L'INAUGURAZIONE
Gorizia, Piazzale delle Milizie e Bastione Fiorito saranno il nuovo salotto della città e linfa vitale per il Castello

Presentata alla cittadinanza la riqualificazione dei siti. Presto un bando per affidare la gestione del padiglione polifunzionale.
Sette lunghi anni di gestazione. Tanto, è stato il tempo impiegato per portare a conclusione il recupero del piazzale delle Milizie e del Bastione Fiorito del Castello di Gorizia. A presentarlo nella cerimonia pubblica svoltasi ieri – 12 settembre – è stato il primo cittadino Rodolfo Ziberna, che nel ringraziare imprese, Rup, progettisti e quanti hanno contribuito all’opera ha rimarcato come dal dialogo con la Soprintendenza il padiglione tornato a nuova vita possa ospitare fino a ottanta posti a sedere. Perché là dove un tempo sorgeva il palco del Teatro Tenda oggi è stata eretta una struttura moderna, nel pieno rispetto delle norme paesaggistiche e del contesto storico sul quale s’innesta.
«È stata un’impresa eccezionale – sottolinea – una corsa impossibile. Il vecchio Teatro Tenda era una soluzione provvisoria, di una provvisorietà italica – ironizza – che venne collocato nei primi anni Ottanta per poi essere rimosso su sollecitazione della Soprintendenza». Il nuovo luogo potrà ospitare eventi, matrimoni o incontri culturali affiancato dal piazzale delle Milizie, ipotetica cornice per eventi musicali raffinati o spettacoli di teatro. «I lavori – ammette l’assessore ai Lavori pubblici Sarah Filisetti – sono stati molto impegnativi. Dove ci ritroviamo ora sorgeva una tensostruttura non più attuale, che in quanto amministrazione avevamo pensato di riqualificare».
Imponenti i lavori nel piazzale delle Milizie, dove gli spazi sono stati ridisegnati e trasformati in un’autentica piazza con ghiaino stabilizzato, ad accogliere la struttura contemporanea agibile in ogni stagione. «Abbiamo ideato uno spazio polifunzionale che potesse ospitare i cittadini in qualunque periodo dell’anno – precisa – anche per far conoscere le eccellenze enogastronomiche del territorio». A essere ripristinati sono stati poi i percorsi di ronda raggiungibili attraverso un’apposita scalinata. Dagli oltre 3 milioni di euro spesi per il piazzale delle Milizie - comprensivi del ripristino della rampa cavallerizza, dell’ascensore e dell’illuminazione con punti a luce Led e proiettori scenografici – fino ai 500mila euro impegnati per il Bastione Fiorito, l’opera nel suo complesso restituisce smalto al capoluogo isontino, con l’ambizione di diventare il “nuovo salotto” dei cittadini.
Grande soddisfazione è stata espressa anche dal Consigliere regionale Diego Bernardis, che ha voluto ricordare come in prima persona avesse fruito degli spettacoli al Teatro Tenda: «Parecchi di noi conservano ricordi di gioventù, in questo luogo – riflette – e finalmente la cittadinanza può riappropriarsi di questo spazio». Un ambiente riqualificato che Bernardis considera «autentico gioiello del Friuli Venezia Giulia», per il quale auspica un utilizzo che vada oltre Go! 2025, abbracciando tutti gli eventi futuri. A prendere la parola è stato poi l’assessore regionale al Turismo Sergio Emidio Bini, sorpreso dal rinnovato splendore. «Mi complimento con progettisti e imprese, perché il risultato è davvero una meraviglia. Con quest’opera riconsegniamo a Gorizia una parte del Castello che ha potenzialità enormi. Stiamo raccogliendo i frutti di un grande lavoro svolto, anche grazie alla spinta data dall’evento della Capitale europea».
Dati alla mano, Bini conferma la crescita di Gorizia con un incoming turistico pari al 30,5%. «Andando ad analizzare questa crescita – aggiunge – oltre il 40% di questo 30% è dato da turisti stranieri. Un lavoro – ribadisce - compiuto in tempi ristretti, che non si esaurisce qua», nella misura in cui consentirà di realizzare investimenti futuri. «Avete dimostrato come con professionalità e determinazione sia possibile ottenere tanto», conclude passando il microfono all’architetto Lara Carlot. «Quando terminammo gli accordi – ricorda quest’ultima – era il dicembre del 2022, e nessuno avrebbe scommesso sul fatto che ce l’avremmo fatta. Invece siamo giunti a quest’ultimo intervento, che ha trasformato l’area in un luogo accessibile anche per quanti hanno difficoltà motorie. Questo a dimostrazione del lavoro sinergico, col quale abbiamo realizzato opere che resteranno alla comunità». Impegno che ha consentito di recuperare un patrimonio inestimabile e millenario simbolo e cuore della stessa Gorizia. «Un cantiere è una città – spiega l’architetto Luigi Di Dato – e abbiamo voluto che questo spazio fosse cardine di questa sorta d’arcipelago che costituisce il Borgo».
«Una grande questione presente in tutta Italia – interviene l’architetto Giacomo Di Thiene – è quella di riattivare il circuito del patrimonio culturale, che ha densità e qualità uniche al mondo. È indispensabile che i proprietari pubblici e privati trovino risorse e idee per renderli nuovamente attuali e reinserirli nel ciclo socioeconomico. Attraverso i secoli il Castello di Gorizia ha avuto varie destinazioni d’uso – chiosa – mentre oggi deve trovarne di nuove, legate al turismo e all’accoglienza o ad attività didattiche, affinché le comunità possano ritrovarsi intorno a questi beni. Il nostro progetto è stato volto da un lato alla conservazione delle mura, al ripristino del camminamento e alla manutenzione delle scale. Dall’altra alla valorizzazione attraverso l’erezione del padiglione, che fosse compatibile con il delicato contesto paesaggistico. Un piccolo edificio con l’ambizione di divenire luogo di accoglienza in cui le comunità si riconoscano. Adesso – conclude - sta ai cittadini averne cura e viverlo nel migliore dei modi».
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