La lettera
Lettere - Ricostruire le province ha senso solo se serve a rafforzare i Comuni
Una riflessione per capire come migliorare l'intera struttura gerarchica a livello regionale. La proposta arriva dal primo cittadino di Ruda.
Ci scrive Franco Lenarduzzi, sindaco di Ruda e rappresentante Anci per Piccoli Comuni con una riflessione sul futuro dell'assetto amministrativo locale (i.b.).
Il sistema istituzionale vive una crisi storica profonda, che si manifesta soprattutto nei piccoli Comuni: poco personale, burocrazia crescente, responsabilità sempre più pesanti e sempre meno amministratori disponibili. È un sistema che, nel tempo, ha ingrossato la Regione e indebolito i Comuni, generando un disallineamento che oggi pesa sia sul piano amministrativo sia su quello democratico.
Nel dibattito attuale non si discute più se ricostituire le Province, ma come. Riproporre le vecchie Province sarebbe un errore: servono nuovi assetti, costruiti dal basso, attraverso processi partecipati e nel pieno rispetto della legittimazione delle autonomie locali. Le fusioni obbligatorie tra Comuni si sono rivelate una forzatura, tranne in qualche caso e ogni comunità ha diritto all’autodeterminazione. Chi sceglie di unirsi o di restare autonomo deve essere sostenuto allo stesso modo.
Il decisionismo imposto dall’alto genera rotture e disaffezione. L’efficienza non nasce dall’imposizione, ma dalla collaborazione tra livelli istituzionali, soprattutto a sostegno dei Comuni più fragili. Per questo occorre definire con chiarezza quali funzioni attribuire alle nuove Province e quali servizi condividere, ispirandosi a modelli che funzionano, come i distretti francesi o la specializzazione di competenze specifiche nelle agenzie.
Al centro di tutto occorre considerare che i cambiamenti prodotti dalla crescita frenetica dei sistemi tecnologici stanno impoverendo i sistemi organizzativi storici di base. Rendono più soli i cittadini con gravi rischi di disaffezione e riconoscibilità per i valori democratici.
È quindi fondamentale distinguere cosa si intende con i termini "società" e "comunità"; la prima stabilisce l'insieme di regole e strutture, nel pubblico come nel privato, che mirano all'organizzazione. La comunità, invece, è animata da empatia, relazioni, identità condivise e senso di appartenenza. Riforme che andrebbero nella direzione di indebolire le comunità, privilegiando esclusivamente la funzionalità organizzativa senza tenere conto dei valori e dei legami, finirebbero per annullare la distinzione essenziale. I territori non sono semplici unità amministrative, ma luoghi vivi, fatti di persone, relazioni, volontariato, storia e partecipazione.
Ricostruire le Province ha senso solo se serve a rafforzare i Comuni, alleggerire la Regione e valorizzare la rappresentanza democratica. Per tanto le riforme devono essere costruite insieme, senza ideologie e senza cancellare ciò che di buono è stato fatto in passato. Nessuno è il portavoce esclusivo della storia: chi rappresenta le istituzioni lo fa solo per un tratto di strada, e ha il dovere di lasciare un sistema più forte, più giusto e più vicino alle comunità.
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