Ecco le nuove mappe tattili per scoprire il Castello di Gorizia: prende vita l’idea di Maddalena Malni Pascoletti

Ecco le nuove mappe tattili per scoprire il Castello di Gorizia: prende vita l’idea di Maddalena Malni Pascoletti

LA VALORIZZAZIONE

Ecco le nuove mappe tattili per scoprire il Castello di Gorizia: prende vita l’idea di Maddalena Malni Pascoletti

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 12 Dic 2025
Copertina per Ecco le nuove mappe tattili per scoprire il Castello di Gorizia: prende vita l’idea di Maddalena Malni Pascoletti

Numerosi gli sponsor a supporto del progetto. Nuove carte e modellini collocati in diversi luoghi della città.

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Il tramonto scende oltre i merli delle mura, incendiando le strade di Gorizia già illuminate per il Natale alle porte. La vita è un miracolo, ed è per consentire anche agli ipovedenti di gustarla in ogni sua forma che nell’ambito del progetto “Con/tatto” si sono collocate mappe tattili in più punti della città. Sono state inaugurate nella serata di ieri – 11 dicembre – le due tavole con didascalia in braille collocate rispettivamente all’ingresso basso del Castello di Gorizia e a quello antistante la biglietteria. Un’attività lanciata nel 2017 su idea della compianta Maddalena Malni Pascoletti e patrocinata da numerosi sponsor, fra cui – oltre allo stesso comune - la Fondazione Carigo, Erpac, e la sezione di Gorizia di Italia Nostra rappresentata dal vicepresidente Elisa Trani e dal presidente Angela Baissero. «Siamo qui a nome dell’associazione – prende la parola Trani nel ringraziare i numerosi sponsor – per concludere una prima parte del progetto che nacque con Maddalena, che nel 2016 ebbe l’idea di valorizzare il patrimonio della città attraverso strumenti tattili». Una produzione che va a coronare altre opere realizzate nel tempo, come il restauro del modellino della Sinagoga attuato dal laboratorio di Elisabetta Ceccaroni e dal Centro Studi e Restauro di Gorizia, o la raffigurazione della facciata di Palazzo Attems riprodotta con stampante 3D dagli allievi dell’Isis “Galilei”, in collaborazione con l’università di Udine.

«Negli anni passati – ricorda – furono realizzate anche le “Teste di carattere” di Franz Xaver Messerschmidt, e targhette con didascalia frutto della collaborazione fra l’Istituto Rittmeyer di Trieste e l’Unione Ciechi e Ipovedenti di Gorizia». Questi ultimi hanno collaborato anche alla mappa tattile della chiesa di Sant’Ignazio, per la quale con il contributo della Carigo e il supporto dell’università di Trieste è stata creata una riproduzione della facciata in 3D e un modellino in scala della chiesa. «Per me è un momento importante – prosegue – in quanto è stato a lungo prorogato, finché poi Maddalena ci ha lasciato. Ricordo con piacere le prime opere – rammenta con nostalgia – è il primo progetto tattilo plantare su viale D’Annunzio, quando era sindaco Ettore Romoli. Con questo si conclude forse un percorso – ipotizza – per iniziarne un altro». A ringraziare l’associazione è poi il primo cittadino Rodolfo Ziberna, che si unisce al ricordo di Malni Pascoletti evidenziandone il vuoto lasciato: «Non siamo ancora stati in grado di colmare la sua assenza – rimarca – perché alcune persone lasciano un segno per la loro competenza, ma Maddalena ci metteva soprattutto la passione. Ed eccezionale era l’amore che infondeva nelle sue attività, la sua dedizione per Italia Nostra e per la Fondazione Coronini».

Mentre nel riflettere sulle mappe tattili Ziberna sottolinea l’importanza di migliorare la fruizione dei beni culturali per renderla agevole a tutti: «Spesso si promuove un sito – riflette – senza pensare alle difficoltà che possono incontrare alcuni nel visitarlo. Non soltanto ciechi e ipovedenti, ma anche persone in carrozzina, per questo è importante aumentare le possibilità di fruizione. Il nostro è un patrimonio straordinario – conclude – ed è giusto che venga fruito da tutti». Concorde l’assessore alla Cultura Fabrizio Oreti, che unendosi al ricordo dell’ispettore onorario del ministero per i Beni culturale e ambientali rileva l’importanza del Castello come emblema della città: «Inizio dal simbolo indiscusso di Gorizia – interviene – che rappresenta il luogo più visitato, dove ormai questo supporto costituisce un lascito. Perché da oggi in poi anche gli ipovedenti potranno visitare il Castello e prenderne coscienza. Maddalena credeva, in questo progetto – ribadisce – e sono convinto che ci stia guardando da lassù». A ricordarla è infine il presidente della sezione provinciale dell’Unione italiana dei ciechi e ipovedenti: «Pascoletti mi raccontò del progetto – ammette Nicolò Finocchiaro – che iniziò quando lavoravo per l’Istituto Rittmeyer». A entusiasmare Finocchiaro è l’integrazione sempre più viva di ciechi e ipovedenti nel tessuto della comunità. «La nostra associazione – spiega – nacque 104 anni fa, ma fino a vent’anni fa dovevamo lottare per essere integrati. Mentre ormai la nostra associazione collabora anche con i vedenti, che comprendono come il disabile debba essere incluso con il resto della cittadinanza».

Una problematica ritenuta dal presidente di Unione ciechi sostanzialmente «culturale»: «Oggi queste mappe tattili rappresentano un inizio – auspica – per aprirsi alla piena integrazione». Luoghi in grado di raccontare la storia anche attraverso le forme e la consistenza e non più solo attraverso la mera visione, in quanto «le mappe tattili vengono esplorate a partire dal dettaglio». Uno spirito di inclusività che Italia Nostra intende portare avanti nel ricordo di Malni Pascoletti e nel solco del seminario che si svolse nel 2017: «In quel febbraio – prende la parola il membro del direttivo Silvia Grion – furono due, i relatori: Aldo Grassini, direttore del museo tattile ”Omero” di Ancona, e Loretta Secchi, responsabile del museo “Anteros”, per un ciclo di conferenze atte a sensibilizzare anche i ragazzi sul tema dell’inclusione sociale». La mappa del Castello venne progettata nello stesso anno da Paola Cochelli, che ha voluto raffigurare cinta muraria, pozzo, Corte dei Lanzi e altri edifici con texture differenziate, avvalendosi di consulenti quali lo stesso Istituto Rittmeyer. Un progetto che ha traversato lunghe fasi di elaborazione e sottoposto all’autorizzazione della Soprintendenza, finalmente coronato dai supporti della Carpenteria De Monte e dalle mappe di Incisoria Vicentina. (Foto, Rossana D'Ambrosio

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