I RISCHI AMBIENTALI
Dolegna, il sindaco Comis scrive alla Procura: «Necessario intervento urgente per la manutenzione dei corsi d'acqua»
A più di un mese dall'ondata di maltempo che ha investito il Goriziano, il primo cittadino segnala ancora criticità «preoccupanti» nonostante il recepimento della variante urbanistica comprensiva delle fragilità idrogeologiche locali.
A più di un mese dall’alluvione che nella notte tra il 16 e il 17 novembre ha colpito il Goriziano e il Collio, il Comune di Dolegna del Collio torna a richiamare l’attenzione sulle condizioni del territorio. Il sindaco Carlo Comis ha inviato una segnalazione alla Procura della Repubblica di Gorizia, definendo ancora «preoccupante» la situazione sotto il profilo della sicurezza idrogeologica.
Quella notte, segnata da precipitazioni di intensità eccezionale, sul territorio comunale caddero oltre 300 millimetri di pioggia in poche ore, un quantitativo straordinario che mise in crisi il reticolo idrografico e la stabilità dei versanti. Le conseguenze furono immediate: frane, smottamenti ed esondazioni interessarono ampie porzioni del Collio, mentre a Dolegna una frana di grandi dimensioni colpì la strada verso Brazzano, compromettendo la viabilità e lasciando ancora oggi il collegamento chiuso al traffico.
Secondo il primo cittadino, a distanza di settimane gli interventi eseguiti non avrebbero inciso in maniera risolutiva sulle criticità emerse. «Il livello di sicurezza è cambiato di ben poco – sottolinea Comis – gli affluenti minori sono ancora pieni di detriti che impediscono il naturale deflusso delle acque». Una condizione che, in caso di nuove piogge intense, rischierebbe di riproporre scenari già vissuti.
Particolarmente delicata resta la situazione del torrente Judrio, principale corso d’acqua dell’area. «Sono stati effettuati alcuni interventi di difesa del suolo in un tratto limitato – spiega il sindaco – ma il resto del corso rimane in una situazione molto pericolosa, aggravata dalla presenza di numerose ceppaie ancora nell’alveo».
Il problema, evidenzia Comis, riguarda anche i corsi d’acqua minori, classificati tra la seconda e la quinta categoria, la cui gestione è suddivisa tra diversi enti. «Gli interventi più urgenti – afferma – dovrebbero riguardare proprio questi rii. Oggi gli alvei sono pericolosi e, con una pioggia forte, la situazione potrebbe diventare davvero grave».
A destare ulteriore preoccupazione è la presenza di ceppaie lasciate sia nei letti dei torrenti sia lungo le sponde. «Con l’arrivo della primavera – avverte il sindaco – queste ceppaie rischiano di germogliare, creando una vegetazione ancora più fitta all’interno dei corsi d’acqua e riducendo ulteriormente la capacità di smaltimento delle piene».
In questo contesto si inserisce anche l’attività di pianificazione urbanistica del Comune. Lo scorso 16 dicembre, il Consiglio comunale ha adottato la variante puntuale n. 13 al Piano regolatore generale, accompagnata da una relazione paesaggistica che individua alcuni interventi mirati, con ricadute anche sul piano della sicurezza territoriale.
Tra le modifiche previste rientra la riclassificazione della strada Zorutti, oggi formalmente inserita in zona agricola, che viene riconosciuta come viabilità pubblica per consentire la realizzazione di un progetto di messa in sicurezza del tratto stradale che collega la ex provinciale Brazzano-Dolegna alla località Zorutti. La variante recepisce inoltre le aree necessarie agli espropri previsti dal progetto, adeguando il Piano allo stato reale dei luoghi.
Un secondo intervento riguarda la viabilità in località Sant’Elena, dove la variante allinea la cartografia urbanistica allo stato di fatto: vengono riconosciuti come viabilità pubblica i tratti effettivamente esistenti, mentre quelli non più presenti vengono riclassificati come zona agricola. Un aggiornamento che punta a eliminare incongruenze e a rendere più chiara la gestione delle infrastrutture locali.
Nel complesso, la variante conferma l’orientamento dell’amministrazione verso una pianificazione attenta al contenimento del consumo di suolo, alla tutela del paesaggio e al principio dell’invarianza idraulica, alla luce delle fragilità emerse anche in occasione dell’alluvione di novembre.
«In caso di un nuovo evento calamitoso – conclude Comis – l’incolumità dei cittadini sarebbe nuovamente messa a repentaglio». Da qui l’auspicio di una risoluzione rapida delle problematiche segnalate, attraverso interventi coordinati e realmente risolutivi lungo l’intero reticolo idrografico.
Foto di Francesca Diviacchi
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