LA LETTERA
Lettere – Progressisti per Monfalcone, «Religione come arma politica: Monfalcone merita di meglio»
L’Associazione denuncia un clima di crescente «escalation di atteggiamenti ostili» da parte delle forze politiche cittadine nei confronti delle comunità musulmane.
Il tema resta quanto mai caldo: pochi giorni fa la chiusura del centro islamico “Džemat Kevser”, ieri un presidio in piazza della Repubblica organizzato dalla Lega “in risposta” alla grande e pacifica manifestazione del 23 dicembre 2023. La consistente presenza di «comunità immigrate» in città e le azioni degli esponenti politici di Monfalcone continuano a far discutere. Con questo nuovo contributo, l’Associazione Progressisti per Monfalcone intende esprimere «forte preoccupazione» per una situazione che avrebbe assunto i tratti di una «continua escalation di atteggiamenti ostili» e provocatori; situazione dalla quale le forze politiche della città bisiaca avrebbero il «dovere di dissociarsi, orientando semmai parole e azioni verso l’obiettivo di una definitiva pacificazione sociale. [F.D.G.]
L’Associazione Progressisti per Monfalcone esprime forte preoccupazione per la continua escalation di atteggiamenti ostili da parte dell’Amministrazione Comunale nei confronti delle comunità immigrate, che rappresentano un terzo della popolazione cittadina.
Pochi giorni fa è stata disposta la chiusura di un ulteriore centro culturale islamico, frequentato in prevalenza dalla comunità musulmana balcanica. Ancora una volta, come nei casi precedenti, che hanno riguardato centri legati alla comunità musulmana asiatica, il provvedimento si è basato su presunte irregolarità edilizie.
Pur nel rispetto delle sentenze dei Tribunali, che hanno confermato la legittimità formale delle chiusure, riteniamo che sia ormai evidente l’intento politico-ideologico di colpire in modo mirato le comunità musulmane. Le numerose dichiarazioni pubbliche rilasciate nel tempo da esponenti della Lega, in particolare da una ex sindaca attualmente ancora influente in città, lo dimostrano senza ambiguità.
La stessa Lega, pur esultando per le sentenze, ha ignorato gli inviti dei Tribunali al rispetto della Costituzione e alla necessità di individuare spazi alternativi per consentire ai cittadini musulmani di praticare il culto in modo dignitoso e conforme alla legge.
In vista della manifestazione annunciata dalla Lega per il 20 dicembre, organizzata con l’intento dichiarato di “rispondere” alla grande marcia pacifica del 2023 – che vide oltre 8000 persone manifestare a Monfalcone per chiedere rispetto e dignità – si moltiplicano dichiarazioni denigratorie e offensive. Tra queste, spiccano le parole dell’ex sindaca: «In 8.000, tra islamici ed esponenti della sinistra, hanno marciato contro di me [...]. È stata una violenza contro l’Italia e contro la nostra città. Una provocazione inaccettabile».
Riteniamo doveroso ribadire che la manifestazione del 2023 fu pacifica, autorizzata, rispettosa delle leggi e animata da uno spirito inclusivo, non “contro” qualcuno ma “per” qualcosa: per la dignità, per i diritti, per la convivenza. Lungo il corteo sventolavano bandiere italiane, e lo slogan scelto era chiaro: “Siamo tutti monfalconesi”.
Come Progressisti, non intendiamo né paternalisticamente né strumentalmente farci portavoce delle comunità musulmane, che sapranno esprimere le proprie istanze. Tuttavia, riteniamo che ogni forza politica democratica abbia il dovere di: dissociarsi da atteggiamenti provocatori e aggressivi; contrastare la disinformazione e le narrazioni tossiche; difendere i valori costituzionali di convivenza, libertà religiosa e rispetto reciproco.
L’uso politico della religione, il ricorso sistematico alla divisione sociale e alla ricerca di un capro espiatorio per mascherare i propri fallimenti amministrativi sono pratiche pericolose e inaccettabili. La nostra società, articolata e plurale, ha diritto a essere guidata da chi cerca la pace sociale, la coesione e una visione inclusiva del futuro. Non da chi alimenta conflitti per trarne vantaggi politici.
Foto Salvatore Ferrara
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