Gorizia, piazza Vittoria accoglie il rientro della sua Pozzuolo dal Libano

Gorizia, piazza Vittoria accoglie il rientro della sua Pozzuolo dal Libano. «Non ci siamo risparmiati»

La cerimonia

Gorizia, piazza Vittoria accoglie il rientro della sua Pozzuolo dal Libano. «Non ci siamo risparmiati»

Di Aurora Cauter • Pubblicato il 05 Set 2025
Copertina per Gorizia, piazza Vittoria accoglie il rientro della sua Pozzuolo dal Libano. «Non ci siamo risparmiati»

Dalla Terra dei Cedri a casa. Il contingente dei soldati italiani è rientrato dalla missione umanitaria. Il ringraziamento del Ministro Crosetto.

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È stata molto sentita e partecipata la cerimonia militare della Brigata di Cavalleria "Pozzuolo del Friuli", di rientro dalle operazioni in Libano. In una Piazza Vittoria gremita di militari, vengono portati in alto gli stemmi e, tra le divise mimetiche, spiccano dei baschi azzurri con una spilla raffigurante il logo delle Nazioni Unite. Sono i cosiddetti "caschi blu", unità militari che operano missioni di pace. 

La Brigata ‘Pozzuolo del Friuli’ è una Grande Unità dell'Esercito Italiano, la settima Brigata di Fanteria Corazzata e ha il proprio Comando a Gorizia, nel palazzo storico di piazza Battisti, la Caserma Federico Guella. I membri della Brigata, composta da numerose Unità e Reggimenti, hanno prestato servizio in numerose operazioni internazionali, partecipando alle attività in Kosovo, Bosnia, Albania, Iraq e Libano. Oggi la Brigata, come detto prima, ritorna a casa dal Libano, dove stava conducendo l’operazione "Leonte 37". Dopo la guerra del Libano del 2006, l’ONU decise di inviare una forma nel Sud del Paese, tra le forze israeliane e quelle di Hezbollah, tra cui un contingente delle forze armate italiane, che sono state fra le prime ad intervenire nella crisi. 

A dare agli uomini e alle donne della Brigata il bentornato a casa sono alcune tra le più alte cariche dell’Esercito Italiano, con la presenza anche del Ministro della Difesa Guido Crosetto e il sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna. «Quando siamo partiti sapevamo che la missione che ci attendeva sarebbe stata molto diversa da tutte le esperienze passate - parla con fierezza il Generale di Brigata Nicola Mandolesi - e sapevamo che avrebbe richiesto la capacità di adeguarsi a scenari complessi con improvvisi mutamenti. Il contesto era fragile e continua a esserlo: il conflitto ha lasciato ferite aperte. La missione prevedeva di imprimere un cambio di passo: la nostra forza si sarebbe misurata sulla fiducia che saremmo stati in grado di guadagnare con le forze armate libanesi». 

«Non è stato semplice, abbiamo retto turni intensi, mantenuto lucidità in condizioni di pressione, abbiamo affrontato la fatica e la lontananza dalle famiglie - prosegue il generale - ma non c'è compito che non è stato assolto, dalle delicate attività operative come la ricerca dei tunnel dei depositi di armi, a un continuo e costante supporto alla popolazione. Il vero risultato è che ogni soldato che ha servito in Libano è tornato a casa consapevole di aver dato tutto, senza risparmiarsi, rendendo onore al Tricolore, al Paese e soprattutto ai nostri caduti e feriti. Il ricordo del loro sacrificio è stato, e sempre sarà, la guida sulla strada del dovere». 

Il sindaco Ziberna ha portato i saluti della città di fronte ai soldati che per Gorizia sono stati motivo di grande orgoglio e gioia. Hanno rappresentato in un altro Paese le Nazioni Unite, l’Italia, ma anche il territorio, in cui vivono quando non sono in missione, dove li aspettano mogli, mariti e figli. 

A rappresentare poi il Governo italiano è il Ministro della Difesa Guido Crosetto che, salutando gli squadroni schierati, ricorda e ringrazia tutti i Comuni che prestano servizio attivo e celebra i caduti e le loro famiglie presenti. «Non potevo non essere presente al vostro ritorno - afferma il Ministro, esprimendo una sentita vicinanza alla compagine - da un servizio molto impegnativo. Alcuni di voi hanno partecipato anche alla missione del 2022, e avete potuto vedere la diversità. Quella terra che una volta era bella e tranquilla ora è molto cambiata. Avete visto strade e case, che allora era abitate, distrutte, ma avete servito con lo stesso spirito da soldati eccellenti».

Foto di Sergio Marini.

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