Grado, le voci da Pineta denunciano lo stato d’abbandono: «La località è viva e vuole i suoi servizi»

Grado, le voci da Pineta denunciano lo stato d’abbandono: «La località è viva e vuole i suoi servizi»

LA SITUAZIONE

Grado, le voci da Pineta denunciano lo stato d’abbandono: «La località è viva e vuole i suoi servizi»

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 12 Lug 2025
Copertina per Grado, le voci da Pineta denunciano lo stato d’abbandono: «La località è viva e vuole i suoi servizi»

Dissesto di strade e marciapiedi e chiusura della farmacia tra i principali motivi di scontento. Il sindaco Corbatto, «Mancanza di farmacisti è problema di tutta la sanità». Aperto un banco a supporto della cittadinanza.

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La luna piena del Cervo è sorta lentamente fra gli alberi di Grado Pineta nella serata di ieri 10 luglio rendendo ancora più suggestivo lo spettacolo di fontane danzanti sul mare, nell’ambito della rassegna “Grado Summer Surprises”. Un successo che ha richiamato turisti e residenti sulla spiaggia di Punta Barbacale con due repliche, rispettivamente alle 21:30 e alle 22:30, contrastando tuttavia con il malumore di alcuni.

«C’era tanta gente – racconta il lavoratore stagionale Alessio – ma queste attività non bastano, bisogna essere continuativi». L’amaro in bocca viene dalla chiusura dell’unica farmacia disponibile a Pineta, la succursale inaugurata nel lontano 1977 in viale del Capricorno che ha chiuso i battenti nel settembre dello scorso anno. La chiusura rappresenta un po’ la punta di un iceberg, perché nel cuore di molti rivive l’immagine del quartiere di Pineta ordinata e costellata di servizi come trent’anni addietro, che stride con l’abbandono in cui versa negli ultimi tempi.

«Credo che per una zona di mare come Grado – prosegue Alessio – soprattutto per le tante persone che ci abitano anche in inverno, ritrovarsi senza presidio medico come una farmacia sia grave. Le persone anziane sono costrette a spostarsi, ma anche noi giovani che possiamo averne bisogno poi troviamo chiuso. Abbiamo molti bar e nessuna farmacia, Pineta negli anni è andata morendo».

Un quartiere che sorse a inizi Novecento per consolidare le rive sabbiose e proteggerle da vento e maree, dove vennero piantati 35mila pini in località “Le Dune” e altre 200mila piante nella zona di Punta Barbacale. Il vento sussurra agli aghi di pino storie di nuvole che si rincorrono in cielo come gli scoiattoli fra gli alberi dei palazzi, ma la pista ciclabile che offre una vista mozzafiato sul golfo e unisce i diversi campeggi è di proprietà privata, così sul cemento sgretolato e sui fossati sabbiosi l’amministrazione comunale non può intervenire.

«La strada che collega i campeggi – precisa il primo cittadino Giuseppe Corbatto – ha una bella vista, ma non è di nostra proprietà. Mentre per la pista ciclabile faremo un raccordo con l’interno di Pineta che partirà a fine stagione, perché il futuro è il turismo sostenibile di qualità». In via di valutazione anche la possibilità di proseguire il percorso per le bici da Città Giardino al centro evitando l’uscita sul viale del Sole. «Ci dovrebbe essere – aggiunge il sindaco – la continuazione fra Git e privato per creare una bella pista ciclabile, al momento stiamo lavorando per una soluzione».

In merito alla farmacia che ha abbassato le saracinesche il sindaco ammette come si tratti di un problema molto più ampio, radicato nello stesso sistema sanitario. «Abbiamo comunicato ad Asugi la difficoltà di reperire farmacisti – spiega – nonostante i concorsi indetti. Ci siamo accordati proponendo un banco farmaceutico». Grazie al banco le richieste di farmaci possono essere inoltrate alla Farmacia comunale, che s’incarica di portare i prodotti a Pineta ai pazienti che ne fanno richiesta o abbiano difficoltà a spostarsi. «Il problema – aggiunge – è che gran parte dei farmacisti lavora “a gettone” per due o tre giorni come liberi professionisti preferendolo a un impegno settimanale. È un po’ la questione che investe l’intera sanità».

«Ci venivo da quand’ero piccolo – ricorda Alessio – avevo cinque o sei anni. Oggi ne ho ventisette, e posso dire che è cambiata in maniera impressionante. Prima c’era vita e movimento, era servita. In via dell’Orsa Maggiore c’era una banca e di fronte all’agenzia immobiliare un Despar. Adesso ci sono tanti locali in abbandono». Sul viale principale Vanda cammina in strada con le borse della spesa, senza utilizzare i marciapiedi. «Ho comprato casa nel 1972 – sorride accettando di scambiare una chiacchiera – già allora dicevano che avrebbero rifatto i marciapiedi. Oggi sono ancora nello stesso stato».

Poco più avanti sorge il vecchio Despar, dietro le cui saracinesche si sono accumulate foglie secche, e dove resistono le scritte ormai stinte: “Uscita – Ausgang. Entrata – Eingang”. «I marciapiedi sono rotti – chiosa Alessio – dalle strade spuntano le radici degli alberi. Sono lavori di cui il Comune dovrebbe farsi carico. A Grado ci sono tante persone anziane, camminano in mezzo alla strada per paura d’inciampare, questa è la verità. In inverno c’erano problemi di processionaria. L’amministrazione è intervenuta solo dopo innumerevoli sollecitazioni. Su viale dell’Orione, poi, ci sono buchi pericolosi anche per i bambini. Per non parlare dell’hotel bruciato, che fa pessima pubblicità. Ce ne sono di cose da poter fare. La voce delle persone si fa sentire, perché Pineta non è morta, è viva, la gente vuole i suoi servizi. Abbiamo quelli balneari, bar e supermercati, ma manca la farmacia e un bancomat. Il Comune deve prendere atto delle lamentele di chi paga senza avere un servizio. Farmacisti se ne trovano, magari che dal centro facciano il turno a Pineta».

Concorde la signora Nevia, che da anni torna in vacanza a Grado. «Ogni anno è sempre peggio. Per due anni non sono potuta venire, ma ora sono tornata e ho visto il degrado assoluto. È un peccato, perché ci sono persone in carrozzina o con i bastoni, costretti a prestare attenzione alle strade rovinate dalle radici o a spostarsi in centro per andare in farmacia». A dare man forte alla signora Nevia c’è la sua amica Alida, che sottolinea la difficoltà di camminare a piedi.

«Le strade sono impraticabili, e così i marciapiedi. Mentre i tombini hanno ceduto, se un bambino va dentro col piede si può fare molto male». Consapevole del degrado, il sindaco rimarca la necessità di intervento. «Hanno ragione a lamentarsi – ammette – comunque stiamo mettendo mano e i tempi di progettazione sono lenti. Non è semplice, il paese è vasto. La parte centrale è maggiormente curata, ma questo non vuol dire che venga trascurata dall’amministrazione comunale». Nel frattempo, il quartiere di Pineta resta in attesa di una progettazione di più ampio respiro, che preservi le peculiarità naturalistiche e al contempo assicuri ai cittadini i servizi essenziali. 

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