Dobbia, al Giardino Botanico Brumati ritornano le antiche gesta contadine con la mietitura a mano del grano antico

Dobbia, al Giardino Botanico Brumati ritornano le antiche gesta contadine con la mietitura a mano del grano antico

LA RIEVOCAZIONE

Dobbia, al Giardino Botanico Brumati ritornano le antiche gesta contadine con la mietitura a mano del grano antico

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 08 Lug 2025
Copertina per Dobbia, al Giardino Botanico Brumati ritornano le antiche gesta contadine con la mietitura a mano del grano antico

La dimostrazione è in programma per giovedì 10 luglio alle 17.30. Altobelli, «iniziativa per riscoprire tecniche, biodiversità e memoria rurale».

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Giovedì 10 luglio, a partire dalle 17.30, il Giardino Botanico Brumati di Dobbia ospiterà l’iniziativa "Mietitura a mano del grano antico".
«La mietitura tradizionale a mano del grano è un processo che prevede diverse fasi, che mostreremo in sequenza durante la dimostrazione – spiega il professor Alfredo Altobelli, referente dell’evento per conto di Amici delle Erbe Aps – si comincerà con il taglio delle piante di grano, utilizzando falce e falcetto, per poi passare alla legatura dei covoni, cioè alla raccolta delle piante in fascetti.

Seguirà la trebbiatura: i covoni vengono battuti per separare i chicchi di grano dagli steli e dai tegumenti. Questa fase sarà eseguita con un bastone snodato tradizionale, chiamato "correggiato" e, in dialetto bisiaco, "batal", composto da un manico e un battente (vetta). Infine, si procederà alla vagliatura, ovvero all’eliminazione delle impurità, per ottenere i chicchi da conservare per la semina della prossima stagione». La semina del grano nel Giardino Botanico punta a richiamare l’attenzione su due aspetti fondamentali: l’evoluzione delle tecniche agricole, unite alla partecipazione attiva, e l’importanza delle specie accompagnatrici.

Popolazione evolutiva e miglioramento genetico partecipativo
La particella sperimentale del Giardino Botanico Brumati segue il metodo del grano Ceccarelli, noto anche come miscuglio evolutivo. Si tratta di un approccio innovativo all’agricoltura, sviluppato nel 2019 dal genetista Salvatore Ceccarelli, professore ordinario di Genetica Agraria all’Università di Perugia. Questa tecnica prevede la coltivazione di popolazioni di grano geneticamente diverse, in grado di evolversi nel tempo per adattarsi all’ambiente locale. Ogni varietà ha caratteristiche differenti: alcune resistono meglio alla siccità, altre alle malattie o ai parassiti. Grazie alla selezione naturale che si compie negli anni e alla capacità delle piante di autoriprodursi, si possono individuare varietà adatte a ogni specifico ambiente, senza bisogno di modificare l’ecosistema.

Le specie segetali
Ai tempi dell’Abate Brumati, i campi di orzo e frumento si coloravano di rosso e di azzurro, grazie alla presenza di papaveri e fiordalisi. Oggi, però, i diserbi selettivi e le accurate selezioni delle sementi hanno quasi eliminato i fiordalisi. Queste piante, definite dai botanici specie segetali o più semplicemente accompagnatrici, hanno un ruolo importante. Accanto a papavero e fiordaliso, abbiamo seminato anche la camomilla, un tempo molto comune nei campi di grano. Oltre a offrire un effetto estetico gradevole, queste specie contribuiscono ad aumentare la biodiversità.
Quest’anno c’è stata anche una piacevole sorpresa: una splendida fioritura inattesa di gittaione. L’Agrostemma githago, comunemente chiamata gittaione, è una pianta annuale originaria delle steppe aralo-caspiche, diffusasi in epoca preistorica (archeofita) seguendo la coltivazione dei cereali. Oggi è molto rara in Italia (fonte: Progetto Dryades).

Un’esperienza educativa per i più piccoli
«Vogliamo coinvolgere i bambini, perché la mietitura a mano offre loro l’opportunità di conoscere antiche tecniche agricole, di comprendere il ciclo del grano e di apprezzare il valore del lavoro manuale – conclude Altobelli – questa esperienza li aiuta anche a sviluppare un maggiore rispetto per la natura e per il cibo che consumano». La manifestazione è a numero chiuso, con un massimo di 50 partecipanti. Le iscrizioni chiuderanno lunedì 7 luglio. Per prenotarsi, è possibile scrivere a amicidelleerbe@gmail.com o chiamare al numero 375 863 8541.

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