Galleria Bombi riapre entro metà dicembre: sarà il tunnel digitale più grande d'Europa

Galleria Bombi riapre entro metà dicembre: sarà il tunnel digitale più grande d'Europa

L'opera

Galleria Bombi riapre entro metà dicembre: sarà il tunnel digitale più grande d'Europa

Di Aurora Cauter • Pubblicato il 20 Nov 2025
Copertina per Galleria Bombi riapre entro metà dicembre: sarà il tunnel digitale più grande d'Europa

La struttura, per la quale sono stati stanziati quasi 3 milioni di euro per la riqualificazione e quasi 5 milioni per la parete led multimediale, sarà completata a breve. L'annuncio in Regione.

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Da oggi, quando si sente parlare di “DAG”, ci deve venire in mente la Galleria Bombi. Infatti, dei 300 metri di lunghezza della Galleria di piazza Vittoria, 100 metri sono stati trasformati in un’opera d’arte digitale, la Digital Art Gallery, appunto. I 1000 metri quadrati di LEDwall rendono Gorizia la città che ospita la galleria digitale più grande d’Europa.

La Galleria Bombi smetterà di essere un cantiere verso metà dicembre, quando verrà aperta al pubblico. Sono tre le fasi di lavoro che hanno interessato la struttura: la riqualificazione, l'accessibilità pedo-ciclabile e la valorizzazione artistica e tecnologica. Una volta aperta, la DAG si potrà visitare gratuitamente in varie fasce orarie: fino a maggio 2026 gli accessi avverranno dalle 10:00 alle 16:00 in giorni feriali, dalle 10:00 fino alle 19:00 per i giorni festivi.

C’è da capire che dentro la Galleria Bombi si troverà un’installazione artistica e tecnologica unica nel suo genere: “Data Tunnel” nasce dall’interazione dell’intelligenza artificiale con la natura. Per realizzarla è stato chiamato l’artista che, primo al mondo, se ne intende di intelligenza artificiale: Refik Anadol. Il curriculum dell’artista multimediale è molto lungo: ha realizzato installazioni a Londra, NYC, Los Angeles, che poi hanno fatto il giro del mondo e vinto decine di premi nei concorsi internazionali più innovativi.

Anadol ha studiato un programma ad hoc per Gorizia: un flusso visivo continuo attraversa i led della Galleria per creare ogni momento una sensazione percettiva unica. La “materia visiva” nasce da una ricerca di Anadol, che ha creato un modello di AI addestrato con immagini ambientali e dati provenienti da musei e archivi scientifici internazionali. Saranno i dati a trasformarsi in immagini e ad immergere lo spettatore.

C’è una parte non visibile, dietro gli schermi a led. Non solo le ore degli operai, degli ingegneri e dei tecnici che hanno lavorato in questi mesi, ma 37000 chili di struttura autoportante, svincolata dalla galleria, 6000 viti strutturali e 44000 viti di collegamento. Il sistema conta 3700 cabinet LED, 14800 schede con trattamento nano coating e GOB, 34 convertitori di fibra, 267 cavi CT6 di segnale, 11000 metri di rete CAT6, 6000 metri di fibra ottica, 2000 metri di cavi di alimentazione dai sottoquadri ai cabinet, 6000 metri di corda dalla cabina al quadro principale, 300 metri di canale elettrico e 300 metri di canale di aerazione. La DAG è gestita da cinque workstation professionali e 20 segnali 4K per la riproduzione video.

A spiegare i tecnicismi è stato Claudio Tognoni, project manager di Go! 2025, che riconosce i meriti della mega opera digitale che si trova «in un luogo paesaggistico di alto profilo, in una posizione storicamente e architettonicamente significativa». Tognoni spiega anche come non sia un caso che per la Galleria Bombi sia stata scelta un’opera immersiva e “fluida” come questa: «fa riflettere sul tema della riconciliazione tra il luogo in sé e la frontiera che rappresentava. L’artista è partito dalla domanda: “che cosa rende tutti umani?” La risposta è la natura. La Galleria Bombi si trasforma così da un luogo di divisione a luogo di appartenenza comune». Se queste sono le premesse, possiamo dire che DAG rappresenta i valori di Go! 2025.

Anche l’artista, in collegamento da Los Angeles, spiega che l’opera non è solo visibilmente bella da vedere, ma anche un impatto sociale. Innanzitutto questa è un’opera pubblica, quindi di tutti e per tutti. In più riflette una grande sfida della nostra contemporaneità: l’etica dell’intelligenza artificiale. «Dobbiamo pensare di collaborare con l’AI - dice Anadol - la creatività dell’essere umano non deve essere sostituita da una macchina, ma deve avvicinarsi ad essa per facilitare il lavoro. Stiamo vivendo un Rinascimento moderno».

«Stiamo già pensando a una progettualità futura - interviene il Presidente della Regione Massimiliano Fedriga - affinché questa riqualificazione dalla valenza artistica e culturale possa essere riconosciuta a livello internazionale. Non a caso abbiamo chiamato il miglior artista al mondo. Gorizia, insieme al Friuli Venezia Giulia, può diventare la capitale internazionale dell’arte digitale. Crediamo che un’infrastruttura artistica di questo debba essere valorizzata sempre di più».

«Gorizia, dal momento in cui è stata nominata Capitale Europea della Cultura, lo sarà sempre - conclude il Sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna - Non possiamo non vivere questo momento epocale con grande entusiasmo. Si inizierà a puntare in modo sempre più consistente nell’inserimento dell’AI nei grandi eventi che coinvolgono la città».

Alla fine degli interventi viene fatta una sola domanda, quella che tutti hanno in mente, quello che non è stato detto: i costi. Il Sindaco non li sa, quindi risponde una delle curatrici del progetto: per la riqualificazione della Galleria Bombi sono stati stanziati 2 milioni e 95 mila euro, tra fondi PNRR (Bando per i borghi a rischio) e fondi regionali. Per la parte multimediale i costi ammontano a 4 milioni e 850 mila euro. Il lavoro dell’artista conta 450 mila euro. Il Sindaco Ziberna, alla fine dell’elenco, ci tiene a sottolineare che queste cifre solo piccole rispetto a quelle stanziate per altre grandi mostre: «Abbiamo realizzato un museo con un ventesimo del budget di altri musei in giro per il mondo».

DAG è un progetto sviluppato con il supporto di Regione Friuli Venezia Giulia, PromoTurismo FVG, il Comune di Gorizia, Edr, Erpac FVG, il Ministero della Cultura e MEET - Digital Culture Center.

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