La sfida
La goriziana Daniela Porta conclude la maratona di New York: «Adrenalina pura»
Emozione attraversare i cinque distretti della città con il tifo di tantissime persone che hanno letto il suo nome sulla maglietta. Allenamento di due anni per affrontare l'esperienza.
Ha corso con il pettorale numero 57112 alla Maratona di New York la goriziana Daniela Porta, che dopo due anni di rinvii è riuscita a realizzare il suo sogno. Nel 2023 aveva dovuto “accontentarsi” di Atene, ma stavolta ha tagliato il traguardo di Central Park nella TCS New York City Marathon, un’edizione da record assoluto: 59.226 i runner arrivati al traguardo, nuovo primato mondiale, con 2.553 italiani presenti, primo gruppo per numero d’iscritti dopo gli statunitensi, provenienti da oltre 150 nazioni.
«Devo ringraziare per questa mia partecipazione anche coloro che mi hanno dato fiducia e mi hanno agevolato con contributi volontari – ammette la runner goriziana – affinché riuscissi in questo che è sempre stato il mio sogno! Fin da quando facevo atletica al Fabretto, in giovane età, ho sempre amato lo sport attivo, ma è nel 2012 che mi sono appassionata a questa attività quando, assieme alla mia amica Valentina, ci siamo iscritte all’ASD Podismo Buttrio, con cui tuttora corriamo».
Non è nuova a performance di questo livello: rientrata a Gorizia giovedì scorso, Daniela può contare ora sei maratone all’attivo. «La più bella in assoluto, a coronamento di un sogno, è stata ovviamente questa di New York, ma è stata molto emozionante anche quella in terra ellenica, con l’ingresso nello stadio Panathinaiko».
La maratona di New York attraversa i cinque distretti della città, da Staten Island a Central Park, passando per Brooklyn, Queens e Bronx. Un percorso impegnativo, come racconta lei stessa: «Un po’ tutto il percorso si sviluppa su falsipiani, con una costante sollecitazione muscolare e scheletrica che varia in continuazione. La prestazione è stata più faticosa di quanto immaginassi. E poi i ponti: sono lunghissimi e spesso non se ne vede la fine! Molti, me compresa, li percorrevano camminando, in salita», sorride Daniela.
L’atmosfera, però, è stata indimenticabile: «Correre lungo tutto il percorso accompagnata dal tifo incessante delle persone che mi urlavano “Go Dany, go!” – il nome era visibile sulla maglietta – è adrenalina pura. Non è solo un traguardo sportivo, ma un’esperienza unica nel suo genere! Lungo tutti i 42.195 metri c’era gente che ti offriva di tutto, porgendoti cibo o bevande, battendo il cinque. Ogni tratto aveva i suoi piatti tipici, la sua musica a tutto volume, tutti allegri e felici di ospitare questa mega manifestazione. Nessuno che si lamentasse per il blocco della circolazione, anzi: ci urlavano “You’re a hero!”».
Elogi anche all’organizzazione: «Decine di migliaia di volontari preparati e istruiti, centinaia di bus per il trasporto dei runners alla partenza: tutto preciso, impeccabile, è filato liscio». Con lei, a supporto, anche la figlia Lisa Semoli che l'ha seguita da Gorizia.
Dietro a questa impresa c’è naturalmente tanto impegno: «È proprio così, ma quella di New York era il sogno della mia vita. Ho lavorato tenacemente per due anni, con tanti sacrifici tra palestra, piscina, corse in strada col freddo, la pioggia e le intemperie… ma ne è valsa la pena! Perché non importa da dove arrivi o quale prestazione realizzi: la maratona di New York cambia ogni runner».
Quella della Grande Mela è una delle sei maratone del circuito World Marathon Major, assieme a Tokyo, Boston, Londra, Berlino e Chicago. Daniela guarda già avanti: «Ci devo ancora pensare… ho qualche idea in testa, ma preferisco non anticipare nulla».
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