la cerimonia
Taglio del nastro per il nuovo osservatorio astronomico di Farra: in mezzo secolo scoperti oltre 240 asteroidi
Un progetto finanziato dal Gect e dalla regione Friuli Venezia Giulia, che aumenta l’offerta per le scuole e l’attività di ricerca. Tra le novità anche un proiettore in 4K.
Chissà quale altro canto avrebbe potuto ispirare Leopardi, la nuova veste dell’Osservatorio astronomico di Farra d’Isonzo inaugurata nella giornata di oggi, 22 novembre. Quelle «vaghe stelle dell’Orsa» che ancora risplendono tremolanti nelle notti limpide, mostrate nel Grande Carro – o Grande Mestolo – durante l’esposizione che ha coronato la cerimonia. «Portiamo il saluto della Regione, ma anche la nostra soddisfazione – rimarca l’assessore regionale al Patrimonio e sistemi informativi Sebastiano Callari alla presenza delle autorità – perché un allineamento di pianeti ha fatto coincidere il cinquantennale di quest’importante associazione con l’anno della capitale europea della cultura, durante il quale abbiamo rinnovato una struttura che è un’eccellenza per questo territorio. In un momento come questo in cui a pochi chilometri di distanza si stanno vivendo tragedie inenarrabili la Regione vuole in qualche modo aprirsi a un sorriso, in quanto si tratta di una struttura che contribuisce con la formazione e avvicina le persone a questioni che stanno fra la scienza e il romanticismo. Le stelle ci ricordano sempre la nostra umanità, ecco perché in questo momento difficile ricordarsi di loro è davvero importante».
Grande soddisfazione è stata espressa dallo stesso consigliere regionale Diego Bernardis, che assicura il supporto regionale anche per le attività future: «Sono lieto di aver contribuito insieme alla Giunta a rinnovare le sedute per poter apprezzare e studiare al meglio le stelle». Orgoglio ed entusiasmo manifestato in primis dal sindaco di Farra Stefano Turchetto, il quale auspica come il cinquantenario possa rappresentare uno spunto per migliorare l’offerta e la presenza sul territorio: «Oggi festeggiamo il frutto di un gioco di squadra – evidenzia – che contribuisce a diffondere la solidità del pensiero scientifico, assicurazione per il nostro futuro. Non possiamo limitarci a pensare che il cambiamento climatico sia casuale – prosegue – né amministrare ipotizzando che i vaccini siano dannosi, o che il paracetamolo provochi l’autismo». Una fiducia nell’empirismo scientifico ribadita dai ringraziamenti del presidente del Circolo culturale astronomico di Farra Enrico Pettarin: «Siamo qui per presentare i lavori del rinnovato planetario, conclusi grazie al contributo del fondo per piccoli progetti del Gect con il quale siamo partner assieme all’Istituto di radioastronomia di Merna – spiega – dove è stato costruito un radiotelescopio. Nel cinquantennale della fondazione del circolo festeggiamo l’anniversario insieme a nuove funzionalità tecnologiche apportate sul versante italiano». Sostituito il proiettore precedente con una migliore risoluzione a 4K, cui va a d aggiungersi l’adeguamento del computer che lo comanda. Il contributo del Club Rotary di Monfalcone e Grado si è invece concretizzato nell’acquisto di un sistema di lenti che consente di sfruttare appieno le qualità del proiettore. Un progetto Interreg denominato “ZAFA25 – Il cielo oltre i confini” e realizzato con lo stanziamento di 190mila euro da parte dell’Unione europea per i due partner coinvolti: Zaras – Zavod za radijsko astronomijo – e CCAF, con l’intenzione di coinvolgere le scuole e implementare un approccio di studi innovativo. «Il planetario è uno strumento principe per la divulgazione – aggiunge – che permette di proiettare non solo il movimento della Volta Celeste, ma anche filmati realizzati per la proiezione sferica, quindi offre un’immersione più coinvolgente pensata soprattutto per le scolaresche». Oltre 240 gli asteroidi scoperti negli anni all’osservatorio di Farra durante l’attività di ricerca, che valorizzano ancor più le eccellenze del territorio: «Il nostro orgoglio – ribadisce – è poter dedicare le scoperte a luoghi e personaggi rilevanti per l’associazione e la stessa regione».
Il primo venne battezzato con l’emblematico nome “Isonzo”, ma non poteva mancare l’asteroide “Farra”, quello denominato “Gorizia” e l’ancora più noto “Rubbia” intitolato al premio Nobel goriziano. Osservata a Farra anche la celebre cometa interstellare 3I/ATLAS, che secondo il fisico di Harvard Avi Loeb sarebbe un’astronave. «Noi l’abbiamo osservata – assicura - ma sembra una cometa come le altre. Certo, il nostro strumento è di dimensioni ridotte, aspettiamo di conoscere il parere dei grandi osservatori, e tuttavia finora pare rientrare nella normalità». L’arricchimento del tessuto regionale risalta anche nelle parole della responsabile per piccoli progetti Greta Madula: «L’obiettivo è valorizzare il territorio transfrontaliero – prende la parola – nell’ambito di Go! 2025. Sebbene l’anno della capitale europea della cultura stia volgendo al termine, siamo sicuri che questo progetto fornirà una spinta per andare ancora più lontano». Il sogno dell’osservatorio prese avvio nel 2009 con un semplice planetario gonfiabile nel quale si portavano le sdraio per poi ripiegarle, come ricorda l’allora presidente Luciano Bittesini: «Erano strutture che portavamo in giro nelle palestre delle scuole, mostrando il cielo in giro per molti comuni intorno. Grazie a fondi abbiamo in seguito stabilizzato la struttura con una piattaforma, costruendone più complessa. Pezzo per pezzo abbiamo poi ammodernato i proiettori fino ad arrivare a questo punto».
Sedici intensi anni di ricerca e paziente osservazione unita alla collaborazione con le scuole, decisiva per trasmettere l’amore per le stelle a nuovi appassionati di astronomia. È il caso di Andrej Brešan - referente per l’installazione del radiotelescopio di Merna - che appena adolescente divenne socio del circolo di Farra. «Iniziai nel 2006 – precisa - in un’attività che mi coinvolse a tal punto da indirizzarmi a studiare Fisica teorica a Lubiana. Questa collaborazione transfrontaliera cominciò già 18 anni fa, ma oggi insegno al liceo a ragazzi che allora non erano neanche nati». Un amore per il cosmo e l’infinito che non contagia solo fisici e poeti, ma tiene incollati con gli occhi al cielo anche semplici curiosi soprattutto nella notte di San Lorenzo. Meno celebri delle estive sorelle Perseidi sono invece le Geminidi che cadono in dicembre, per le quali gli astronomi nutrono grande attesa. «Le più famose sono quelle d’agosto – conclude Pettarin – ma anche i mesi invernali offrono spettacoli, per i quali bisogna però essere attrezzati in maniera da poterli gustare appieno». Sarà possibile visitare il rinnovato Planetario prenotandosi al sito ww.ccaf.it, per il quale sono previste proiezioni ancora nella giornata di lunedì 24 novembre e mercoledì 26 novembre in due orari: 20.30 e 21.30.
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