LA REPLICA ALLA GIUNTA COMUNALE
Il sindacato dei dirigenti Fincantieri, «Azienda in prima linea per garantire condizioni dignitose, sicurezza e legalità»
L’Rsa assicura l’impegno del «pilastro dell’economia nazionale e isontina» nella garanzia dei diritti. Respinti con durezza gli accostamenti tra impresa e mafia.
Anche i rappresentanti del Sindacato Dirigenti Fincantieri intervengono pubblicamente per replicare alcune dichiarazioni rese note in seguito alla mozione approvata dal Consiglio Comunale di Monfalcone. Per l’RSA si tratta di questioni «di natura complessa e multifattoriale» che «non possano essere affrontate con soluzioni semplicistiche o accuse generalizzate, che rischiano di offuscare il contributo essenziale di Fincantieri al territorio».
«Non possiamo accettare narrazioni che dipingono l’azienda come indifferente – scrivono Enrico Bigi, Marco Cremon, Alessandro Margiotta e Piero Pelle - al contrario, i nostri dirigenti sono in prima linea per garantire condizioni dignitose, sicurezza e legalità, in un contesto dove la manodopera specializzata locale non è in grado di coprire la domanda per mansioni ad alta intensità fisica».
Considerate inaccettabili anche «dichiarazioni rese da membri della Giunta comunale che associano indiscriminatamente il nome della nostra Azienda al concetto di mafia e di illegalità in generale». Tali dichiarazioni «mancano di elementare rispetto al nostro lavoro ed evitano regolarmente di chiarire l’estraneità dell’Azienda dagli episodi riportati e dai comportamenti di terze parti che, ove confermati nelle sedi opportune, danneggerebbero prima di tutto Fincantieri» continua l’RSA. «A Monfalcone, Fincantieri e il suo management vigilano affinché i diritti siano rispettati, contrastando ogni forma di sfruttamento nei subappalti - assicurano Bigi, Cremon, Margiotta, Pelle - non è solo un’impresa: è un pilastro dell’economia italiana e isontina, capace di generare 3 miliardi di euro di PIL regionale e di garantire occupazione a migliaia di persone, tra diretti e indotto».
Sottolineato anche l’impegno di un qualificato management per «innovare processi produttivi, investire in tecnologie avanzate e promuovere una crescita sostenibile» e il fatto che «l’azienda ha destinato risorse significative a formazione, sicurezza e welfare, inclusi corsi di lingua italiana ed educazione civica per i lavoratori stranieri, nonché investimenti per mitigare l’impatto sul territorio, come l’apertura di strutture dedicate ai dipendenti».
Un impegno che «non è retorica» in quanto al centro della visione aziendale «c’è la dignità del lavoro, un valore irrinunciabile che abbraccia ogni operaio, tecnico e dirigente, indipendentemente dalla nazionalità».
«Ribadiamo che soluzioni semplicistiche come il superamento del ricorso strutturale alla manodopera extracomunitaria, ignorano la complessità del settore – conclude il sindacato dei dirigenti - la navalmeccanica richiede flessibilità, competenze specifiche, numeri elevati e una filiera integrata per competere a livello mondiale. Fincantieri è nata qui oltre un secolo fa, grazie al lavoro di generazioni, e continuerà a essere un motore di progresso, purché si eviti di strumentalizzare temi sensibili per fini politici».
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