L’INTERVENTO
Gorizia, Fasiolo contraria alla demolizione dell’ex ospedale. Critiche sul lungo iter sui lavori al Parco Basaglia

L’abbattimento dell’edificio è cominciato ieri. «Mancato uno studio comparativo che tenesse conto delle alternative possibili».
Negli ultimi decenni, le politiche urbanistiche e ambientali di Comune e Regione , sia pubbliche che private, hanno posto crescente attenzione alla valorizzazione e al recupero del patrimonio edilizio esistente a Gorizia, privilegiando interventi di ristrutturazione e rigenerazione urbana rispetto alla demolizione alla ricostruzione. Un aspetto che evidenzia la consigliera comunale e regionale del PD, Laura Fasiolo.
Tuttavia, non sempre tali indirizzi trovano applicazione uniforme sul territorio. È il caso dell'ex Ospedale Civile di Gorizia, la cui futura destinazione è oggetto di dibattito. Di fronte all’ipotesi di una demolizione dal costo stimato tra i 12 e i 15 milioni di euro, si sollevano interrogativi sull'assenza di uno studio comparativo che valuti anche le possibili alternative di recupero e riuso, tenendo conto sia delle potenzialità architettoniche e urbanistiche dell’edificio esistente, sia dei costi ambientali e tecnici legati allo smaltimento dell’amianto e alla ricostruzione.
«E demolire per fare cosa? Beh, la domanda non è banale, in quanto la pregressa destinazione urbanistica sanitaria - tuona Fasiolo - l'unica sensata anche per i potenziali risvolti transfrontalieri (centri riabilitativi, centro diurno Alzheimer, formazione di nuove professioni mediche e tecniche-infermieristiche, telemedicina), lascia spazio a quella dei servizi scolastici, ponendo una pietra tombale su ogni prospettiva di sanità transfrontaliera, strategicamente rilevante per Gorizia-Nova Gorica».
«In questi anni abbiamo assistito a piroette circensi su ciò che sarebbe dovuto diventare quel sito. Nel 2012 c'è stata la proposta di acquisto per 12 milioni di euro da parte dell'Università di Nova Gorica - prosegue la consigliera - svaporata quella ipotesi, si è cominciato a ragionare in termini di carcere europeo transfrontaliero, quindi di riorganizzazione scolastica cittadina. Il liceo Slataper, che occupa la struttura di via Diaz, era stato individuato in quanto struttura ad alto rischio sicurezza come il prioritario fruitore di una parte degli edifici di via Vittorio Veneto insieme al Tecnico Galilei».
La consigliera Fasiolo ha quindi ripercorso le diverse ipotesi avanzate nel corso degli anni in merito alla destinazione dell’ex Ospedale Civile di Gorizia, sottolineando come il sito sia stato oggetto di numerosi cambi di direzione. Ha ricordato, in particolare, la proposta di acquisto avanzata nel 2012 dall’Università di Nova Gorica, per un valore di 12 milioni di euro, poi non concretizzatasi. Successivamente, si è parlato di un possibile utilizzo dell’area per la realizzazione di un carcere europeo transfrontaliero e più tardi di una riorganizzazione dell’offerta scolastica cittadina. In quest’ottica, il liceo Slataper, attualmente ospitato nella sede di via Diaz e considerato a rischio sotto il profilo della sicurezza, era stato individuato come potenziale beneficiario di una parte degli edifici di via Vittorio Veneto, insieme all’Istituto Tecnico Galilei. Tuttavia, ha evidenziato la consigliera, tali ipotesi non hanno visto un reale coinvolgimento preventivo del mondo scolastico.
Nel frattempo, sono stati avviati — e poi interrotti — i cantieri destinati alla realizzazione di nuove strutture a supporto del polo tecnico di Gorizia, che nel frattempo è divenuto il principale destinatario della futura sede in via Vittorio Veneto. Di conseguenza, il liceo Slataper è rimasto nella sede originaria, nonostante in passato ne fosse stata dichiarata l’urgenza di trasferimento per ragioni legate alla sicurezza.
«Una condizione inaccettabile che ha smosso l'opinione pubblica e favorito la nascita di un comitato di denuncia per il mancato coinvolgimento della comunità goriziana e di mobilitazione contro l'abbattimento dell'ex ospedale civile - continua Fasiolo - La raccolta di firme online proposta dal comitato e i banchetti in città che si terranno dal 25 ottobre sono una grande occasione per ribadire un deciso no allo scempio promosso da EDR con l” entusiastica adesione dell'Assessore competente del Comune di Gorizia» conclude. La consigliera Fasiolo interviene anche sul lungo iter per gli interventi sul parco Basaglia a Gorizia. «Ora si è fatta chiarezza sui ritardi, dovuti alla presenza di residuati bellici - sono le sue parole - resta comunque l’urgenza di superare questi ritardi e procedere con il recupero degli edifici che, giorno dopo giorno, si stanno sempre più deteriorando».
La dem afferma questo pensiero replicando alla risposta dell’assessore Callari all’interrogazione attraverso la quale si chiedeva di chiarire il cronoprogramma del progetto di rigenerazione urbana storica e culturale del Parco Basaglia di Gorizia e il perché il cantiere sia oggi fermo. «La nostra preoccupazione - continua Fasiolo - nasce dall’evidente degrado degli edifici. È necessario intervenire con priorità sui fabbricati più esposti, definendo scadenze chiare e fasi comprensibili, dando ai cittadini un calendario aggiornato».
Sulla situazione del Parco Basaglia, Fasiolo fa pure sapere di aver recepito anche le richieste di Legambiente: «tutela delle alberature, attenzione alla biodiversità e gestione ordinata del cantiere. Sono indicazioni ragionevoli, da assumere come criteri progettuali per coniugare sicurezza, tempi certi e rispetto dell’ambiente». Il Parco Basaglia, conclude, «è un bene della città e la via da seguire è lineare: lavorare in sicurezza, rendere trasparenti le scadenze e aprire i cantieri dove il degrado è più rapido. Chiediamo aggiornamenti periodici e un confronto costante con Regione e Comune, così che ogni passaggio sia chiaro e condiviso».
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