LA SERATA
Fogliano festeggia la riapertura di Santa Maria in Monte, lavori per 57mila euro
Fondi arrivati da bando regionale. Il parroco don Longo, «chiesetta cara agli abitanti, preziosi i gesti per preservarla». Ritornano alla luce le decorazioni nelle due sacrestie.
È stata un’inaugurazione suggestiva quella di ieri, sabato 15 novembre, a Fogliano. Niente nastri da tagliare, ma le note del pianoforte e una voce intensa che si alza e risuona fra le pareti affrescate del Cinquecento prima che la luce le sveli in tutto il loro splendore: così la chiesa di Santa Maria in Monte si è presentata alla riapertura dopo i lavori durati quasi un anno.
L’antico luogo di culto in cima a via Santa Maria è stato oggetto di due interventi: uno, il restauro e consolidamento degli affreschi, l’altro il rinnovo e adeguamento dell’impianto elettrico di illuminazione. 57mila euro ottenuti dalla Regione Friuli Venezia Giulia grazie ad un apposito bando per la tutela di chiese antiche con affreschi hanno finanziato l’opera - i cui lavori, diretti dall’architetto Roberto Ferigutti, sono cominciati a dicembre 2024.
Nel restauro artistico sono state impegnate le ditte di Paola Venuti e Francesca Fontana. Gli affreschi dell’abside e dell’arco santo sono stati solamente consolidati nei punti in cui tendevano a sfarinarsi, mentre il lavoro più consistente si è concentrato nelle due sacrestie. Qui, sono stati gradualmente rimossi gli strati accumulatisi durante quattro secoli per riportare alla luce le decorazioni originarie e gli elementi che il passare del tempo aveva pressoché cancellato. Si valorizza e si rende così ulteriormente fruibile un luogo molto caro agli abitanti di Fogliano – i quali, racconta il parroco di Fogliano, Redipuglia e San Pier d’Isonzo don Giorgio Longo, «vi sono affezionati e chiedono ancora oggi di essere battezzati o di potersi sposare qui».
Una cinquantina, infatti, i cittadini accorsi ieri sera alle ore 20.30 per il momento musicale inaugurale, concepito proprio per «far vivere e apprezzare la rinnovata atmosfera e raccontare la storia della chiesa» spiega don Longo, che ha seguito personalmente gli interventi nel corso dei mesi. La riapertura è stata celebrata con un concerto offerto dalla BCC Venezia Giulia che ha visto protagonisti il maestro e illustre organista a livello nazionale Manuel Tomadin e il soprano Giulia Della Peruta. Un’intensa ed emozionante performance dedicata alle più celebri “Ave Maria” composte in omaggio dalla Madonna da compositori del calibro di Vivaldi, Schubert, Mozart, Rossini, Puccini, Mascagni e Verdi.
Tra un brano e l’altro, il parroco ha illustrato i lavori e raccontato alcuni cenni storici sull’edificio, affiancato per un breve momento di saluto istituzionale dal consigliere regionale Antonio Calligaris. Originario di Fogliano, Calligaris ha lodato l’impegno di don Longo nel «valorizzare una chiesa particolarmente cara per la comunità», nonché i suoi sforzi per il recente restauro degli interni della chiesa di Santa Elisabetta e per l’ottenimento di fondi per altri lavori futuri. Enfasi del consigliere anche sul «valore che la Regione riconosce a chiese, parrocchie e diocesi» mediante i progetti di finanziamento: «È necessario salvaguardarle poiché sono il patrimonio di una Regione fatta per la maggiore di piccoli e medi comuni la cui identità è rappresentata anche dai loro bellissimi manufatti ecclesiastici».
Sia Longo che Calligaris hanno ricordato che Santa Maria in Monte non veniva restaurata da quarant’anni. L’ultimo intervento nel 1985 ha permesso il recupero e l’estrazione degli affreschi su pannello della navata. Le due piccole sacrestie, invece, «non venivano “toccate” da ben quattro secoli», specifica il parroco. Vari i suoi riferimenti alla lunga e interessante storia della chiesetta, edificata nel 1521 per volontà di Teodoro del Borgo di Longonica, come ricordato dall’epigrafe all’ingresso. Diversi i danni subiti poi durante la Grande Guerra, compensati da successive ricostruzioni che hanno dato all’edificio l’aspetto attuale, pur senza l’originaria torre campanaria: è stato sempre don Longo a sottolineare i preziosi e «numerosi gesti degli avi degli attuali foglianesi per preservarla e conservarla».
Ora la speranza è quella di proseguire con altri aggiustamenti, spiega infine il parroco: «Vanno rinnovati tetto e grondaie, che hanno ormai settant’anni: si verificano significative infiltrazioni di acqua, soprattutto durante i temporali improvvisi». Il 2026 sarà comunque un anno già ricco di interventi in ambito ecclesiastico nel comune bisiaco: sono previsti infatti il restauro dell’organo Nachini del 1730 e del campanile a Santa Elisabetta e ulteriori opere nella chiesa di San Giacomo a Redipuglia.
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