza di legalità e riforme strutturali a beneficio dell'intero tessuto sociale.

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È una mozione unitaria quella partorita – è proprio il caso di dirlo – dal Consiglio Comunale odierno tenutosi a Monfalcone. Il documento porta il titolo proposto dalla maggioranza - “Fincantieri: la città chiede un nuovo modello” – ma ha raccolto il voto unanime dei presenti, 21 consiglieri.

Condivise le premesse, maggioranza e opposizione hanno convenuto che «la crescita della capacità produttiva deve essere accompagnata da processi di compatibilità rispetto agli impatti economici e sociali nei territori interessati, così da bilanciare lo sviluppo industriale con le diseconomie locali causate dalla presenza di manodopera a basso costo». Quindi «è necessaria una valutazione dei fabbisogni rapportata ai possibili cambiamenti organizzativi e tecnologici a breve, medio e lungo termine, in funzione del rafforzamento dell’efficienza e della competitività dei cantieri».

«Occorre quindi agire prioritariamente per promuovere il “valore del lavoro” nella cantieristica, investendo in competenze e formazione e colmando l’attuale gap di manodopera specializzata, anche attraverso la creazione di una società consortile partecipata da Fincantieri che garantisca un controllo più efficace sull’organizzazione del sistema produttivo, la stabilizzazione dei rapporti di lavoro e il rispetto degli obblighi contrattuali» continua la mozione.

Poi la richiesta di «sviluppare un nuovo modello organizzativo capace di superare l’espansione indiscriminata di appalti e subappalti, responsabile di aver penalizzato la manodopera locale e di aver causato pesanti ricadute sociali sul territorio».

«Ciò – si rileva nel testo - anche alla luce dell’emersione di fenomeni criminosi come l’estorsione, lo sfruttamento e il caporalato nei confronti dei lavoratori del subappalto. Fatti che, qualora confermati, presentano elementi tipici dei sistemi a carattere mafioso, quali organizzazione, intimidazione e omertà. Gli incidenti recentemente avvenuti nei cantieri di Monfalcone non possono essere ridotti a mere statistiche: sono un segnale inequivocabile della necessità di rivedere il modello produttivo. La tutela della salute è strettamente legata alla gestione della manodopera, ai cambiamenti organizzativi e tecnologici e all’impatto che la crescita aziendale ha sul territorio».

Richiamato anche l’atto di Policy aziendale del 30 settembre 2024 nel quale Fincantieri «si è impegnata a rispettare i diritti delle comunità locali, ridurre l’impatto sociale e ambientale delle attività produttive e promuovere un dialogo aperto e trasparente con il territorio».

È sul «cambio profondo nelle relazioni tra azienda e Istituzioni locali» che maggioranza e opposizione finalmente non si dividono «passando dalle dichiarazioni alla reale condivisione delle scelte produttive e dei fabbisogni occupazionali». Quanto alla tutela della salute dei lavoratori, è stata richiesta al Parlamento l’abrogazione «per equità e giustizia sociale», del Decreto Legge 34 del 2023 convertito nella Legge 56 del 2023, che ha istituito il cosiddetto “Fondo vittime per l’amianto”.

«Finalmente, grazie alla presa di coscienza della maggioranza siamo arrivati ad una sintesi condivisa anche sulla richiesta di abrogazione del Decreto Vergogna – commenta il consigliere dem, Diego Moretti – il risultato raggiunto è positivo al quale si è arrivati con approcci differenti ma complementari che hanno portato ad una sintesi». Il dem ha quindi salutato positivamente il fatto che ad Azienda, Regione e Governo sia stato richiesto «di farsi carico delle complessità che si vivono in città» ai fini di vedere istituito un Osservatorio per la legalità ai fini del contrasto dei fenomeni come il caporalato e le estorsioni.

Sulla stessa linea anche il capogruppo di Monfalcone Civica e Solidale Alessandro Saullo, che ha dichiarato il suo apprezzamento per la formulazione molto chiara da parte della maggioranza per chiedere al governo l’abrogazione del decreto sul “Fondo amianto”. Per il consigliere è stato «positivo» il fatto che le forze politiche abbiano collaborato «al di là delle differenze legittime di vedute sulla città, ma consapevoli che un simile livello di tensione socioeconomica e di prospettiva finanziaria necessità di risposte straordinarie nei confronti dell’Azienda e delle altre istituzioni competenti».

Sono stati individuati otto punti prioritari di confronto con Fincantieri, volti a garantire uno sviluppo equilibrato tra attività produttiva, tutela sociale e qualità del territorio. Si riconosce la necessità di valutare l’impatto degli investimenti industriali sulle dinamiche economiche, sociali e urbanistiche della città, promuovendo un modello produttivo meno frammentato e più sostenibile. È ritenuto essenziale ridurre il ricorso al subappalto, investire nella formazione e nelle competenze professionali, e sostenere l’innovazione tecnologica per migliorare la qualità e la stabilità dell’occupazione.

Un aspetto sollevato anche nel commento in Aula del consigliere Anna Maria Cisint, che evidenzia come questa mozione «recepisca la convinzione condivisa che il sistema produttivo attuale ha superato i limiti di tollerabilità». I subappalti, dichiara Cisint, «generano delle problematicità che stanno esplodendo a danno sia del tessuto sociale che delle singole persone»: il riferimento dell’europarlamentare è anche al video-testimonianza da lei portato e mostrato in Aula in precedenza, durante le discussioni della mattinata.

Sollecitato inoltre nel documento il superamento di un modello basato su manodopera extracomunitaria a basso costo, favorendo un’occupazione più qualificata e inclusiva. Si propone la valutazione della creazione di una società partecipata da Fincantieri, al fine di garantire maggior controllo sui processi produttivi e migliori condizioni lavorative. Viene ribadita l’importanza di integrare la responsabilità sociale d’impresa nella pianificazione aziendale, rafforzando nel contempo i protocolli di legalità e i sistemi di monitoraggio per contrastare fenomeni di sfruttamento, caporalato o infiltrazioni mafiose negli appalti e subappalti.

Infine, è emersa la necessità di interventi strutturali che andranno messi in pratica da parte di Fincantieri e delle Istituzioni preposte che dovranno pure provvedere a garantire interventi strutturali per mitigare la pressione sul mercato degli affitti, potenziare i servizi di sostegno alla genitorialità e all’emancipazione femminile, e prevedere forme di supporto economico al Comune per far fronte alle ricadute sociali legate all’attività industriale.

Aspetti di indubbia positività, questi ultimi, anche per Saullo: «Senza una revisione profonda del modello produttivo di Fincantieri è difficile pensare di affrontare i problemi che esso ha fatto diventare, negli anni, da tendenziali a organici e strutturali». «Monfalcone ha costi sociali inattesi ma importanti – ha concluso il consigliere di Monfalcone Civica e Solidale - se vogliamo che vivere a Monfalcone preveda accessibilità di servizi, allora dobbiamo prevedere interventi straordinari con servizi proporzionati al suo fabbisogno».

L’Assise ha quindi impegnato la giunta a sollecitare Fincantieri ad avviare un confronto trasparente e strutturato, in coerenza con la Policy aziendale e con le priorità indicate nel presente documento e ad assumere ogni utile iniziativa necessaria al perseguimento degli obiettivi dell’ordine del giorno votati.

Il commento finale, portato a margine della votazione chiusasi all’unanimità, è di Anna Maria Cisint: «Abbiamo giocato una partita importante e difficile. Si apre di fronte a noi un percorso molto complesso, ma aver ribadito oggi tutti insieme che riteniamo fondamentali questi aspetti per il futuro è un passo decisivo».  

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