L'EVENTO
Gorizia, ‘Verde Capitale-Zelena Prestolnica’ apre la Settimana della biodiversità nel segno di Go! 2025

Al via l’agenda fitta di appuntamenti, passeggiate e conferenze all’insegna della natura e dei cambiamenti climatici che si svolgerà dal primo al sette settembre.
Un verde senza confini. È questo l’obiettivo della prima Capitale europea transfrontaliera, volta a tutelare la biodiversità e potenziare gli spazi naturali. È stata presentata il primo settembre nel parco del Corno della Valletta la pubblicazione della mappa “Verde capitale/Zelena Prestolnica – Go! 2025 Città di parchi e giardini/Mesto parkov in vrtov”, a cura del Comune di Gorizia in collaborazione con l’amministrazione di Nova Gorica. La presentazione del prezioso libretto – che verrà arricchito in una versione ulteriore – ha sancito l’apertura della Settimana della biodiversità e del fitto programma di eventi che porterà nel capoluogo isontino convegni, forum e passeggiate alla scoperta di parchi e giardini. «Il rapporto del territorio con l’ambiente futuro – rimarca il primo cittadino Rodolfo Ziberna – è una delle mission della Capitale europea della cultura. Il Sole 24 Ore ha collocato Gorizia al primo posto in Italia come città verde, rapportata agli abitanti e alla superficie, per affermare quello che la storia ci insegna, cioè che Gorizia era considerata la “Nizza austriaca” in cui la borghesia trascorreva le ferie».
Un patrimonio immenso con ben 60 alberi ogni 100 abitanti, che offrono 140 metri quadrati di verde pubblico fruibile per ciascun cittadino, rendendo Gorizia un autentico polmone verde in seno all’Europa. «Questa capitale – interviene l’assessore al Go! 2025 Patrizia Artico – consiste anche nel riappropriarci del nostro territorio per riscoprire quest’unicità. Nell’Ottocento esisteva già una serie di parchi, è il momento di riscoprire quest’unicità, recuperando quello spirito e riportando alla luce quel periodo straordinario». Un ritorno in auge della Valletta del Corno finalmente riqualificata e riportata al suo antico splendore, nonostante il torrente sia oggi per lo più tombato e l’alveo del fiume modificato dal nuovo assetto urbano.
«Il Corno nasce sulle pendici del monte San Gabriele – racconta il giornalista e scrittore Roberto Covaz al nostro quotidiano - attraversa poi il bosco del Panovec e infine arriva a Gorizia da via San Gabriele. Una volta correva a cielo aperto a lambire il Parco Coronini, ma dagli anni Venti è stato coperto». A soffocare la voce del torrente fu poi il più massiccio intervento di apertura di via Italico Brass nel secondo dopoguerra, quando le acque vennero incanalate dal confine di Stato fino alla Valletta. «Il parco – spiega - si costituisce in più fasi. Con la costruzione di via Brass si crea un’interruzione, in quanto prima d’allora c’era un’unica scarpata che la strada ha tagliato a metà».
Di grande rilievo fu nel 1858 la realizzazione del ponte di via XX Settembre per oltrepassare il torrente che allora scorreva liberamente. «Oggi supera via Brass – osserva – ma un tempo c’era il Corno. Un viadotto ardito per l’epoca, importante dal punto di vista ingegneristico e architettonico». A questo si somma viale Oriani, costruita con le macerie delle case distrutte nella Grande Guerra per superare il Corno a quota maggiore. «All’imbocco di viale Oriani sorge Villa Luise – prosegue - mentre sull’altro versante si trova Villa Sussi, facendo quasi da ingresso al viale sotto il quale è stato realizzato il tunnel per il Corno. Grazie alla riqualificazione è stata aperta una nuova area che va verso Straccis».
A congratularsi con l’amministrazione comunale è stato anche il sindaco di Nova Gorica Samo Turel, che ha sottolineato il carattere del parco come «perla nel cuore di Gorizia». «Abbiamo aderito a questo progetto – ribadisce – perché ne abbiamo compreso immediatamente il valore. La stessa Nova Gorica è una cittadina molto verde, e l’amministrazione sta lavorando per conservare un patrimonio tanto prezioso». Dal parco del Rafut Pristava al Panovec e al centralissimo Borov Gozdiček, la gestione delle aree comunali va sviluppandosi nell’ottica del contrasto al global warming. «Stiamo lavorando – conclude - affinché il verde urbano possa essere uno strumento in grado di contrastare i cambiamenti climatici».
Concorde il Consigliere regionale Diego Bernardis, che ha definito la riqualificazione del parco «un’iniziativa da lodare». «La Regione ha indetto appositi bandi a sostegno di biodiversità ed ecosostenibilità – evidenzia - e il nostro supporto è assicurato». A presentare infine la pubblicazione è stato l’assessore alla Viabilità Francesco Del Sordi, che assicura un’implementazione della guida definendola «opera aperta». «Ci ritroviamo nell’alveo di un vecchio torrente – osserva – e qui in questo punto passava il Corno. Un parco - ammette - che è stato realizzato grazie al denaro stanziato per quella che doveva essere una scuola allievi della Guardia di Finanza. I parchi cittadini sono eredità dei nostri avi, amministratori o tecnici e il nostro obiettivo è lasciare a quanti verranno un patrimonio di maggior valore».
Piante che narrano la storia della città persino quando non hanno più nulla da raccontare e sono ormai secche. «In alcune piante tagliate perché malate o compromesse – riporta Michele Cemulini - abbiamo rinvenuto proiettili inglobati nel tronco. La città con la sua aura restituisce tutto il vissuto della guerra». Ad affiancare Gorizia è ancora una volta la gemella slovena nelle parole di Erik Lasič, responsabile del verde di Nova Gorica. Che annoverando 36 ettari e 20 metri quadrati per ciascun cittadino la definisce un vero e proprio «salotto nel verde». La serata ha suggellato il Giorno della Creazione volto a prendersi cura del nostro pianeta. «Avete scelto il giorno giusto – ha commentato don Pierpaolo Rossini - perché tutte le chiese oggi celebrano il Creato come frutto di Dio».
A conclusione degli interventi ha avuto inizio la Caccia al tesoro botanica ideata da Stefano Martellos dell’università di Trieste e Francesco Boscutti dell’università di Udine: c’è tempo fino a domenica per riconoscere e segnalare tramite app cinque specie arboree esotiche e cinque amiche degli insetti impollinatori. Numerosi i cittadini che hanno poi partecipato alla visita guidata storico-naturalistica, accompagnati da Covaz e Liubina Debeni Soravito. «Gli alberi del parco sono per lo più spoglianti - precisa Debeni Soravito, che con Covaz ha collaborato a realizzare le tabelle informative - ma anche sempreverdi. Un tempo- ricorda - esistevano vasche con la sabbia per giocare e una pista di pattinaggio all’aperto, e ci scorreva il torrente. Serviva come luogo di divertimento per i giovani, io la frequentavo da piccolina».
Da non perdere la mostra fotografica sulle api che verrà inaugurata oggi alle 11 in Casa Krainer, dove alle 17 si terrà la conferenza a cura di Saša Dobričić e Marco Acri. A causa del maltempo la visita prevista per stasera “Fra parchi e giardini della Nizza d’Austria” è stata invece rinviata al 13 settembre.
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