Il Gresp di Grado chiude in bellezza un’estate di magia

Il Gresp di Grado chiude in bellezza un’estate di magia

L'ESTATE

Il Gresp di Grado chiude in bellezza un’estate di magia

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 06 Set 2025
Copertina per Il Gresp di Grado chiude in bellezza un’estate di magia

Numerose le attività proposte durante la Grande Estate Spes all'insegna di Harry Potter. Oltre 300 i partecipanti alla serata conclusiva.

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«La felicità – ricorda Albus Silente nella saga di Harry Potter – la si può trovare anche nei momenti più tenebrosi, se solo si ricorda di accendere la luce». È inseguendo il fil rouge della lotta tra bene e male che i ragazzi dello Spes di Grado hanno trascorso l’estate GRESP 2025, all’insegna della magia e dei giochi ispirati al maghetto londinese. «Il tema – spiega l’animatrice Nina Lorenzon - parte dallo scopo di fornire un messaggio ai ragazzi, e avendo già i costumi dei campi cresima svoltisi a Fusine abbiamo proposto la battaglia tra bene e male di Harry Potter». Niente scope volanti o boccino d’oro, ma solo una soffice “pluffa” in gommapiuma per cimentarsi nel celebre quidditch, dividendo i due campi da calcio e basket a metà così da ottenerne quattro per ben otto squadre. «Gli animatori facevano le porte con i cerchi – racconta - mentre i ragazzi si passavano la pluffa e altri a bordo campo rappresentavano i bolidi. Per il caldo non abbiamo indossato uniformi, solo durante la serata finale del 30 agosto abbiamo usato sciarpe». «L’idea della scuola di magia prende molto i ragazzi – interviene l’animatore Claudio Gaddi – si tratta di film che hanno visto tutti, quindi sanno cosa li aspetta. Abbiamo cercato di valorizzare i più grandi che giocavano insieme a quelli delle elementari».

Ogni giorno giochi a stand o a squadra con lo stesso filo conduttore della magia, intersecati ad attività proposte dalle associazioni sportive di Grado e limitrofi, come quella dell’A.S.D Gradese subacquei. «L’idea – specifica - è far conoscere lo sport del territorio. Quest’anno abbiamo avuto i sub, attività molto apprezzata». Con le bombole e l’assistenza di istruttori qualificati, i ragazzini delle medie sono scesi sul fondo della piscina al Parco acquatico, ciascuno assistito in acqua. Dalla subacquea alla ceramica fino agli scacchi, non c’è stato tempo per annoiarsi né per patire il caldo, perché durante la guerra delle torte in compagnia del pasticcere della Dolce Isola si è preparato anche il gelato con latte e ghiaccio e salami di cioccolata. «Poi avevamo bocce, pallacanestro, calcio, mosaico, pallavolo – elenca – ma siamo stati anche a golf o fuori in barca con Grado Voga». Non è mancata una gara di pesca con le canne insieme all’associazione Valle Goppion: «Abbiamo preso un guatto – rivela – sull’argine. L’idea era fare cose che a Grado si fanno e si facevano».

A coronare il progetto la tradizione gradese di Maria “dei Stiata” con la sua stupefacente energia nonostante l’età. Novità di quest’anno è stata la Notte Bianca durante la quale i ragazzi delle medie hanno dormito in ricreatorio. Non senza aver prima gustato la pizza ed essersi immersi in un’avventurosa escape room. Un itinerario di maturazione che si è snodato come attraverso la penna di J. K. Rowling e ha visto trionfare il bene solo dopo un tortuoso cammino. «Come la saga si sviluppa e si conclude con il bene che trionfa – aggiunge Nina – così è stato nel nostro caso, ma in un percorso che progrediva tramite la storia, i giochi e le attività o i discorsi che si affrontavano prima. Un tragitto per far trovare a ciascuno la sua strada, come spesso ama ripetere don Paolo». Grande l’affluenza al centro estivo, che ha registrato quota 127 iscritti con ben 34 animatori al fianco dei giovani in questo lungo viaggio interiore. «L’obiettivo dell’accogliere i ragazzi di qualsiasi età e soprattutto delle medie è quello di condurli sulla buona strada – prosegue – in quanto la città di Grado ha un suo lato negativo, e quest’estate ne abbiamo avuto una triste prova».

Una comunità che, grazie agli investimenti compiuti da don Paolo, si è raccolta intorno al Ricreatorio di Città Giardino considerandolo fulcro e cuore di aggregazione. «Dopo la ristrutturazione – riconosce Gaddi - è diventato un centro di aggregazione importantissimo». A fargli eco è in primis il primo cittadino Giuseppe Corbatto, che riconosce il grande impegno sostenuto dai volontari e dallo stesso don Paolo Nutarelli: «Il centro estivo che ha registrato una grande partecipazione – rimarca - rappresenta un momento di crescita per tutta la comunità. Gestito dai ragazzi per i ragazzi, inclusivo, solidale, in una struttura rinnovata che la tenacia e determinazione del parroco ha saputo valorizzare e rilanciare. Un’esperienza ripetuta per il terzo anno, che si arricchisce di volta in volta di nuove occasioni e opportunità. Ringrazio tutti coloro che a vario titolo hanno sostenuto l’iniziativa, auspicando possa replicarsi ancora per molti anni».

Una veste rinnovata che assicura alle famiglie sostegno solido, cementando le relazioni ed evitando fenomeni di dispersione. «Prima che arrivasse don Paolo – riporta Lorenzon – non c’era nulla. Certo, avevamo un ricreatorio, ma con molte restrizioni, e nessuno investiva su attività per ragazzi. Oggi lo stiamo costruendo a poco a poco. Con storie semplici cerchiamo di approfondire concetti più ampi insegnando come il bene possa vincere». Un disegno portato avanti in primis dal parroco, che si è battuto per un oratorio a porte aperte e pronto ad accogliere. «Rimane aperto ogni giorno – precisa – anche durante l’inverno, ma c’è sempre chi controlla». Volontaria da tre anni, Nina ha seguito il corso di animatrice a Cormons per poi entrare nella squadra di Spes, prendendo parte attiva anche nella tutela del territorio. «Abbiamo partecipato alla pulizia di Barbana – rammenta – io stessa sono stupita di quanto la comunità sia partecipe».

Una coesione rafforzata dalle prediche del parroco, che «insegna a pensare e ragionare in una maniera pratica e cerca la vicinanza con i ragazzi». Perché l’unità e l’aggregazione nella fede non è fine a se stessa, ma consente di crescere per il benessere comune. «Quando un giorno andrà via – si augura Nina - spero che tutti i risultati raggiunti non vengano persi». A concludere in bellezza è stata la serata finale apertasi con l’omelia di don Paolo, fondata sulle parole chiave di comunità, volontariato e rete. «Il GRESP – ha riflettuto il sacerdote – non è solo un’occasione di svago estivo, ma uno stile educativo che nasce da don Bosco, che aiuta a crescere come persone e come comunità. Perché educare significa dare un cuore ai luoghi che abitiamo». Protagonisti finali sono stati bambini, ragazzi, famiglie e volontari, che con lo spettacolo e il semplice stare insieme hanno brillato delineando un nuovo futuro per la città.

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