LA REPLICA
Fincantieri, Cisint chiede una strategia condivisa: «Basta subappalti senza regole»

All’indomani della consegna della Star Princess, l’europarlamentare evidenzia la necessità di rivedere le regole di ingaggio delle aziende esterne a Monfalcone e Mestre, denunciando le ricadute sociali, urbanistiche e occupazionali. Chiesto un confronto con azienda, istituzioni e parti sociali.
Il giorno successivo alla cerimonia di consegna della Star Princess, è stata diffusa oggi, sabato 27 settembre, una nota dell’Onorevole Anna Maria Cisint in cui si esprime in merito alle recenti dichiarazioni dell’amministratore delegato di Fincantieri, Pierroberto Folgiero. La nota si inserisce nel dibattito aperto sul futuro del Cantiere navale di Monfalcone e sul modello produttivo attualmente adottato.
Con un questo intervento, Cisint ha richiamato l’attenzione sulla necessità di rivedere in modo approfondito l’organizzazione del sistema degli appalti e subappalti nei Cantieri di Monfalcone e Mestre, sottolineando l’importanza di avviare un confronto tra azienda, istituzioni locali e parti sociali. L’obiettivo, secondo Cisint, è costruire una strategia che tenga conto dell’impatto occupazionale, sociale e urbanistico sul territorio.
«Più che un laboratorio serve una strategia capace di avere una vista sul futuro e per questo Fincantieri dovrebbe concretizzare la disponibilità a sedersi al tavolo con le istituzioni locali, Comune e Regione, e le parti sociali per disegnare assieme una diversa pianificazione rispetto all’espansione del sistema degli appalti e dei subappalti che utilizzano immigrati che ha penalizzato ed emarginato la manodopera locale con pesanti ricadute sociali a Monfalcone e a Mestre - sostiene Cisint - Quella indicata da Folgiero può essere una buona strada e come europarlamentare della commissione trasporti che segue il Nordest e come consigliere delegata all’economia del mare sono pronta, siamo pronti, a misurarmi e misurarci con questa sfida, purché non siano solo le solite enunciazioni ma serva ad affrontare le questioni concrete sul tavolo».
Secondo l’europarlamentare, è sempre più urgente rivedere un modello produttivo, giudicato ormai vecchio e superato, soprattutto alla luce delle nuove commesse che comporteranno ulteriori massicci arrivi di manodopera straniera, ritenuti incompatibili con le attuali condizioni urbanistiche e sociali della città. Da parte del Comune di Monfalcone – che lei rappresenta – viene ribadita la piena disponibilità al confronto per individuare soluzioni efficaci a problematiche che, per le stesse ragioni, si stanno riproponendo anche nella realtà di veneta di Mestre.
«Lo rende urgente anche i fatti dell’ultimo mese con quattro diversi incidenti sul lavoro in quattro settimane che non possono essere frettolosamente archiviati come un dato statistico - prosegue Cisint - Nelle fasi cruciali prima della consegna di ogni nave, il nostro stabilimento può toccare la presenza di 10mila maestranze frammentate in centinaia e centinaia di ditte diverse prevalentemente del subappalto che si avvalgono di personale, molto spesso soprattutto straniero, a basso costo, parcellizzato nelle mansioni e precarizzato professionalmente».
Per la politica, i temi della sicurezza sul lavoro, della carenza di personale qualificato e dei cambiamenti organizzativi e tecnologici non possono essere affrontati separatamente, perché interconnessi tra loro e strettamente legati all’impatto che l’espansione di Fincantieri ha sul territorio.
«Tutto si lega: la tutela della salute non è disgiunta dal nodo dei fabbisogni di personale, dai cambiamenti organizzativi e tecnologici e soprattutto dalle ricadute che la crescita dell’azienda comporta verso il territorio. Figuriamoci cosa succederà se il cantiere si dovesse ampliare senza un governo di questo processo - sempre l’Onorevole - Serve difatti puntare nella crescita del valore del lavoro, investendo in competenze e formazione per assicurare il necessario know-how per i lavoratori italiani e colmare il gap di manodopera specializzata, accanto a una maggior innovazione tecnologica per processi produttivi sempre più avanzati».
«Noi la nostra proposta l’abbiamo già lanciata, crediamo nella creazione di società consortili che possano garantire un controllo più efficace sull’organizzazione del complesso sistema produttivo - conclude Anna Maria Cisint - specie in settori come la saldatura e i montaggi navali, consentendo la stabilizzazione del rapporto di lavoro».
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