IL 15 NOVEMBRE
‘Due famiglie, un funerale’ di Mark Melville porta a Gorizia Anita Kravos, l’incontro con il pubblico al Kinemax
Il film è in cartellone dal 13 novembre. Alle ore 19 l'artista presenterà la commedia appena sbarcata nelle sale italiane.
La vita riserva sempre sorprese, ma quelle che il primo film di Mark Melville “Due famiglie, un funerale” regala sono ancora di più, con tante risate assicurate. A confermarlo è la stessa attrice Anita Kravos – la quale nel film interpreta il ruolo di Lidia – che abbiamo avuto modo d’intervistare prima della presentazione prevista per questa sera al Kinemax di Gorizia dalle ore 19.
Una commedia esilarante sbarcata al cinema il 13 novembre: la malattia può essere anche sdrammatizzata con l’ironia?
Certamente, non solo la malattia, ma soprattutto quello che è il tema centrale del film: la morte. Abbiamo come sponsor una celebre ditta, la quale ha scelto un marketing ironico e molto controcorrente che ha già dato i suoi frutti, con cui siamo sulla stessa linea d’onda. Non solo è possibile riderci sopra, ma è anche possibile sentirsi molto vivi in prossimità della morte. Bisogna concludere gli ultimi affari, sistemare le carte, riuscire a far andare d’accordo la propria famiglia. Cosa ancora più difficile quando di famiglie ne hai due. Mettere d’accordo due famiglie e due mogli, che sono in primis due madri.
Tu sei la moglie di Peppino (Maurizio Mattioli) che si destreggia fra figli e amanti: com’è stato interpretare il personaggio di Lidia?
Sì, interpreto Lidia, con me Peppino/Mattioli ha due figli maschi (Giuseppe Marvaso e Francesco Migliorati, ndr), io gli amministro la ditta, mando avanti gli affari, gestisco la famiglia. A casa con noi vive quella che sarebbe mia mamma, vale a dire la suocera (Angela Valensise, ndr). Lidia si deve poi barcamenare con la seconda famiglia che Peppino ha formato con l’amante spagnola (Isabelle Adriani, ndr). Quindi ne vedremo delle belle, perché non è facile gestire la propria moglie quando non è contenta, e soprattutto gestirne due, di mogli, quando l’amante è giovane e con lei hai due figlie (Giorgia Fiori e Arianna Aloi, ndr). Le due donne però troveranno qualche tornaconto per entrambe, che le renderà felici.
A dirigervi è stato Mark Melville, il regista. Com’è lavorare con lui?
È stato davvero divertente, perché è un noto direttore di fotografia e ha lavorato in molti film, ma questo è stato il suo esordio come regista, affiancato dagli assistenti alla regia (Federica D’Ignoti e Andrea D’Andrea, ndr). Lui era alle prime armi, e lo stesso si può dire dei ragazzi che interpretavano i nostri figli maschi e femmine. Avevamo da un lato grandi attori con esperienza di quarant’anni, come Mattioli o Enzo Salvi e Andrea Roncato, e dall’altro ragazzi alle primissime armi che hanno lavorato davvero bene, come del resto lo stesso Melville che firmava la regia per la prima volta. È una commedia, quindi ci sono colpi di scena e molto ritmo. Ci siamo divertiti molto, in una commedia non si può essere tristi o andare giù di corda, altrimenti le battute non escono. Lui poi è un americano con un accento particolare, lo prendevamo affettuosamente in giro. Abbiamo mangiato benissimo perché stavamo a Tropea, in Calabria, con una meravigliosa vista mare. Praticamente ci siamo fatti una vacanza forzata.
A presentare la produzione targata Marvaso Production Films è stata la stessa Taffo Funeral Services, anche perché fra gli attori ci sono Alessandro e Daniele Taffo nel ruolo di se stessi. Un film per “morire dalle risate”?
Esatto, non solo siamo tutti morti dalle risate, ma praticamente investendo nel cinema i Taffo riesumano il cinema italiano, che tutti ormai stanno dichiarando per morto, mentre loro ci investono tanto denaro. Sono investitori privati un po’ all’americana, quindi ci siamo ritrovati il regista originario degli Stati Uniti, ma anche questa visione di investitore privato che capitalizza il denaro nel cinema, che non è tipicamente italiana, quanto piuttosto dell’imprenditoria americana.
Dalla commedia emerge la morale di vivere con leggerezza, per affrontare quei colpi di scena che possono nascondersi dietro ogni angolo. Una sorta di "manuale di sopravvivenza" per rispondere alla crisi del botteghino, proprio a ridosso di Natale?
Sì, sono d’accordo, abbiamo realizzato una sorta di commedia di Halloween, io speravo uscisse per il weekend dei morti ma siamo subito dopo. È una commedia che intende far sorridere contro la crisi economica e, secondo me, ci riesce: con leggerezza e autoironia. È un film per tutti, per famiglie e bambini. E come ha detto Enzo Salvi nell’anteprima romana, il quale ha trascorso tutto il tempo a guidare i carri funebri e spostare le bare, praticamente il film lo ha fatto «con una mano sola», impegnato con l’altra a grattarsi in gesto scaramantico.
Dostoevskij diceva che la bellezza salverà il mondo. Possiamo dire che la risata ha lo stesso effetto catartico?
La risata seppellirà il mondo, ma spero di no, dai. Se un film è bello lo è comunque, che sia una commedia o un genere drammatico. Questo è un film per tutti, un film leggero, per farsi quattro risate e passare un’ora e mezza spensierati, gustandosi le “vecchie guardie” della commedia italiana, ed è uno spasso per gli occhi.
Consigli per chi si prepara a vederlo con popcorn e Coca-Cola?
Sbrigatevi perché vi aspetto qualche minuto prima delle 19, sarò lì al Kinemax di Gorizia questa sera e domani al Cinema Nazionale di Trieste alle 18. Se gradite restare in tema con il film, scegliete un dresscode total black. (Foto: Giancarlo Fiori)
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