IL PODCAST
Da New York a Gorizia: il viaggio di un interprete che abita il confine

Il podcast, condotto da Marilisa Bombi, racconta la storia della statunitense Athena. «Ogni conversazione è un esercizio di diplomazia culturale».
«Interprete» non è solo una professione. Per Athina è un modo di abitare il mondo. Lo dice con una luce negli occhi mentre racconta il suo percorso: nata negli Stati Uniti da una famiglia multilingue, ha studiato tra Bari, Roma e New York, lavorato tra Manhattan e Milano, ma ha scelto Gorizia come luogo in cui vivere. Non per caso, ma per risonanza.
Marilisa Bombi l’ha incontrata per il podcast Voci dal Confine, dove vengono raccolte storie di chi, da questa città di frontiera, lancia ponti invece che innalzare barriere. Athina è una di queste voci.
Cresciuta tra italiano, albanese, francese, inglese, spagnolo e greco, ha imparato fin da piccola che la lingua è molto più di uno strumento: è musica, è emozione, è gesto d’ascolto. E proprio questa sensibilità l’ha portata a diventare interprete professionista, in contesti internazionali e ad alto livello. Ma a un certo punto, dopo anni di viaggi e incarichi, ha sentito che le mancava qualcosa.
Un tempo umano. Un luogo dove non dover spiegare chi è, ma semplicemente essere.
Così ha scelto Gorizia.
Una città che, dice, le ricorda il Connecticut per i colori e la natura, ma soprattutto che le parla con quella “melodia delle lingue” che solo chi è nato tra più idiomi sa riconoscere. «Qui il confine non divide – racconta – ma unisce. Ogni conversazione è un esercizio di diplomazia culturale».
Nel suo racconto emergono con forza la bellezza delle differenze, la naturalezza del passaggio da una lingua all’altra, la dimensione lenta della vita goriziana, con i suoi profumi, i suoi ritmi, i suoi teatri e caffè. E una frase, in friulano, che Athina porta con sé come un mantra: “Dut al è pussibil”.
Tutto è possibile.
È proprio questo sguardo che restituisce senso a una Gorizia spesso raccontata solo per assenza onostalgia. Athina ci ricorda, con il suo esempio, che abitare il confine può essere una scelta di futuro. E che il multilinguismo, qui, non è una complicazione, ma una ricchezza quotidiana.
L’intervista completa è disponibile su Spotify cliccando qui e su YouTube qui.
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