LA GIORNATA
Grado, un secolo tra fede e mare: il popolo dei pescatori rinnova il voto alla Madonna di Barbana

La comunità gradese ha rinnovato la propria devozione sull’isola santuario, a cent’anni dal voto che salvò la flottiglia durante una tempesta.
È stata una giornata carica di emozione e devozione quella di oggi, che ha visto protagonisti i pescatori gradesi, riuniti per il tradizionale pellegrinaggio alla Madonna di Barbana, in occasione del centenario dal miracolo del 1925. A un secolo esatto dalla notte in cui una furiosa tempesta rischiò di strappare per sempre alla comunità intere generazioni di uomini di mare, la città si è stretta ancora una volta nel cuore della laguna per rinnovare il proprio voto di ringraziamento.
Alle prime luci del mattino, il Porto Mandracchio si è animato di voci e colori: bandiere, reti, barche tirate a lucido per l’occasione. Dopo la preghiera iniziale e la benedizione della flottiglia impartita dall’arcivescovo di Gorizia monsignor Carlo Maria Redaelli, le imbarcazioni hanno solcato in corteo le acque tranquille della laguna, dirette verso l’isola-santuario di Barbana.
Ad attenderli, i monaci benedettini che da secoli custodiscono il luogo sacro e la comunità dei fedeli, riunitasi per la solenne celebrazione eucaristica delle ore 10, animata dalla corale “Santa Cecilia”. Accanto all’altare, a suggellare il profondo legame tra fede e storia, è stato collocato il celebre quadro donato nel 1925 dai pescatori e dipinto da Joseph Maria Auchentaller, su cui campeggia la memoria della salvezza ottenuta per intercessione della Beata Vergine: «La flottiglia gradese forte di 56 barche sorpresa e travolta da furioso ciclone fu dall’invocata B. V. di Barbana protetta ed incolume restituita al suo porto.
L’arcivescovo Radaelli, durante l’omelia, ha fatto riferimento proprio all’avvenimento di un secolo fa, sottolineando come: «Naturalmente il riferimento a Dio non deve limitarsi alla sole situazioni di bisogno, per cui, passato il pericolo, ci si dimentica di Lui e anche di Maria e dei santi che ci hanno aiutato con la loro intercessione».
«Non è il caso dei pescatori di Grado – continua – se dopo 100 anni ancora ricordano l’intervento miracoloso dovuto alle preghiere della Madonna di Barbana e sono qui anche oggi per ringraziarlo».
Sul punto, anche il parroco di Grado monsignor Paolo Nutarelli, ha aggiunto: «Questo pellegrinaggio ci ricorda che la fede non è solo un’eredità, ma una scelta quotidiana. In questo centenario, la gratitudine dei pescatori diventa testimonianza viva di speranza, di comunità e di affidamento alla Provvidenza. È un momento in cui la nostra storia parla al presente e ci invita a camminare, o meglio, a navigare insieme».
La giornata ha segnato anche un passaggio simbolico importante: la Cooperativa Pescatori di Grado ha voluto donare un nuovo quadro commemorativo, testimone di una devozione tramandata con tenacia anche nei momenti più duri della storia, dai conflitti mondiali alle pandemie. Un gesto che guarda al futuro, perché la memoria non si perda e continui a guidare le nuove generazioni lungo la rotta tracciata da chi ha fatto del mare la propria vita.
«Un faro ed una scogliera da cui guardare il mare», come recita la Preghiera del Pescatore letta al momento della partenza: parole semplici, ma profondamente vere, specchio dell’anima di una comunità che ancora una volta ha dimostrato quanto il legame tra fede e tradizione sia il cuore pulsante dell’identità gradese.
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Foto di Enrico Cester
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