AMBIENTE
Monfalcone, il progetto europeo ‘Artemis’ tutela le praterie di fanerogame. Investimento «strategico» da 250mila euro

Mappati e identificati gli ambienti legati a queste piante. Attività di ripristino possibili grazie al campo di boe ecologiche nelle acque di Panzano.
Il progetto europeo “Artemis” ideato per la tutela delle biodiversità marine del valore complessivo di 2,4 milioni di euro produce i suoi effetti a Monfalcone. Infatti, il Comune è risultato destinatario di un finanziamento europeo di 250mila euro che ha permesso la realizzazione del Campo Boe Ecologiche di Panzano. Una progettualità - scritta dalla Posizione Organizzativa Rada Orescanin e da Lucio Gregoretti – figlia, appunto, di Artemis che è materia di approfondimento da oggi, martedì 7 ottobre, a giovedì 9, di un convegno scientifico sul Mar Mediterraneo ospitato in municipio.
Vi partecipano alcune fra le più prestigiose istituzioni europee: Plan Bleu di Marsiglia, Hellenic centre for Marine research di Atene, Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), Fondazione Medsea di Cagliari, l Menorca biosphere reserve agency di Minorca, Ecoacsa - Riserva della biodiversità di Madrid, Denkstatt Sofia, Bax innovation consulting da Barcellona e The green company dalla Grecia. Presenti anche gli stakeholder provenienti dai cinque Paesi Europei aderenti.
È la marsigliese Plan Bleu – Centro per lo sviluppo e ambiente al servizio dei Paesi del Bacino Mediterraneo - ad essere la capofila del progetto. A presentare la realtà che lavora per proteggere il Mediterraneo è stato il dottor Arnaud Terrisse. Questo ente si muove all’interno del quadro internazionale tutelato dalla Convenzione di Barcellona attraverso i suoi 7 protocolli attuativi.
Tutelare le fanerogame marine, come sta avvenendo da diversi anni nel golfo monfalconese, è fondamentale per la salute degli ecosistemi costieri. Di questo ne hanno parlato anche il dottor Alessio Capriolo e la dottoressa Barbara La Porta, rispettivamente responsabile delle valutazioni economiche e referente del centro nazionale laboratori di Ispra i quali hanno relazionato sulla minaccia che le pressioni antropiche rappresentano sulle praterie delle fanerogame che sta via via regredendo nel Mediterraneo. «Il loro ripristino è un investimento strategico in termini di capitale naturale e porta benefici ecologici, sociali ed economici» spiegano.
Volendo semplificare, i valori economici dell’attività scientifica che riguardano un periodo di riferimento di 10 anni, parlano di una cifra che arriva anche a 80mila euro per ettaro di beneficio economico considerando le varie fasi ma i “rendimenti” possono essere superiori ancora di molto. Nel saluto introduttivo ai lavori, il sindaco Luca Fasan ha sottolineato la valenza del progetto che si aggiunge agli investimenti sul mare che l’amministrazione comunale ha fortemente voluto e attuato. «Sono stati motore per il lavoro a supporto di giovani startup - commenta Fasan – risorse insostituibili per tutelare il rispetto dell’ambiente e del sistema marino».
Il tutto si rifà ed è in line alla Legge Europea “Nature Restoration Law” del 18 agosto 2024 i cui obiettivi sono il ripristino di almeno il 20% di aree terrestri e marine entro il 2030 e dal 60 al 90% entro il 2050. Lo strumento legislativo prevede pure che ogni Paese predisponga un piano di ripristino annuale.
Anche l’assessore agli affari europei e alle relazioni internazionali Antonio Garritani ha sottolineato l’attenzione che l’amministrazione ha sul tema della tutela degli ecosistemi e la conservazione della biodiversità nonostante la natura prevalentemente industriale di Monfalcone. Garritani ha definito le misure comunali messe in atto come «tutele innovative» per evitare la diversificazione dei fondali marini e ha evidenziato la collaborazione che l’Ente ha sviluppato con le associazioni ambientaliste che danno un contributo prezioso in materia.
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