Lettere – Del Bello: «La pala del Carpaccio testimone dell’italianità della plurietnica regione istriana»

Lettere – Del Bello: «La pala del Carpaccio testimone dell’italianità della plurietnica regione istriana»

LA LETTERA

Lettere – Del Bello: «La pala del Carpaccio testimone dell’italianità della plurietnica regione istriana»

Di FABIO DEL BELLO • Pubblicato il 12 Set 2025
Copertina per Lettere – Del Bello: «La pala del Carpaccio testimone dell’italianità della plurietnica regione istriana»

Ci scrive Fabio del Bello contestando le recenti tesi espresse sul tema dall’europarlamentare monfalconese Anna Maria Cisint.

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Ci scrive Fabio del Bello in qualità di componente dell’assemblea provinciale del Pd. Il tema è il ritorno a Pirano del capolavoro di Vittore Carpaccio, la pala raffigurante la Vergine con il Bambino e i santi Ambrogio, Pietro, Francesco, Antonio, Chiara, Giorgio con due angeli. Il fatto ha riaperto il dibattito sulle complesse vicende storiche e culturali legate all’Istria e all’Esodo Giuliano-Dalmata. Se da un lato la Federesuli accoglie con favore l’evento, sottolineandone il valore simbolico per l’identità italiana della comunità locale, non mancano le voci critiche che ne contestano la portata politica e culturale. Ed è proprio a queste tesi che è rivolto l’intervento dell’ex assessore monfalconese alla cultura e all’istruzione. S.F.

A proposito del capolavoro di Carpaccio - che raffigura la Vergine con il Bambino e i santi Ambrogio, Pietro, Francesco, Antonio, Chiara, Giorgio e due angeli - restituito all’Istria ,precisamente a Pirano, da dove era stato portato via nel 1940, si è espresso con chiarezza Renzo Codarin, presidente della Federesuli ovvero della Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani Fiumani e Dalmati che è un’istituzione che riunisce in un unico ambito diverse realtà associative nate in seno alla diaspora giuliano-dalmata del secondo dopoguerra. 

L’obiettivo essenziale della Federazione è la perpetuazione dell’identità culturale e storica delle Comunità istriane, fiumane e dalmate, quali si sono formate nella Venezia Giulia ed in Dalmazia attraverso la civiltà romano-veneta e italiana. Codarin ha affermato che “il quadro che torna dimostra l’italianità del luogo e rappresenta un motivo in più per rivendicare le nostre radici”. Ma il Novecento e le lunghe controversie postbelliche non sembrano finire per tre oppositori della operazione (che si ripete ha il beneplacito a l’appoggio convinto della Federesuli): sono il senatore di Fratelli d’Italia Roberto Menia e l’eurodeputata leghista Anna Cisint e Massimiliano Lacota presidente di una associazione (minoritaria) di esuli. 

«Chi contesta – sono le parole di Codarin – vede invece esaurire il proprio ruolo e cerca dì farsi notare così». «Un tentativo – attacca – di rovinare la collaborazione tra Italia e Slovenia, che non è mai stata così buona, tanto che si parla di costruire finalmente un Museo dedicato all’Esodo, un fatto storicamente rilevante, un segno di convivenza». La presa di posizione negativa dell’ex sindaco ora europarlamentare – secondo la quale la pala non viene consegnata “alla Slovenia” ma a Pirano, città dove vive tuttora una comunità italiana, precisamente istroveneta - rappresenta una posizione obiettivamente passatista, cioè un enorme regresso pluridecennale rispetto alle posizioni europeistiche avanzate che il Comune di Monfalcone aveva raggiunto nei primi anni duemila. 

Infatti redigendo il nuovo Statuto comunale, il comma 3 dell’articolo 9 (redatto di pugno dallo scrivente allora Presidente del Consiglio comunale) così recitava: «Con il medesimo spirito europeistico, volto all’abbattimento delle frontiere fisiche e mentali, il Comune presta una particolare attenzione nei confronti della minoranza nazionale italiana che vive in Istria e nel Quarnero e si adopera per favorire la collaborazione tra le organizzazioni e le associazioni dell’Esodo e quelle della minoranza nazionale stessa in un progetto di salvaguardia, tutela e valorizzazione della lingua e della cultura italiane nei territori dell’Adriatico Nord-Orientale, luogo storico di incontro tra le etnie neolatine (italiana e veneto-friulana) e slave (slovene e croate)». L’europarlamentare non è d’accordo? Non ha letto lo Statuto Comunale? 

Foto di:  https://www.finestresullarte.info

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