Lettere - La proposta: censiamo e salviamo i cartelli stradali vintage

La proposta: censiamo e salviamo i cartelli stradali vintage

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La proposta: censiamo e salviamo i cartelli stradali vintage

Di Marco Barone • Pubblicato il 20 Mag 2023
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Ci scrive Marco Barone. Partendo dalla presenza a San Pier d'Isonzo del vetusto 'Per favore adagio' nasce la proposta di salvare le testimonianze del passato.

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Kierkegaard disse che io mi trovo qui esitante come Ercole; non si tratta di un semplice bivio, ma di un incrocio di vie che s’irradiano in tutti i sensi. Ecco perché è tanto difficile imbroccare la giusta. Ed è anche per questo che nel corso del tempo sono nati i segnali stradali. Per aiutare l'umanità a non smarrirsi nella selva oscura delle vie di paesi, città e metropoli. Si racconta che i primissimi segnali stradali in Italia ebbero diffusione per iniziativa del prestigioso Touring Club Ciclistico Italiano e nel proprio statuto prevedeva la necessità di «collocare speciali indicatori ai crocivii delle strade nazione», e forse la prima posa di targhe segnaletiche avvenne nel 1895 a Senigallia.

I segnali stradali da tempo immemore dunque accompagnano la nostra quotidianità, eppure nel nostro Territorio ve ne sono alcuni che potrebbero essere visti da alcuni come lamiera da rottamare, per la loro età , eppure, sono una fotografia del tempo che fu. Un piccolo esempio di quel tesoro nascosto che ha un valore storico innegabile, che sarebbe un gran peccato un giorno non vedere più perché divorati non solo dalla ruggine, ma soprattutto dalla modernità. Ecco, soffermarsi per un secondo andando alla ricerca del segnale stradale vintage può essere un modo diverso di rivivere ciò che è stato e forse ancora è. Come ad esempio a San Pier d'Isonzo.

Un cartello stradale blu, del 1967, che con estrema cortesia ed eleganza così recita da quasi 60 anni: "Per favore adagio". Sarebbe bene fare forse un censimento di questi segnali vintage per evitare che possano perdersi per sempre. A proposito di vintage, nella loro guida, Laure Gontier, Jeanne-Aurore Colleuille, scrissero che rinunciare al vintage equivale a privarsi di un portentoso strumento fashion, una miniera di possibilità per affermare la propria personalità (che è unica no?) dissociandosi dalle “monotone proposte del momento".

Ecco, anche i segnali stradali a modo loro esprimono lo stile, la personalità di un'epoca, quella che ancora oggi si può intravedere in qualche angolo delle nostre città, e che è bene preservare e non rottamare, non tutti almeno. 

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