I commenti
Dubbi e perplessità da tre consiglieri di Gorizia e Nova Gorica sul post Go! 2025: «Continuare a lavorare assieme»
Sartori, Picco e Fišer hanno richiamato la necessità di far riunire almeno una volta l'anno i due consigli comunali in modo congiunto e di valorizzare le due lingue oltre a friulano e tedesco. Brutto segnale che «le iniziative natalizie delle due città non sono più congiunte».
Una critica ma anche, e soprattutto, una richiesta a proseguire nel lavoro condotto in quest’anno, il 2025, che ha segnato un punto importante nella storia di Gorizia e di Nova Gorica. Un punto importante che merita di proseguire nel tempo e non di essere lasciato a se stesso come un mero ricordo storico. È stata la simbolica Trg Evrope – Piazza Transalpina, si è svolta una conferenza stampa dedicata al lascito culturale, sociale ed economico di GO! 2025, l’anno in cui Gorizia e Nova Gorica hanno condiviso il titolo di Capitale Europea della Cultura. Il titolo attribuito nel gennaio 2025 ha fatto di queste due città un caso storico: è stata la prima volta che il riconoscimento di Capitale Europea della Cultura viene conferito a due realtà transfrontaliere appartenenti a Stati diversi, in un progetto volto a promuovere dialogo, cooperazione e identità culturale oltre confine, con numerose iniziative e un incremento dei flussi turistici registrato nel territorio.
Alla conferenza stampa hanno partecipato i consiglieri comunali di Gorizia Eleonora Sartori e Andrea Picco, del gruppo Noi Mi Noaltris Go! Forum Gorizia oltre al consigliere comunale della città di Nova Gorica Gabrijel Fišer di Goriška.si.
Nel suo intervento, Eleonora Sartori ha sostenuto che non sia «ancora tempo di bilanci definitivi», richiamando la necessità di lasciare trascorrere più tempo per valutare pienamente gli impatti dell’esperienza. Una contingenza nella quale, pur constatando un aumento dei flussi turistici collegati alla Capitale Europea della Cultura, è necessario distinguere tra ciò che si è fatto e ciò che si poteva fare. Se è vero che Piazza Transalpina e altre piazze e spazi urbani sono diventati luoghi di aggregazione e visibilità, permangono dubbi sul lascito infrastrutturale e programmatico permanente. Ha citato in particolare la DAG, la Digital Art Gallery, come opera apprezzata durante questi giorni e nei prossimi mesi ma di funzione temporanea, priva di bigliettazione che possa contribuire alle casse pubbliche e rinforzo di percorsi culturali stabili.
«Si è voluto interrompere un collegamento ciclopedonale finanziato con fondi europei senza ascoltare la nostra proposta sulla realizzazione di una ciclovia della cultura», che non ha trovato riscontro formale nelle risposte dell’amministrazione. Sartori ha sottolineato «l’occasione persa rappresentata anche dal mercato coperto», chiamando l’attenzione sulla scarsa attenzione alle nuove generazioni e alla promozione dell’insegnamento delle lingue minoritarie — in particolare lo sloveno in Italia e l’italiano in Slovenia e, più in generale, le lingue del territorio, concludendo chiedendo la creazione di momenti strutturati di incontro tra i due consigli comunali e una figura istituzionale dedicata alla cooperazione transfrontaliera.
Duro anche l’intervento di Andrea Picco che ha proseguito in tono critico, affermando di non aver riscontrato un filo conduttore coerente né un significato culturale forte nell’insieme di eventi e opere realizzate. Secondo Picco, si è assistito a una «confusione tra cultura e intrattenimento», con opere come l’installazione in Galleria Bombi e l’obelisco “Go Pharus” eretto nel corso dell’anno che — pur imponendosi per dimensioni o presenza — risultano a suo giudizio prive di collegamento con la storia e l’identità delle città. Ha espresso preoccupazione per l’assenza di elaborazione collettiva delle memorie storiche e ha fatto riferimento alla dimensione migratoria, che a suo avviso non è stata adeguatamente tematizzata nel quadro delle iniziative culturali: «Opere che, come gran parte del programma, non si sono avvicinate alla storia e alla cultura del territorio. E dimentichiamo – così ancora Picco – che nella stessa Galleria Bombi fino a pochi anni fa dormivano numerosi migranti nel vergognoso silenzio della città». Critiche anche vero il «mancato coinvolgimento intellettuali italiani nei processi di ideazione e programmazione e di critica, nonché l’assenza di progetti condivisi di lungo periodo oltre la fine simbolica del 2025».
Importante, secondo Picco, è l’evitare che «in poco meno di un mese si ritorni alla situazione precedente», portando ad esempio il «ricevimento in Municipio dell’Associazione della X Mas a gennaio. È come se per questa Capitale si fosse convenuto da ambo le parti di non parlare del passato e fossero state posizionate delle quinte per non farlo vedere ma i fantasmi storici che vivono questo territorio ci sono e continuano a esserci».
Intervenendo a sua volta, il consigliere di Nova Gorica Gabrijel Fišer ha insistito su due aspetti fondamentali che, a suo avviso, sono rimasti mancanti nell’esperienza di GO! 2025. In primo luogo la «collaborazione effettiva tra cittadini delle due zone nei settori socioeconomici reali come salute, economia e scolarizzazione» e, in secondo luogo, «l’insufficiente attenzione alla formazione linguistica e alla tutela delle lingue del territorio».
Fišer ha richiamato l’importanza di nuovi progetti volti non soltanto alla valorizzazione culturale ma anche alla creazione di «strutture permanenti in cui si insegnino e si comprendano le lingue italiana, slovena e friulana, nonché il riconoscimento storico del tedesco come lingua di significativa presenza culturale». Ha osservato che, dopo la conclusione ufficiale delle attività legate al titolo, molte esperienze di collaborazione si sono rapidamente ridotte, con assenza di programmi condivisi nella piazza comune e nelle iniziative natalizie, nonché mostre o eventi privi di elementi linguistici sloveni. Fišer, assieme a Picco e Sartori, ha proposto per il futuro almeno una seduta congiunta all’anno dei consigli comunali, con deliberazioni non solo simboliche ma da inserire formalmente nei piani amministrativi, e la definizione di accordi vincolanti di collaborazione tra le amministrazioni e i sindaci.
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