La mostra
Gorizia celebra Basaglia con le immagini che cambiarono la psichiatria, ecco «Dove gli occhi non arrivavano»
Esposte fino al 3 maggio 2026 le fotografie di Berengo Gardin, Depardon e Scianna, uno sguardo potente sulla rivoluzione avviata dallo psichiatra, dalle condizioni negli ex manicomi alla nascita di un nuovo modello di cura.
Gorizia rende omaggio al celebre psichiatra Franco Basaglia con la mostra «Dove gli occhi non arrivavano», in programma fino al 3 maggio 2026 al Museo di S. Chiara, in Corso Giuseppe Verdi 18. L’esposizione presenta le opere di tre rinomati fotografi: Gianni Berengo Gardin, Raymond Depardon e Ferdinando Scianna. Le loro immagini, cariche di significato, raccontano una storia rivoluzionaria nel campo della psichiatria, iniziata a Gorizia e proseguita successivamente a Trieste ad opera di Franco Basaglia.
Per ricordare una sua frase molto conosciuta, «il manicomio non serve a curare la malattia mentale, ma solo a distruggere il paziente», ecco che emerge la sua visione rivoluzionaria del paziente, che si concentra sul rispetto e la sensibilità nei confronti del malato. Basaglia si farà portavoce di una vera e proprio battaglia, che si concretizzerà nella legge 180 del 1978; con cui verrà approvata la chiusura progressiva dei manicomi, con l'intento di promuovere un approccio più umano e rispettoso.
Per la prima volta, le fotografie di questi tre artisti si uniscono in un progetto che documenta il periodo storico in cui Basaglia ha operato, offrendo una testimonianza visiva della trasformazione avviata nella psichiatria, una vera e propria svolta nel trattamento delle persone con disturbi mentali. Il visitatore guardando le foto, si immedesima spontaneamente nello stato d’animo sofferente degli internati; dallo sguardo dei soggetti, rimasto scolpito nel tempo, si percepisce una sensazione di perdizione e tristezza dovuta alle condizioni in cui vivevano.
In un’intervista del 2009, Gianni Berengo Gardin ha spiegato la sua visione della sua fotografia documentaria: «Quando fotografavo nei manicomi, cercavo di non ritrarre il malato e la malattia, ma la condizione in cui il malato era costretto». Le immagini esposte offrono ai visitatori l’opportunità di comprendere e interpretare quel periodo storico, rivelando come gli internati vivevano.
La mostra è aperta tutti i giorni dalle 10 alle 18, ad eccezione del 25 dicembre, giorno in cui rimarrà chiusa. I biglietti sono disponibili al prezzo di 8 euro, con riduzioni a 5 euro per i visitatori fino a 18 anni, studenti universitari e over 65; il biglietto è ulteriormente ridotto a 4 euro per gli studenti di età compresa tra i 6 e i 18 anni (ingresso gratuito con la FVG Card).
Sono inoltre disponibili visite guidate su prenotazione, contattando l’indirizzo e-mail cultura@promoturismo.fvg.it. L’evento è organizzato dal Comune di Gorizia in collaborazione con PromoTurismoFVG, ed è curato da SUAZES, un’impresa culturale e creativa con un’ampia esperienza nazionale e internazionale, impegnata a promuovere nuove relazioni tra patrimoni, comunità e territori.
Foto Gianni Berengo/Magnum Photos
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