IL 14 E IL 15 NOVEMBRE
Il Convegno sulla tutela delle minoranze linguistiche dà vita alla Carta di Gorizia per il servizio pubblico radiotelevisivo
La discussione con associazioni e sindacati riaccende i riflettori sulle lingue minoritarie nell’offerta mediatica a 25 anni dalla legge 482/99. Il documento sarà consegnato al presidente Mattarella.
È stata emblematicamente proprio Gorizia, storica città di confine, ad ospitare il convegno “Passato, presente e futuro a 25 anni dalla legge n°482/1999 sulla tutela delle minoranze linguistiche storiche”. Svoltosi all’ex Palazzo della Provincia di corso Italia tra venerdì 14 e sabato 15 novembre, il simposio ha riacceso i riflettori sulla questione della tutela delle minoranze linguistiche storiche nel panorama mediatico, editoriale e culturale dell’Italia, con particolare attenzione al servizio radiotelevisivo e ai programmi di notizie ed informazione.
Organizzatrice del convegno è stata l’associazione DM+, Društvo mladih Slovencev v Italiji, in collaborazione con Ordine dei giornalisti Fvg, Camera di Commercio Fvg, Assostampa Fvg, Usigrai e altre realtà sindacali. A sostegno dell’iniziativa anche il Consiglio provinciale della Federazione delle minoranze slovene, l’Ufficio del Governo per gli sloveni all’estero, la Regione Fvg e i due Comuni di Gorizia e Nova Gorica.
Le due giornate si sono concentrate sull’elaborazione di specifiche proposte da far confluire all’interno della “Carta di Gorizia dei diritti delle comunità linguistiche nel servizio pubblico radiotelevisivo”. Il documento, sottoscritto al termine del convegno nel pomeriggio di ieri, attende ora di essere consegnato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ad Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni), alla Rai, alla Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi e ad altri enti e soggetti interessati.
È l’associazione dei Giovani Sloveni in Italia con sede a San Pietro al Natisone ad introdurre le principali problematiche affrontate nella due giorni. A un quarto di secolo dall’adozione della legge nazionale a tutela delle minoranze linguistiche storiche, scrive DM+, «alcune comunità linguistiche hanno notiziari nella propria lingua sul servizio pubblico radiotelevisivo», mentre altre «non hanno a disposizione nemmeno un minuto di programmazione»; oppure, sottolinea l’associazione, «perché i programmi radiofonici previsti dall’autonomia regionale in italiano, friulano e sloveno non vengono trasmessi sul sistema DAB e i programmi televisivi non sono ancora in alta definizione?».
La richiesta è quella di «garantire un’offerta di qualità, plurale, inclusiva e affidabile per tutte le 12 comunità linguistiche riconosciute in Italia» da parte degli enti e delle realtà preposte a ciò. Questo, dunque, lo spirito che ha riunito a Gorizia i rappresentanti delle comunità linguistiche albanese, croata, francese, friulana, greca, ladina, tedesca, sarda e slovena assieme al Comitato federativo delle minoranze linguistiche in Italia.
La prima seduta al Palazzo dei Tre Portoni, nel pomeriggio di venerdì, si è aperta con i saluti della presidente di DM+ Katja Kanalaz e dei sindaci Rodolfo Ziberna e Samo Turel. Il primo focus è stata la ricostruzione del contesto storico-legislativo della norma del 1999, con l’intervento della senatrice della Repubblica italiana Tatjana Rojc e dell’assessore regionale della Valle d’Aosta Luciano Caveri, uno dei fautori della legge. In seguito, i rappresentanti delle minoranze linguistiche friulane, tedesche e slovene in Friuli Venezia Giulia hanno relazionato sullo stato delle rispettive nel contesto regionale: tra questi anche Daniele Sergon, presidente di Assemblee di comunitât linguistiche furlane, e la presidente dell’Unione culturale ed economica slovena (SKGZ) Ksenija Dobrila. Delle conclusioni si sono occupati la segretaria generale della Federazione nazionale stampa italiana (FNSI) Alessandra Costante e il presidente nazionale dell'Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli.
Nel secondo giorno di convegno lo sguardo si è esteso dal contesto regionale a tutta Italia e alle minoranze linguistiche nel mondo. Numerosi gli interventi, dalle 9 alle 16, di esposizione dello stato attuale della presenza mediatica degli idiomi minoritari e delle sfide che le comunità si trovano ad affrontare su vari piani. Per la lingua friulana i contributi sono stati quelli di Federico Vicario, presidente della Società Filologica Friulana, e di Franco Iacop in qualità di presidente dell’Ente Friuli nel Mondo; a raccontare l’esperienza dell’Unione Italiana in Slovenia, il presidente Maurizio Tremul.
Dopo gli interventi di varie rappresentanze sindacali, è stata infine sottoscritta la Carta di Gorizia. Il documento finale è in fase di completa approvazione; i punti salienti già in bozza richiamano comunque il diritto di tutte le 12 realtà linguistiche riconosciute dalla legge 482/99 come “minoritarie” a «fruire quotidianamente di trasmissioni giornalistiche e programmi di natura culturale nella propria lingua» sia in radio che in televisione o sottoforma di contenuti digitali; programmi che siano caratterizzati da «un’informazione tempestiva e di qualità» fondata su un’approfondita conoscenza della cultura e della comunità in questione.
Si chiede anche la «possibilità di fruire in digitale di tutti gli archivi audiovisivi» incentrati sui singoli patrimoni culturali, così come la garanzia di un «servizio moderno, adeguato ai più recenti standard tecnologici che utilizzi canali televisivi in alta definizione come per le trasmissioni della rete nazionale». Il tutto accompagnato dall’«istituzione di commissioni paritetiche di indirizzo e controllo» in cui vi siano anche rappresentanze delle varie culture minoritarie.
Sono arrivati, nelle scorse ore, alcuni commenti da parte di esponenti politici e sindacali locali sui risultati raggiunti dal simposio. «Il convegno ha avuto anche il pregio di riunire i giovani di tutte le lingue tutelate – dichiara Laura Fasiolo, consigliere regionale del Pd – la nostra regione ha certo raggiunto positivi risultati, ma è necessario lavorare per diffondere ancor più la lingua e la cultura e in tal senso sarà molto utile il lavoro svolto da questi giovani che rappresentano una spinta di attenzione e propulsiva per il futuro».
L’«esempio di osmosi culturale, linguistica e sociale» che caratterizza il Fvg a livello europeo è stato sottolineato da Andrea Bulgarelli, coordinatore di Figec-Cisal Fvg. La «protezione linguistica» è dunque un «valore importante» anche per «lo sviluppo culturale ed economico del territorio». Bulgarelli ha citato anche l’azione del sindacato per «portare la lingua arbëreshe nel Contratto di Servizio Rai-Stato 2023-2028», con l’inizio meno di due mesi fa delle trasmissioni radiofoniche e televisive in lingua su Rai Calabria; «in Fvg stiamo promuovendo la costituzione di una rete di attori capaci di dare vita a un progetto giornalistico a cavallo tra regione, Slovenia e Austria che possa sostenere la creazione di una agenzia informativa transnazionale nelle varie lingue riconosciute», ha concluso.
Foto Facebook / DM+ Društvo mladih Slovencev v Italiji
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