Gorizia, intervista sotto l’albero con il direttore sportivo della Dinamo Thomas Miani

Gorizia, intervista sotto l’albero con il direttore sportivo della Dinamo Thomas Miani

L’INTERVISTA

Gorizia, intervista sotto l’albero con il direttore sportivo della Dinamo Thomas Miani

Di REDAZIONE • Pubblicato il 23 Dic 2025
Copertina per Gorizia, intervista sotto l’albero con il direttore sportivo della Dinamo Thomas Miani

Il responso sugli ottimi risultati registrati nella prima parte della stagione: « La cosa fondamentale è non accontentarsi di quanto ottenuto fin qui».

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Nella chiacchierata sotto l’Albero con il Ds Thomas Miani non può che emergere la soddisfazione per un anno solare come quello in procinto di salutare: ottimo per quanto concerne la prima tranche della stagione corrente con il terzo posto dietro Ozzano e Oderzo, ma altrettanto rimarchevole per la seconda di quella precedente con i Play-in Gold disputati alla grande da neopromossa sfiorando l’accesso alla fase successiva.

In estate un profondo rinnovamento non solo a livello di roster fin qui contraddistinto da quella continuità di risultati iniziata, come ricordato poco sopra, agli albori di questo 2025. Perché presente e futuro possono essere migliori solo tenendo a mente quanto ci ha insegnato il passato.

Thomas partiamo dalla quasi stretta attualità. Nel big-match di Ozzano niente punti ma una prestazione da incorniciare: sono quelle strane occasioni in cui il risultato può anche venire dopo?

«A detta di quasi tutti, soprattutto dalle memorie storiche della Dinamo, è stata con ogni probabilità la prova più intensa e di livello nell’intera storia di questa società. Solo una serie di fattori non ci hanno permesso di onorarla anche con il “referto rosa” ma rimane negli occhi quanto il coach e i ragazzi hanno saputo esprimere in casa della principale favorita del girone. I sinceri complimenti dei nostri avversari e l’ammissione di essersela vista davvero brutta non sono una semplice e magra consolazione. Viene immediato fare un raffronto rispetto alla sconfitta di Oderzo ma è altrettanto vero che ogni partita fa storia a sé. Dopo Ozzano siamo indubbiamente più consapevoli di poter essere protagonisti fino in fondo alla prima fase del campionato. Lo sono i ragazzi, lo siamo noi dirigenti e lo sono i nostri tifosi che rappresentano quel quid in più. La cosa fondamentale è non accontentarsi di quanto ottenuto fin qui. Anche perché giocare in una cornice come quella del PalaBigot è uno stimolo troppo accattivante».

Il 2025 per la Dinamo si è chiuso in anticipo per il turno di riposo. Anno solare a dir poco soddisfacente tra la seconda parte della scorsa stagione e la prima di quella corrente contrassegnata dal rinnovamento del roster.

«Prendendo in esame tutto il 2025 direi che gli aspetti positivi superano e di gran lunga quelli contrari. Nel campionato precedente la Dinamo era una matricola, calata in una realtà nuova e arrivando da due stagioni da autentica dominatrice in serie C. L’atterraggio non è stato dei più semplici ma alla lunga, una volta trovati determinati equilibri e dinamiche, il percorso intrapreso si è rivelato quello giusto. La scelta di continuarlo operando inevitabili cambiamenti strutturali è stato possibile anche grazie a quanto ottenuto in precedenza. Un rinnovamento e un ringiovanimento erano necessari perché in queste categorie atletismo e forza fisica sono aspetti fondamentali e vanno costantemente allenati. L’aumento delle sedute in palestra, unito al valore e all’applicazione dei singoli, sono delle chiavi di lettura per spiegare una stagione che ci sta vedendo protagonisti nel gruppo di testa. Sorpreso? Fino a un certo punto. Eravamo fiduciosi di aver individuato i ragazzi giusti, sia dal punto di vista tecnico che umano, per alimentare il progetto della Dinamo che deve farsi guidare dall’entusiasmo senza perdere di vista la realtà».

Pescando dalla tua notevole cultura musicale che genere o brano associ a questo gruppo di ragazzi?

«Più che a un genere o a un brano in particolare penso a una banda, magari a una banda di strada di New Orleans. Perché in questa Dinamo si sono create e sono state accettate determinate leadership e gerarchie proprio in virtù del fatto che, come in una banda, ognuno sa di potersi ritagliare il proprio spazio ma sempre nell’ottica di una positiva prova corale. Il livellamento dal punto di vista generazionale ha contribuito ed è stato deciso in estate anche per questo. Colli come capitano e Giacchè ottimamente supportati da Perin sono le tre pietre angolari di un gruppo che si sta rivelando oltremodo coeso e propositivo. La pronta risposta sul campo contro Padova e Iseo dopo il ko di Oderzo ne è stata l’ulteriore conferma. Pur restando vigili alle evoluzioni del mercato a gennaio è altrettanto chiaro, quindi, che dobbiamo prima di tutto salvaguardare equilibri al momento invidiabili. Ma intanto ricarichiamo le pile per ripartire alla grande il 3 gennaio in casa contro Reggio Emilia. Buone Feste a Tutte e Tutti. Forza Dinamo».

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