Fiore e la sua rinascita a 24 anni a Gorizia: «L'anoressia mi ha tolto tutto»

Fiore e la sua rinascita a 24 anni: «L'anoressia mi ha tolto tutto»

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Fiore e la sua rinascita a 24 anni: «L'anoressia mi ha tolto tutto»

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 25 Giu 2022
Copertina per Fiore e la sua rinascita a 24 anni: «L'anoressia mi ha tolto tutto»

La difficoltà a superare i problemi di peso, l'appello: «Impariamo a chiedere aiuto».

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Si chiamano disturbi del comportamento alimentare, in breve DCA. In Italia si contano 4.700 persone che, solo nel 2020, si sono sottoposte alla loro prima visita per affrontare questi problemi. Storie che vengono coperte da numeri e statistiche, sfuggendo i riflettori per la delicata situazione in cui spesso i più giovani si ritrovano a vivere e per il pregiudizio che arriva dall’esterno. Fiore Massarenti, 24 anni di Gorizia (nella foto), è tra coloro che ha affrontato questo tunnel trovando la forza di chiedere aiuto.

Questo è arrivato dalla comunità Villetta 2.0 di via Caprin, che da tempo si occupa di salute mentale. Un tema, questo, che si è allargato drammaticamente nei due anni di pandemia, con il distanziamento sociale che ha acuito disagi già presenti o creandone di nuovi. La storia di Fiore affonda le proprie radici nel 2015, “quando ho cominciato a soffrire di disturbi alimentari a causa dei problemi che avevo in famiglia e tutto questo ha avuto ripercussioni sul mio corpo” racconta lei stessa. “Ho cominciato a vedermi grassa e a non piacermi”.

La situazione è precipitata nel 2016: “Ho preso 16 chili in un mese. Dopo aver passato sei mesi in ospedale col sondino, nel 2019, con l’aiuto dell’equipe medica, ne sono uscita. Anche se non è un problema del tutto risolto”. Raccontare quei momenti non è facile, la giovane lo fa con la consapevolezza che non è la sola ad averli vissuto e che aprirsi può aiutare il prossimo: “L’anoressia mi ha tolto tutto e mi ha portato ad odiare persone alla quale prima volevo bene, facendomi guardare la vita completamente con occhi diversi”.

“In un solo giorno tutto può cambiare, in un attimo mi sono ritrovata dentro ad una stanza buia, in
cui io stessa ho deciso di spegnere la luce”. La sua testimonianza l’ha portata davanti anche ai ragazzi della Consulta giovani di Cormons, nella speranza di poter trasmettere il proprio messaggio a più persone possibili. “Ci vuole così tanta forza e coraggio per superare questa malattia, così tanta che a volte ho preferito indossare una maschera per proteggermi da tutte le sofferenze che, in quel momento, la vita mi ha messo davanti”.

Il male peggiore l’ha trovato dentro di sé: “D’un tratto nella mia testa è apparsa una voce che presto sarebbe diventata la mia migliore amica e che aveva creato in me la speranza di arrivare al corpo dei miei sogni, anche se alla fine il corpo giusto non arrivava mai. La vita non aveva più il valore di prima e il mio mondo cominciava a diventare un calcolo matematico. Un continuo calcolo delle calorie, quante assumerne e quante bruciarne e, sopratutto, quanto poter pesare. Quel numero mi ha fatta diventare schiava della bilancia, ma non ero mai soddisfatta di me stessa”.

“Quella voce nella mia testa continuava a dirmi che ero grassa. Ero senza energie e non mi importava più di niente e di nessuno, infatti in quel momento un chilo in meno aveva più valore di tutto il resto. A scuola cominciavo ad andare male e a fare assenze di continuo, le poche volte in cui ci andavo mi sentivo ripetere quanto fossi dimagrita, la tipica frase che ogni anoressica odia. Le persone sono alla continua ricerca della perfezione, quando questa non esiste. Nessuno sceglie di vivere una malattia, tuttavia possiamo scegliere come darle contro”.

Oggi, Fiore lavora in un negozio di Gorizia, dopo essere uscita dalla clinica per DCA nel luglio scorso. Ad ottobre ha iniziato a frequentare la Villetta 2.0. “Possiamo scegliere di cambiare la nostra vita imparando a chiedere aiuto alle persone giuste. Così, ho deciso di lottare contro me stessa, ma nello stesso tempo per me stessa. Quindi, sono stata ricoverata in una clinica specializzata in DCA e ce l’ho fatta. Tutto questo per dire, non abbiate paura di chiedere aiuto, vi salverà la vita” conclude la giovane.

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